Attualità
A TU PER TU CON LA DONNA CHE FA TREMARE GRILLO: MARIKA CASSIMATIS (Di Sara Piersantelli)
Conosco Marika Cassimatis, professoressa di scuola secondaria come me, da qualche anno, complici i numerosi scioperi e le relative manifestazioni di piazza contro le infelici iniziative sulla scuola del Governo Renzi.
Marika ha due lauree, una in Scienze politiche e una in Geografia, un dottorato, diverse pubblicazioni alle spalle; con questi e altri titoli, che non mi dilungo ad elencare, sarebbe la candidata perfetta per chiunque, soprattutto visti i recenti scandali sui, brevi, percorsi di studio di alcuni attuali ministri. Io aggiungo, dal mio personale punto di vista di sua conoscente che segue il suo percorso da anni, che si tratta di una donna apprezzata dai più poiché sobria, determinata e capace; una donna che davvero avrebbe potuto non solo vincere a Genova ma anche fare, finalmente, il bene di questa città martoriata.
Adesso vi lascio alle sue parole, scopriamo insieme qualcosa in più sulla donna che sta facendo tremare Beppe Grillo.
Cara Marika, per aiutarti a presentarti a chi non ti conosce, vorrei iniziare chiedendoti quando nasce il tuo attivismo, se prima o con il Movimento 5 Stelle.
Il mio attivismo nasce con il M5S, mi sono iscritta al meet up di Genova nel novembre 2012 e inizialmente ho partecipato al gruppo di lavoro Cultura, occupandomi di rapporti tra amministrazione comunale e scuola. Mi sono appassionata seguendo lo Tsunami tour, la campagna elettorale per le politiche 2013, iniziando poi a fare attività sul territorio.
Quali sono le azioni che hai mosso per cercare di salvaguardare la tua figura? A che punto è il tuo percorso di candidata sindaco?
Due querele per diffamazione, una contro Beppe Grillo ed una contro Dibattista; un ricorso al Tribunale civile contro la votazione allargata al nazionale che ha abilitato la lista del candidato che ha perso le primarie di Genova e la riabilitazione della mia lista che invece le primarie le ha vinte. Adesso sono in attesa del responso del giudice.
Che opinione hai oggi, dopo quanto è successo, della cosiddetta democrazia dal basso?
Il M5S sono le idee e non le persone. Le persone sbagliano. Le idee restano. Il motivo per cui ci siamo candidati, io e la mia lista, è per dare attuazione alla democrazia dal basso tramite percorsi partecipati, dai municipi al Comune.
Cosa ne pensi del fatto che nel Movimento 5 Stelle i meet up siano momenti di confronto dedicati solo ad argomenti meno “caldi” mediaticamente mentre ci sono argomenti più sostanziali le cui direttive politiche vengono calate dall’alto, come ad esempio il “libro a 5 stelle per i cittadini dell’Europa”?
Dipende dalle situazioni locali. Certo che, per esempio, il tema gestione della migrazione viene solo sfiorato e talvolta osteggiato. Ma questo dipende dai singoli gruppi e dalle competenze nonché dalle sensibilità che ciascuno ha sui singoli temi. Il meet up dovrebbe essere il luogo dei percorsi partecipati, luogo di ascolto del territorio per poi trasmettere quanto elaborato ai portavoce nelle istituzioni.
Nessun verticismo. Questo in teoria, e non sempre è così.
A proposito dei vincoli di bilancio che ingabbiano l’autonomia dei comuni e la progressiva riduzione dei trasferimenti statali, qual è il tuo punto di vista da potenziale candidata alla carica di primo cittadino?
Il vincolo di Bilancio non può che essere rispettato anche se ci sono sentenze che derogano sui temi legati al settore socio assistenziale e sostegno alle fasce deboli. Amministrare oggi un Comune non è impresa semplice. Si tratta di ottimizzare le risorse, eliminare gli sprechi, limare i livelli dirigenziali, cercare finanziamenti europei ma anche di privati tramite progetti di Project financing, dove comunque il pubblico detiene il controllo ed effettua controlli.
Quali sarebbero i tuoi primi cinque interventi da sindaco in carica?
