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Abolire il decreto crescita calcio, e con lui i nani e le ballerine

Il calcio è fiscalmente agevolato. Perché? Per far ridere i presidenti delle società e allevare dei brocchi

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Ora l’Italia è inferocita con la Nazionale di calcio per la pessima figura nel campionato europeo dopo aver preso due meritatissime pere con la Svizzera. Un gioco mediocre, fato da giocatori mediocri, non poteva che portare a una secca sconfitta con chi è più motivato.

Però cerchiamo di portare qualcosa di positivo da questo e iniziamo con un’utile riforma: cancelliamo le agevolazioni fiscali immeritate per il mondo del calcio. 

l Decreto Crescita del 2019, concepito per incentivare il rientro dei “cervelli” (si fa per dire) in Italia, ha avuto un impatto significativo sul mondo del calcio, ma non necessariamente positivo per la nazionale. La sua applicazione ha favorito l’offerta di ingaggi milionari ai calciatori stranieri, grazie a una tassazione agevolata che ha ridotto l’imposta sul reddito dal 45% a circa il 25%.

Questa agevolazione fiscale ha reso le squadre italiane più competitive sul mercato internazionale, permettendo loro di offrire stipendi netti più alti a parità di costo lordo. Quindi le suqadre italiane si sono imbottite di stranieri iperpagati, che, con le loro auto sportive e i modi eleganti e controllati, vere icone di bon ton e di cultura.

Giocatore mostra la prima auto acquistata con il meritato ingaggio a tassazione ridotta

Mentre i club si godevano i benefici fiscali e la possibilità di ingaggiare stelle internazionali, la Nazionale ha pagato il prezzo di questa politica, con risultati deludenti e una mancanza di giovani promesse. Soprattutto, se un’industria non dà nessun vantaggio alll’Italia, perché agevolarla? Se non è giusto agevolare le auto Stellantis non prodotte in Italia, perché agevolare un bell’imbusto che guadagna una cifra enorme, solo perché porta Panem et Circenses?  Intanto potremmo anche dare un bel taglio all’inute contorno di giornalisti, parole vuote e gossip,  che circonda il calcio sttesso. Abbiamo un po’ di cose serie di cui parlare in Italia , andate a lavorare!

Il decreto  ha favorito il calcio italiano a livello di club, ma ha danneggiato la Nazionale, limitando lo sviluppo dei giovani talenti e creando una dipendenza dai giocatori stranieri. Un regalo fiscale che ha portato vantaggi economici ai club, ma che ha avuto un costo elevato per il calcio italiano nel suo complesso. Tassiamo i contratti dei giocatori come gli altri redditi, a meno che la Schlein e Repubblica non trovino giusto difenderli.


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