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Juncker da Trump: soia OGM dagli USA? di Giovanni Bottazzi

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Il 25 luglio il presidente della Commissione UE, JeanClaude Jucker, ha incontrato a Washington il Presidente americano Donald Trump per cercare una mediazione sui dazi doganali.

Non si può dimenticare che, appena eletto alla presidenza, un anno e mezzo fa, Trump aveva gettato alle ortiche il trattato commerciale con l’UE, il TTIP, in italiano Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, che era ormai giunto alla fase finale sotto l’amministrazione Obama. Un accordo che avrebbe creato la maggiore area di libero scambio del mondo ma era stato molto osteggiato un po’ in tutti i Paesi dell’Unione Europea, specie ad opera di un movimento chiamato “Stop TTIP!, in Italia vicino al partito 5 Stelle ora al governo, sulla base di varie preoccupazioni.

Quella più popolare riguardava proprio la diffusione dei prodotti agroalimentari transgenici di cui gli Stati Uniti sono forti produttori e grandi esportatori.

Con la dose di imprevedibilità che è ormai abituale, lo stesso Trump ora ne rilancia alcune proposte, naturalmente tra quelle più favorevoli all’economia USA; e pare che Juncker non sia rimasto sordo alle richieste. Tra le concessioni chieste e forse promesse da Juncker c’è quella di favorire le importazioni in Europa di soia dagli USA.

Una concessione commerciale in questo senso sarebbe unincredibile successo non dell’UE, ma della Germania.Infatti, come è  stato correttamente osservato nell’articolo del 28 luglio di questo sito “EUROPA AMICA: Juncker sta tentando di fare il solito regalo alla Germania e penalizzare l’Italia”, sarebbe un grande regalo della UE sia agli Stati Uniti sia alla Germania, ma penalizzerebbe soprattutto l’Italia, che in Europa è appunto principale produttrice di soia.

Questa preoccupazione si rivela ancora più grave se consideriamo la quali dei prodotti agricoli di massa, compresi molti cereali o legumi come nel caso specifico la soia, largamente esportati dagli Stati Uniti per alimentazione umana o animale. Infatti, queste produzioni sono ottenute con largo impiego di fitofarmaci specifici, che esigono sementi preventivamente trattate, ossia geneticamente modificate, le OGM.

Quindi, l’abbassamento dei dazi favorirebbe la produzione USA di tipo OGM, ossia principalmente da un lato la società Monsanto, ora praticamente confluita nella tedesca Bayer e, dall’altro, i produttori di fitofarmaci. Tra questi basti citare i marchi ancora della statunitense Monsanto, come l’arcinoto Roundup, a base di una sostanza chimica denominata glifosato. E’ questo un potente diserbante selettivo, che viene spruzzato in più riprese sui campi coltivati,penetra nelle foglie fino alle radici delle piante non OGM e le fa inaridire, mentre lascia intatte le piante preventivamente modificate geneticamente in modo specifico.

Quindi, un potente distruttore di biodiversità, che ha certamente risultati economici positivi sulla specifica produzione OGM desiderata, ma che fa il deserto su tutto il resto della vegetazione e lascia residui nei semi prodotti; sulla pericolosità dei quali per la salute umana non c’è ancora consenso tra le organizzazioni scientifiche, anche nel caso che la soia venga utilizzata per l’alimentazione animale.

Dunque, se gli USA vendono più soia all’Europa, vuol dire che a beneficiarne sarà principalmente una società tedesca, la Bayer, quindi anche la parte statunitense ex Monsanto, nel produrre e vendere più sementi OGM e più fitofarmaci. Un gran favore ai tedeschi, oltreché agli americani.

Al contrario, per l’agricoltura italiana in particolare sarebbe un doppio schiaffo. Non solo perché in Europa l’Italia è il principale produttore di soia, come già rilevato su questo sito il 28 luglio, ma anche perché la soia USA, per la stragrande parte prodotta come OGM in grandi aziende, grazie ai costi di produzione inferiori se poi favorita all’importazione sul nostro mercato potrebbe facilmente marginalizzare quella prodotta in Italia, di qualità ben migliore e gradita al consumatore, perché di tipo non OGM.

Meno male che Juncker è andato a discutere della materia commerciale senza alcun mandato esplicito, ma semplicemente accompagnato dalla stessa Commissaria UE al commercio estero che aveva assiduamente lavorato per la rapida conclusione del TTIP. Speriamo che entrambiricordino le contestazioni ricevute in mezza Europa a tale proposito…

Giovanni Bottazzi


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