Politica
A Monfalcone si presenta la prima Lista Islamica in Italia. La Lega al 71%
A Monfalcone si è presentata la prima lista islamica, il risultato è stata la conferma del sindaco della Lega al 71%.

A Monfalcone, ridente cittadina portuale nota più per i suoi cantieri navali che per le barricate ideologiche, si è consumata una tragicommedia elettorale di quelle che fanno sobbalzare il Mojito in mano ai politologi e che fanno saltare la sinistra multicolore
Si presentava il primo “partito islamico” ufficialmente iscritto alle competizioni italiche. Ebbene, cari lettori, preparate i pop-corn: la risposta degli elettori locali è stata un sonoro e fragoroso “NO GRAZIE”, con la Lega che ha incassato un plebiscitario 71,3% dei consensi. Un risultato talmente bulgaro da far impallidire le migliori performance sovietiche ai tempi d’oro.
Con un risultato di questo genere Salvini si augurerà che simili liste si presentino anche altrove, perché è evidente che nonostante l’ampia minoranza (o forse maggioranza) di religione islamica, legata all’immigrazione dal Bangladesh, la presenza di un partito di ispirazione islamica ha spaventato gli elettori moderati spingendoli in massa fra le braccia della Lega.
Il candidato del “partito islamico” (nome d’arte: Italia Plurale), Bou Konate, ingegnere senegalese con un passato da assessore (ai Lavori Pubblici), ha raccolto la miseria del 2,87% dei voti. E dire che alla vigilia si vociferava di un potenziale bacino di quasi 8.000 elettori, in gran parte provenienti dal Bangladesh e dintorni, anime candide impiegate nei sacri stabilimenti di Fincantieri. Forse, alla fine, è meglio per gli islamici vivere in uno stato laico?
Ricordiamo che lo stesso Konate, sentendosi forse un novello Saladino alle prese con le crociate, pare abbia liquidato una giornalista che voleva intervistarlo con un elegantissimo “Sei troppo piccola”. Un’uscita che, diciamocelo, non depone esattamente a favore di un dialogo interculturale costruttivo.
Il nuovo sindaco leghista, Luca Fasan, gongola e promette di proseguire sulla linea “identitaria” della sua predecessora, Anna Cisint (oggi europarlamentare) e che ha contotto battaglie contro le moschee “abusive”, i divieti di balneazione “integrale” e la rimozione strategica di panchine per scoraggiare il vagabondaggio. Evidentemente il suo
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