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A me gli ochi

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Yanis Varoufakis, il Ministro delle Finanze ellenico ai tempi degli eroici furori di Tispras e del referendum vinto (ma perso) contro la Trojka, ha dichiarato: “L’Europa è una casa che brucia, ma non dobbiamo scappare”. Qualcuno avrà pensato: ma è ubriaco? Jean Claude Juncker, attuale presidente della Commissione Europea tra i più convinti sostenitori dell’eutanasia dell’Ellade, ha dichiarato: “Non siamo stati abbastanza solidali con la Grecia durante la crisi”. Qualcuno avrà pensato: ma è sobrio? Le due stupefacenti asserzioni, infatti, sembrano rilasciate per errore dalla persona sbagliata. Un po’ come se Juncker e Varoufakis si fossero, per celia, scambiati il copione elaborato dai rispettivi spin doctor. La frase pronunciata dal lussemburghese sarebbe perfetta nella bocca del greco e l’uscita del greco appropriata in quella del lussemburghese.
 
E allora, cosa diavolo sta accadendo? Sta accadendo che ci avviciniamo alle elezioni del parlamento europeo e si è messa in moto la macchina della propaganda. In un suo apprezzabilissimo lavoro, l’economista Ilaria Bifarini compie un’operazione interdisciplinare di grande interesse: rispolvera alcuni sacri testi del Novecento (‘Psicologia delle folle’ di Gustave Le Bon e ‘Propaganda’ di Edward Bernays) per farci capire come la sottostruttura del nostro mondo non sia riducibile, nella sua quintessenza, al mero dato economico, ma sia piuttosto un impasto inestricabile di economia scadente e psicologia efficientissima. I metodi di manipolazione massiva, induzione ipnotica, marketing virale, sintetizzati da Le Bon e Barnays per influenzare il pensiero, i sentimenti, le emozioni, le volizioni del popolino, direzionandolo al consumo della Coca Cola o delle sigarette sono gli stessi impiegati dai padroni del vapore per indirizzare il voto degli elettori verso i partiti europeisti. In questa cornice si iscrivono i commenti di Juncker e Varoufakis. I due signori non militano su fronti opposti, se non in apparenza. In verità, sono militanti del medesimo ‘partito’. Lo stesso Tsipras non ha nulla di diverso rispetto a un Monti o a un Draghi o a un Papademos. E infatti la sua operazione di inganno mistificatorio nei confronti di milioni di greci è riuscita alla grande e il massacro sociale di Zorba e dei suoi fratelli si è compiuto col decisivo contributo dei ‘democratici di sinistra’ di Syriza.
 
Si tratta solo di un format ben noto a chi ha studiato gli autori di cui si è occupata Ilaria Bifarini: poliziotto buono, poliziotto cattivo; carta vince, carta perde; a me gli occhi e via suggestionando. Sono tutte variabili, variamente combinate, del grande gioco che va sotto il nome di ‘manipolazione del consenso’. Ciononostante, non dobbiamo disperare. Le micidiali armi mediatiche di cui possono avvalersi le forze anti-democratiche, sostanzialmente ‘fasciste’, del regime tecno-finanziario che regge l’Europa, sono impiegabili anche dalla ‘Resistenza’ alle stesse. E i miracoli accadono: la gente (foss’anche solo grazie al passa parola dei social) si sta svegliando. Nel 1989, in occasione di un referendum consultivo, l’88 per cento degli italiani, allora ignari di che diavolo si trattasse, si pronunciarono a favore dell’Unione politica europea. Provate a rifarlo oggi.
 
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com

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