Potenziare la raccolta differenziata, attivare meccanismi dell’economia circolare con bandi aperti ad aziende che valorizzino il riciclo e creino posti di lavoro, risanamento di Amiu – la municipalizzata dei rifiuti, oggi commissariata e a rischio privatizzazione –, pista ciclabile lungo tutto il fronte mare dalla Foce a Voltri, pulizia e decoro urbano.
Sempre a proposito di Genova, vorrei sapere la tua opinione sul sindaco Doria e le sue politiche sulle municipalizzate.
Notizia di attualità: la giunta preme per la definizione dell’acquisizione della municipalizzata Amiu da parte di Iren, quest’ultimo unico competitor senza bando! La giunta è già andata sotto due volte e, nonostante tutto, mercoledi 5 ci riprovano. Una fretta spasmodica che, evidentemente, nasconde grossi interessi.
I servizi pubblici, come acqua e rifiuti, devono restare sotto controllo pubblico e il Comune deve mantenere la maggioranza azionaria, effettuare i controlli su investimenti ed impianti di eventuali partecipazioni private, ricusare il partner privato inadempiente. Doria sta facendo tutto il contrario. Il peggior sindaco della storia di Genova, non ha rispettato alcun punto del suo programma elettorale, dalle grandi opere come la Gronda (n.d.a. progetto di potenziamento del nodo autostradale genovese) alle partecipate.
Qualora vincessi, se dovessi ufficialmente candidarti, avresti già una squadra pronta in grado di lavorare sin dal primo giorno di insediamento? In cosa consisteva il metodo Genova che ti ha vista prima vincitrice e poi esclusa?
La squadra si era definita con il voto del 14 marzo alle primarie di Genova, che ci hanno visto vincitori. Per gli assessorati, nel caso, ci si presenterà con la squadra completa già prima del voto.
Il Metodo Genova prevede elezioni di secondo livello per il sindaco – eppure era stato contestato con il voto referendario il secondo livello per il Senato… Erano ammessi al voto on line solo i candidati sindacii che avevano ricevuto la preferenza, anonima, di almeno 27 candidati consiglieri. Tra 20 candidati sindaci, solo in due siamo passati al voto sul portale. 700 votanti iscritti di Genova, 362 voti contro 338.
Tra il modo di agire della Raggi e quello della Appendino ci sono sostanziali differenze, a quale ti ispireresti?
Credo che ogni realtà locale, e ogni territorio, abbia la sua specificità, è improprio fare paragoni. Non conosco personalmente i due sindaci, ma dall’esterno dico che la sobrietà dell‘Appendino, che punta al sodo e meno alla mediaticità, mi sembra più affine alla mia persona. È il giudizio di una cittadina qualunque che legge i giornali. Anche se l’Appendino non è esente dalle critiche da parte dei comitati che l’hanno eletta.
Secondo te, quanto ti è successo, può essere dovuto alla consapevole volontà di far perdere le elezioni genovesi al Movimento 5 Stelle e dare così nuovamente un’immagine di cattivo governo in previsione delle elezioni politiche?
Quanto è successo è conseguenza di atti interni al M5S e non esterni. Che poi siano stati strumentalizzati dai media orientati in un certo senso politico è fuori dubbio. Ma chi ha disconosciuto la mia lista, uscita da un voto democratico sul blog, punto focale di tutta la politica del M5S, è responsabilità di Beppe Grillo e del suo Staff.
Hai un tuo parere personale sulla tanto discussa piattaforma Rousseau? Potrebbe essere un modo di garantire interessi terzi poco trasparenti?
Aspettiamo l’esito del mio ricorso. Noi ci stiamo battendo affinché gli strumenti di democrazia siano effettivamente liberi e trasparenti.
Come vedi il tuo futuro e come vedi il futuro del Movimento 5 Stelle?
Si deciderà tutto nelle prossime settimane, con l’esito del ricorso che abbiamo presentato io e altri dieci dei candidati consiglieri della mia lista.
In bocca al lupo a Marika ma soprattutto al Movimento 5 Stelle, perché, indipendentemente da quanto ne diranno i giudici, saranno sempre e comunque gli elettori a stabilire chi ha davvero fatto la scelta giusta.
Questa, è la democrazia.
Sara Piersantelli
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