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Ai dipendenti sospesi per l’Obbligo Vaccinale spetta il l’assegno alimentare. Decisione del TAR dell’Abruzzo

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Ai dipendenti pubblici sospesi per non aver aderito al discusso obbligo vaccinale viene a spettare una remunerazioni minima, da non considerarsi come corrispettivo del lavoro, ma come assistenza alla sopravvivenza famigliare. Questa è la decisione del TAR dell’Abruzzo in un caso relativo ad un dipendente sospeso dall’attività lavorativa in quanto non vaccinato, ma non per questo licenziato e quindi non espluso dai ranghi della Pubblica Amministrazione.

La corte amministrativa fornisce, nella sentenza, anche un’indicazione di massima di questo assegno alimentare: L’esigenza di salvaguardare una fonte minima di sostentamento per il lavoratore sospeso dall’impiego trova già positivo riscontro nel1’ordito normativo in specifiche disposizioni che prevedono per i dipendenti sottoposti a procedimento disciplinare o penale e destinatari del procedimento di sospensione cautelare (cfr. art. 82 D.P.R. 3/1957) il riconoscimento di un assegno in misura non superiore alla metà dello stipendio, oltre gli assegni per i carichi di famiglia.

Quindi i dipendenti che non sono stati vaccinati e sono stati sospesi comunque avrebbero diritto alla metà della remunerazione, da considerarsi come un assegno alimentare e non assolutamente come corrispettivo del lavoro. Da un  lato un  supporto minimo per quelle famiglie che si sono trovate senza reddito per magari una questione di coscienza, dall’altro però un’umiliazione perchè non viene loro riconosciuto nessun apporto lavorativo. Potremmo definire questa sentenza una quasi, amara, vittoria, per chi appoggia la libertà vaccinale, che potete leggere nella sua interezza a questo link.

Almeno non avremo medici, infermieri e personale amministrativo della sanità (quest’ultimo obbligo particolarmente ingiusto e odioso, dato che si tratta di personale che non svolge attività mediche a contatto coi pazienti) che non saranno alla fame, anche se la vera, completa, soluzione verrà con la fine di questo obbligo sempre più assurdo ogni giorno che passa.

 


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