Per essere presi sul serio nei negoziati Brexit, avremmo bisogno di:

  1. nominare un duro (euroscettico) ministro degli Esteri con una squadra di negoziatori con competenze in diritto commerciale, economia e politica dell’unione europea:
  2. un duro euroscettico ambasciatore per la UE;
  3. riformare il comitato esistente dell’economia (EAC) del Consiglio dei Ministri, portando anche questo sotto il ministro degli Esteri;
  4. muoversi rapidamente per identificare le questioni economiche e giuridiche derivanti da Brexit e stabilire gli obiettivi del Regno Unito nei colloqui;
  5. Creare un team di comunicazione dedicata alla promozione di casi e di negoziazione le richieste del Regno Unito, e per dimostrare che ha un futuro al di fuori dell’UE;
  6. la Banca d’Inghilterra dovrebbe anche avere piani in atto per affrontare turbolenze finanziarie a seguito di un voto. Ha bisogno di coordinare con le autorità finanziarie nella UE per gestire i movimenti di capitali anomali.
  7. il Ministero della Difesa dovrà rivedere come si pattuglie del Regno Unito della pesca.
  8. programmare colloqui bilaterali con altri paesi in Europa, e in particolare l’Irlanda ei nostri vicini marittimi.
  9. muoversi molto rapidamente per negoziare accordi di libero scambio con i paesi extra-UE.

 

Bene, il contingency plan prevedeva anche altro ma riteniamo questi passi esaustivi per le principali mosse politiche da attuare in caso di EXIT (oltre al gran lavoro della Banca Centrale che, pare, nel caso inglese dovrebbe gia’ aver accumulato sufficiente liquidita’ per evitare un crollo del sistema – fonte di questa ultima indiscrezione, il direttore di un quotidiano internet per italiani a Londra).

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