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Abbiate coraggio: piuttosto che tampone obbligatorio chiudete cinema e teatri

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Questa è, ovviamente, una provocazione, ma a segno. Ormai abbiamo Don Abbondio che governa il CTS e il ministero della Sanità, per cui, non avendo il coraggio, pensa a una misura che distruggerà il settore dello spettacolo: il tampone obbligatorio per accedere a Cinema, teatri e pubblici intrattenimenti di massa a tutti, vaccinati e non.

Il motivo è banale e lo raccogliamo un due punti :

  • per andare al cinema, costo del biglietto da 6 ai 9 euro, dovrò spenderne almeno 15 per il test. Se una famiglia ha dei bambini, buonanotte;
  • comunque dovrei fare una lunga coda in farmacia per dotarmi del test in questione. Quindi andare al cinema, o al teatro, diventa una vera e propria attività di programmazione, che include una certa dose di fortuna.

Vi parlo per esperienza diretta: nella scorsa settimana mi sono recato al ristorante e al cinema in una medio-grande città italiana. Se a novembre avevo dovuto prenotare, nella settimana precedente quella di natale, territorio tradizionale delle feste di classe e ufficio, ho mangiato comodamente e in una sala mezza vuota. Idem il cinema, anche se il titolo era uno dei più importanti del periodo.

L’allarmismo distribuito a piene mani dai media sta già distruggendo le attività commerciali e dei servizi, soprattutto in una stagione come l’attuale dove si concentra il 30% del giro d’affare dell’anno. Quindi, non essendo sufficiente, si buttano a caso delle altre misure che distruggeranno l’attività commerciale in un periodo essenziale. Se il ministro che ha proposto tutto questo avesse del coraggio, avrebbe imposto direttamente la chiusura, con ristoro adeguato. Invece si mettono condizioni che condurranno comunque alla chiusura, ma si fa finta che questa sarà una loro libera scelta.

La storia è identica a quella del Green pass e della vaccinazione: non c’è il coraggio di renderla obbligatoria e di rispondere nel caso di effetti avversi, allora si impone un obbligo surrettizio, facendo finta che sia volontaria. Qui si pongono le condizioni per il fallimento, salvo poi , magari, affermare che “È colpa del mercato.” Tra l’altro il governo sta , finalmente, accettando le affermazioni degli scettici per cui il vaccino non copre dal contagio, un colossale autogol comunicativo. L’Italia non ha bisogno d’ipocriti, ma di persone serie.

 

 


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