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ADDIO ORO E PARTECIPAZIONI STATALI: nell’agenda di Conte il piano Colao per rubare le ultime cose rimaste all’Italia

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Il richiamo agli “Stati generali dell’Economia” fatto ieri da Conte apre la strada all’applicazione del cosiddetto “Piano Colao”. Questo piano è un distillato dei desideri della grande imprenditoria italiana, quella che copre le perdite con i contributi pubblici, ma si tiene ben stretta gli utili, magari portandoli all’estero. Del resto lo stesso Colao scrive da Londra, dimostrando una conoscenza superficiale della situazione italiana

Il piano è Astuto perchè contiene anche dei punti messi ad hoc per nascondere l’obiettivo principale e dargli qualche scusa per renderlo in parte accettabile.

Vediamo i punti principali:

  1. Pace fiscale;
  2. Piena deducibilità degli aumenti di capitale;
  3. Benefici fiscali per le aziende che centrano gli obiettivi di crescita dimensionale;
  4. Creazione di un fondo di sviluppo pubblico;
  5. Modifica delle procedure fallimentari.

Ora i punti 1 e 5 sono quelli “Di Distrazione ” e messi per nascondere i regali a tutto il resto. La Pace Fiscale serve, è necessaria, ma è chiesta soprattutto dalle forze di opposizione (Lega in testa). La riforma della procedura fallimentare è INDIFENDIBILE ed è ormai una riforma orfana, nel senso che nessuno la difende, se non qualche pasdaran piddino che non ha mai gestito neanche un’edicola.

I problema sono gli altri tre punti che, casualmente, non sono nè in testa nè in coda…

La piena deducibilità degli aumenti di capitale e i benefici fiscali per le grandi aziende che continuano a crescere, punti due e tre, sono solo dei regali, non particolarmente necessari, per i grossi gruppi. Sono regali inutili, completamente inutili. Facciamo un caso pratico nella situazione attuale: i vaccini COVID che andranno presto in testo non sono stati sviluppati dalle “Big Pharma” che, a parte Moderna, sono rimaste a guardare. Sono il frutto di piccoli-medi laboratori, fortemente innovativi e focalizzati, che hanno sviluppato questi prodotti per poi cederli alle Big Pharma. Il vaccino di Astra Zeneca è stato sviluppato da IRBM di Pomezia, non da Astra Zeneca. Le grandi società trovano più comodo comprare i risultati delle piccole e non investire nulla. Vogliamo ancora di più facilitare le loro operazioni? Inoltre la facilitazione delle operazioni di Merger and Acquisition (M&A), come apertamente affermato nel piano Colao, andrebbe a solo vantaggio di un pugno di grossi cagnoni che si avvantaggerebbero di queste operazioni. Tra l’altro la misura sarebbe poco incisiva in una situazione di depressione economica come l’attuale. Quale sarebbe l’incentivo alla crescita derivante da una concentrazione ulteriore del mercato? Nessuna.

Queste però sono solo misure regressive ed antisociali. Il peggio verrebbe dal punto 4). Colao prevede un fondo delle dimensioni fra i 100 ed i 200 miliardi , gestito da CDP; che ormai fa tutto all’interno del Ministero dell’Economia. Da dove vengono i soldi?

  • immobili pubblici
  • partecipazioni pubbliche (fincantieri, Leonardo, ENI etc);
  • oro della Banca d’Italia;

Quindi il poco di pubblico rimasto in Italia se ne va a formare un fondo. Tra l’altro l’oro della Banca d’Italia…. non è della Banca d’Italia e non dello Stato? Non è Banca d’Italia indipendente? Non per Conte e Colao. Quindi i beni pubblici se ne vanno. Per che cosa? Per fare un fondo che emette titoli da piazzare sul mercato ed alla BCE e che poi va nelle “Imprese ad alto tasso di crescita” o in quella fuffa che si chiama “Industria 4.0”, presumibilmente come prestiti agevolati o contributi a fondo perduto.

Aziendalmente facciamo notare che:

  • “Industrie ad alto tasso di crescita” sono anche molto rischiose. Mi viene in mente il goom delle telecomunicazioni o delle DotCom, finiti con sboom terrificanti;
  • Industrie ad alta crescita sono quelle che poi sono pappate dai gruppi internazionali, proprio come Omnitel  e Vodafone. Si investe in società che poi andranno a portare il Know how a terzi.
  • Dato che non c’è spinta alla domanda interna nel piano Colao, è probabile che queste aziende non riescano a far fronte alle aspettative. Se questi fondi non vengono restituiti allora ciao ciao riserve auree e quel poco di industria pubblica rimasta, proprio quella che è veramente innovativa in Italia.

Insomma prosegue la solita politica italiana del “Perdite pubbliche, utili privati”. Diverso sarebbe se il pubblico acquisisse il controllo di queste società nuove ed innovative, e senza limitarsi alla fuffa del 5G e del “Industria 4.0”, ma on un’ottica più ampia, ponendo presidi nazionali, e pubblici, nel farmaceutico, nel chimico ed in iniziative innovative legate a settori anche tradizionali. Non è forse “Strategico” un tessile avanzato che produca tessuti speciali? Però questo non va bene nè a Conte, nè a Colao, nè ai loro mandanti. Loro voglio l’Oro, l’ultimo lascito della grande Italietta della Lira.

 


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