Economia

AI Plus: la Cina punta tutto sull’Intelligenza Artificiale nell’industria. Penetrazione al 90% per il 2030

La Cina svela il piano ‘AI Plus’ per rivoluzionare la sua economia con l’Intelligenza Artificiale. Dalla manifattura al metaverso, Pechino si lancia in una sfida senza precedenti per il primato globale. Scopri i dettagli, gli obiettivi e i possibili impatti sociali di questa mossa strategica.”

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La Cina si lancia in una corsa senza precedenti verso l’intelligenza artificiale. Attraverso un’ambiziosa tabella di marcia, il governo di Pechino ha fissato obiettivi drammatici e precisi per l’adozione di dispositivi basati sull’IA in tutti i settori industriali: oltre il 70% entro il 2027 e un impressionante 90% entro il 2030.

Questa strategia, denominata “AI Plus”, non è solo un’evoluzione, ma una vera e propria rivoluzione. Presentata dal Consiglio di Stato, mira a integrare profondamente la tecnologia all’avanguardia in ambiti cruciali come la manifattura, l’agricoltura e i servizi. L’obiettivo dichiarato è “aumentare la produttività, rimodellare il funzionamento delle industrie e accelerare la crescita di un’economia e una società intelligenti, basate sulla collaborazione uomo-macchina, l’integrazione intersettoriale e la co-creazione”.

Da “Internet Plus” a “AI Plus”

Questa mossa audace ricorda la precedente iniziativa “Internet Plus” del 2015, che ha trasformato la Cina in una società altamente digitalizzata. Ora, in un contesto di crescente rivalità tecnologica con gli Stati Uniti, la Cina intende cementare la sua posizione di leader indiscusso nelle tecnologie di prossima generazione. Il piano prevede una spinta decisa nello sviluppo di smartphone, computer, robot, elettrodomestici, dispositivi indossabili e automobili connesse basati sull’IA.

Il documento non si ferma qui: promette di accelerare l’integrazione dell’IA con il metaverso, l’aviazione a bassa quota (cioè i droni) e le interfacce cervello-computer, esplorando al contempo nuovi prodotti intelligenti guidati dall’IA.

L’infrastruttura alla base della rivoluzione

Per sostenere un’adozione così massiccia, la Cina potenzierà la sua infrastruttura di calcolo. Questo include la ricerca di progressi decisivi in chip e software, e l’accelerazione del lancio di cluster di calcolo intelligente su larga scala. Verrà promossa la creazione di una rete di calcolo nazionale integrata che coordinerà in modo efficiente dati, potenza di calcolo, energia e reti.

Gli esperti sono ottimisti. Rao Shaoyang, direttore del China Telecom Research Institute, ha dichiarato: “Ci aspettiamo una rapida crescita dell’ecosistema di IA cinese, trainata sia dal supporto politico che dalle scoperte tecnologiche”. Ha anche sottolineato l’impatto economico previsto: l’industria dell’IA potrebbe aggiungere oltre 11.000 miliardi di yuan al PIL cinese entro il 2035, rappresentando circa il 4-5% della produzione totale.

Anche gli analisti di Kaiyuan Securities confermano il trend, notando un rafforzamento del supporto politico del governo centrale: “Siamo ottimisti che le applicazioni di IA fioriranno e saranno implementate a un ritmo accelerato”.

Sogno o incubo cinese?

Una penetrazione così profonda della AI nella produzione quali effetti avrà sull’attività produttiva tradizionale? Che fine faranno i lavoratori, anche delle categorie attualmente più ricercate, come i programmatori, facilmente sostituibili dalla AI? L’introduzione della AI quali impatti avrà sull’ordine sociale?

La Cina pensa di avere le risposte a tutte queste domande, se mai se le sta ponendo, ma rischia, invece, di non averle o di sbagliarsi. Del resto per anni abbiamo discusso della rivoluzione che avrebbe dovuto portare il 5G, tranne poi verificare che, alla fine, è stato poco più di un flop.

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