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EconomiaEnergia

ADNOC lancia la sfida: 150 miliardi di dollari per dominare l’energia e sviluppare l’industria locale

Mentre l’Occidente frena, Abu Dhabi accelera con un piano colossale al 2030: focus su autosufficienza nel gas, boom del settore chimico e 60 miliardi reiniettati nell’economia locale.

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Mentre in Occidente si discute animatamente di transizione e di come ridurre la dipendenza dagli idrocarburi, negli Emirati Arabi Uniti si fa, come spesso accade, un altro tipo di calcolo. La ADNOC (Abu Dhabi National Oil Company) ha appena svelato un piano di investimenti colossale: 150 miliardi di dollari per il quinquennio 2026-2030.

Non si tratta solo di estrarre più petrolio, ma di una strategia industriale integrata che farebbe invidia a qualsiasi pianificatore economico di vecchia scuola. Approvato dal consiglio di amministrazione presieduto dallo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, questo piano segna uno dei cicli di investimento più imponenti nella storia della compagnia di stato.

Una strategia a tre punte: Gas, Chimica e Sovranità

L’obiettivo è chiaro: rinforzare l’impegno a lungo termine verso petrolio e gas, ma con un occhio di riguardo all’espansione internazionale e, soprattutto, al settore downstream (raffinazione e trasformazione).

Ecco come verranno distribuiti i capitali nei prossimi cinque anni:

  • Manutenzione e potenziamento Upstream: Mantenere la capacità produttiva esistente è la base, ma la vera novità riguarda le risorse non convenzionali. Si stima che Abu Dhabi disponga di 160.000 miliardi di piedi cubi standard (tscf) di gas e 22 miliardi di barili di petrolio in risorse non convenzionali. Numeri che potrebbero ridisegnare il mix energetico del Paese.

  • Il gigante Ghasha: Al centro della strategia c’è la creazione di ADNOC Ghasha, una società operativa dedicata alla concessione Ghasha (che include i campi Hail, Ghasha, Dalma, SARB e Nasr). Questo mega-progetto è destinato a fornire 1,8 miliardi di piedi cubi di gas al giorno e 150.000 barili di petrolio e condensati. L’obiettivo? L’autosufficienza nel gas e posizionare Abu Dhabi come esportatore netto di GNL (Gas Naturale Liquefatto) entro la fine del decennio.

    Hail, Ghasha, Dalma

  • Chimica e Downstream: Non solo greggio. Il progetto TA’ZIZ ad Al Ruwais sta accelerando. Una volta operativo, produrrà 4,7 milioni di tonnellate all’anno di prodotti chimici industriali, portando la produzione totale di ADNOC a 11 milioni di tonnellate entro il 2028.

“Make it in the Emirates”

Quello che rende questo piano particolarmente interessante per chi osserva le dinamiche macroeconomiche non è solo l’energia, ma il moltiplicatore economico interno. ADNOC non si limita a spendere; vuole che quei soldi restino a casa.

Attraverso il programma ICV (In-Country Value), l’azienda prevede di reincanalare 60 miliardi di dollari direttamente nell’economia locale tra il 2026 e il 2030.

Ecco una sintesi dell’impatto economico previsto:

IndicatoreObiettivo / RisultatoDettaglio
Investimento Totale$150 MiliardiCiclo 2026-2030
Ritorno Economico (ICV)$60 MiliardiFondi reimmessi nell’economia UAE (2026-2030)
Manifattura Locale$21.8 MiliardiAccordi di offtake già firmati
Target Acquisti Locali$24.5 MiliardiObiettivo di sourcing domestico al 2030

Dal 2018, il programma ICV ha già restituito oltre 83 miliardi di dollari all’economia degli Emirati, sostenendo l’occupazione nel settore privato e la strategia nazionale “Make it in the Emirates”. È la dimostrazione pratica che una forte azienda di stato può fungere da volano per l’intera industria nazionale, riducendo la dipendenza dalle importazioni tecnologiche e manifatturiere. Un’ottica di espansione industriale e e di forte differenziazione economica per distaccarsi dalla pura dipendenza dall’estrazione del petrolio nazionale e far nascere un’industria che, potenzialmente, può essere anche utilizzata diversamente.

Isole estrattive dei nuovi grandi giacimenti Gasha e Hail

Tecnologia e Futuro

Infine, c’è la scommessa tecnologica. ADNOC ha ribadito l’ambizione di diventare la compagnia energetica “più abilitata dall’AI al mondo“, con un massiccio dispiegamento di robotica, analisi dati e operazioni autonome.

In sintesi, mentre il mondo occidentale cerca ancora la quadratura del cerchio sulla transizione, Abu Dhabi mette sul piatto 150 miliardi per garantire la sicurezza energetica e costruire una capacità industriale che riduca la dipendenza dalla semplice esportazione di greggio. Una lezione di pragmatismo economico che merita attenzione.

Domande e risposte

Perché ADNOC investe così tanto negli idrocarburi nonostante la transizione energetica?

La strategia è pragmatica: la domanda globale di petrolio e gas rimarrà sostenuta per decenni. ADNOC mira a garantire la sicurezza energetica globale e, contemporaneamente, a posizionarsi come fornitore a basso costo e basse emissioni relative.5 Inoltre, l’investimento non è solo estrattivo ma mira a sviluppare l’industria chimica e il gas, considerati essenziali anche in un futuro a basse emissioni di carbonio come “combustibili ponte” o materie prime industriali insostituibili.

Qual è l’impatto reale sull’economia degli Emirati Arabi Uniti?

L’impatto è strutturale e di stampo keynesiano. Attraverso il programma In-Country Value (ICV), circa il 40% dell’investimento totale (60 miliardi di dollari) verrà speso all’interno del paese. Questo stimola la creazione di posti di lavoro nel settore privato, favorisce la nascita di industrie manifatturiere locali che forniscono materiali e tecnologie all’ADNOC e riduce la dipendenza dalle importazioni, diversificando l’economia oltre la semplice rendita petrolifera.

Che ruolo ha la tecnologia in questo piano quinquennale?

Un ruolo centrale. ADNOC non vuole essere vista come una “vecchia” compagnia petrolifera, ma come un gigante tech. L’azienda sta integrando massicciamente l’Intelligenza Artificiale, la robotica e l’automazione in tutte le fasi, dall’esplorazione alla raffinazione. Questo serve a ottimizzare i costi, aumentare l’efficienza operativa e migliorare la sicurezza, rendendo la produzione più competitiva e resiliente rispetto alle fluttuazioni dei prezzi di mercato.

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