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Attualità

–ACQUA, ENERGIA, CIBO… E IL WEB– un post vecchio stile (di Debora Billi)

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Il mondo assiste orripilato a quanto sta accadendo nella Cina flagellata dal coronavirus. Strade deserte, uffici chiusi, decine (se non centinaia) di milioni di persone confinate in casa, ospedali al collasso, lazzaretti aperti nelle palestre, negli alberghi, persino negli edifici monumentali. L’impressione è quella di un’apocalisse.
Eppure, apocalisse non è: in Cina funziona ancora tutto.
Non è facile vederlo, a ben pensarci. La vita “normale” è qualcosa a cui siamo talmente abituati, che ci sembra (appunto) normale che continui senza interruzioni. E voi, l’avete notato? In Cina (Wuhan inclusa), nelle case c’è l’acqua, si può bere, cucinare, andare in bagno, e lavarsi, che è così importante in una situazione del genere. C’è energia, funzionano le luci, i riscaldamenti, i frigoriferi. E c’è cibo: tanto, tanto cibo, in tanti negozi aperti, dove si può andare e rifornirsi di quanto serve senza avere il terrore di trovare gli scaffali vuoti e la folla che si accapiglia per l’ultimo rotolo di carta igienica o l’ultima scatoletta. Te lo consegnano persino a casa, se hai bisogno.

Questo va oltre la normalità, è quasi un miracolo.
Me ne sono accorta quando hanno chiuso Wuhan. Mentre l’esercito alzava i posti di blocco per impedire a chiunque di uscire, ho visto sull’altra corsia dell’autostrada una fila infinita di camion che si apprestava ad entrare. Qualcuno ci ha pensato, qualcuno li ha organizzati. E 15 giorni dopo, quei camion continuano ad arrivare: su ciascuno di quei camion c’è un uomo disposto ad entrare in quello che è oggi l’inferno in Terra, un luogo dove noi non andremmo neanche per un milione di dollari. Centinaia di uomini che ogni giorno si mettono in fila per entrare a nutrire una città che altrimenti precipiterebbe nel caos assoluto.

Chissà se anche da noi accadrebbe lo stesso, mi chiedo. La Cina è una dittatura, lo sappiamo da sempre, e l’abbiamo constatato quando la storia del medico Li ha fatto il giro del pianeta. Nel “mondo libero”, dove nessuno vive nella paura del Partito o del governo, si troverebbero così tanti uomini disposti a rischiare la propria vita (e quella dei propri cari) per far funzionare tutto? Perché alla fine dei giochi, per fare la differenza fra una terribile crisi e l’apocalisse servono persone disposte a frapporsi con il proprio corpo. Se ne trovano a sufficienza, quando non sono obbligate dalla paura?

Per finire, il web. Si sta mostrando asset strategico come nessun altro. Non solo per far trapelare la verità -seppur mischiata a tanta propaganda, oltre quella della della Cina anche di tanti Paesi che nel frangente si sono gettati come avvoltoi- e questo lo sapevamo; ma sta anche aiutando milioni di persone a sopportare la solitudine e il confinamento di una quarantena che senza Internet li avrebbe fatti probabilmente impazzire. Trascorrono il tempo, vedono e comunicano con amici e parenti, leggono notizie dal Paese e dal mondo. Vediamo bene come la Cina stia disperatamente tentando di arginare fughe di notizie scomode, video e foto che fanno scandalo, eppure… eppure non chiude Internet. Quel governo sa perfettamente che la Rete sta mantenendo la calma nel Paese, in un momento in cui perdere il controllo della popolazione è un attimo.

Acqua, energia, cibo e web. Durante un’emergenza come questa non servono solo gli ospedali, insomma. Mi auguro che chi ci governa ne stia tenendo conto, ma soprattutto mi auguro di non doverlo scoprire mai.


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