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#80eurorenzi – Accattatevillo! Prelievo sulla casa TASI verso il raddoppio

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 Attenzione, gli 80 euro di Renzi, implicano, tra le altre cose, un aumento epocale della Tassazione, in primis sulle abitazioni.

la Banca d’Italia nella Relazione annuale, ha calcolato un aumento della tassazione sulle prime abitazioni del 60% rispetto al 2013, passando da circa 300 euro di Tares (la vecchia tassa sui rifiuti) e circa 60-70 euro per la vecchia Imu (mini-Imu), in pratica nel 2013 ha pagato 360-370 euro e quest’anno paghera’ 600 euro se un comune applichera’ ;’aliquota massima del 2,5%. 

 Ecco l’estratto dello studio di Banca d’Italia:gpg01 - Copy (217) - Copy - Copy

Il punto e’ che molto comuni applicheranno il 3,3% di aliquota TASI (vedi QUI). La gran parte dei comuni capoluogo di Regione che ha già deliberato, ha previsto per la Tasi l’aliquota più alta possibile (3,3 per mille), spesso giustificando l’incremento delle aliquote sopra al 2,5 per mille per consentire una serie di detrazioni o per permettere, a chi non pagava l’Imu, perchè in una fascia di reddito debole, di non pagare nemmeno la Tasi. 

Tradotto in soldoni, se non siete persona a reddito debole, la tassazione media sulle prime abitazioni nella maggior parte dei comuni raddoppiera’ sul 2013, passando da una media di 360-370 euro (Tares+mini-IMU) a circa 700 euro.

Insomma, Accattatevillo!

 80EUROrenzi

Da La Stampa

Tasi, dopo il caos è rischio stangata “Possibile aumento del 60% sul 2013”. Il dato di Bankitalia: la scelta in mano ai Comuni, il prelievo può superare l’Imu. La Consulta dei Caf ai Comuni: «Niente sanzioni per chi paga dopo il 16 giugno»

 

Un prelievo tra i 400 e i 600 euro per tutte le tasse locali sulla prima casa: è questo l’importo, a grandi linee, che una famiglia di tre persone pagherà quest’anno ai comuni come tasse locali se vive in un appartamento di media grandezza. 

I dati possono essere estrapolati in base a quanto contenuto nel grafico che la Banca d’Italia ha pubblicato nella Relazione annuale. Proprio da questo si evince che, a seconda della scelta dell’aliquota della Tasi 2015, il prelievo (comprensivo anche della tassa sui rifiuti, la Tari), aumenterà tra il 12 e il 60 per cento rispetto al 2013, quando la stessa famiglia ha pagato per la prima casa circa 300 euro di Tares (la vecchia tassa sui rifiuti) e circa 60-70 euro per la vecchia Imu (mini-Imu). In pratica nel 2013 ha pagato 360-370 euro e quest’anno potrà pagare tra i 400 e i 600 euro a secondo se l’aliquota della Tasi sarà quella base (1 per mille) o quella massima (2,5 per mille). 

Se il prelievo salirà a 600 euro, la «famiglia tipo» tornerà a pagare come nel 2012, quando – secondo i calcoli elaborati dalla Banca d’Italia sui dati dell’Agenzia delle Entrate – al pagamento di circa 250 euro sulla Tarsu-Tia (sempre tassa sui rifiuti) si aggiunse un prelievo di circa 350 euro medi per l’Imu prima casa «record». L’altalena delle tasse sulla casa quell’anno raggiunse il picco più alto per l’aumento della base imponibile aumenta del 60% dovuto all’adeguamento delle rendite catastali. 

 Che, in qualche modo, si sarebbe tornati a pagare come nel 2012 era già stato annunciato dal governo Letta. Con riferimento alla possibilità di un aumento pari a «oltre il 60%» del prelievo locale sulle abitazioni principali, contenuto nella Relazione annuale della Banca d’Italia, fonti della Banca d’Italia spiegano che per leggere correttamente il dato è necessario tener conto del fatto che l’incremento del 60% è quantificato sulla base di un valore di partenza molto basso, cioè quello del 2013, quando la tassazione patrimoniale sull’abitazione principale era stata soppressa per le abitazioni non di lusso. Data la sostanziale cancellazione dell’IMU nel 2013, il prelievo nel 2014 sarà necessariamente più alto: se ciascun capoluogo applicasse un’aliquota pari al 2,5 per mille, il prelievo complessivo crescerebbe di oltre il 60 per cento rispetto al 2013, mentre nell’ipotesi di applicazione della Tasi ad aliquota base, il prelievo aumenterebbe di circa il 12 per cento (rimanendo comunque ben al di sotto del livello registrato nel 2012). 

 A tranquillizzare gli animi interviene il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio «Noi siamo tranquilli e sereni», gli italiani con la Tasi pagheranno meno. Delrio contesta le valutazioni di Bankitalia che vede un rialzo nella tassa e spiega: «rispetto al 2012, che è l’anno di riferimento, non è assolutamente così».  

La Tasi «è chiaro che se la si confronta con il 2013, quando l’Imu prima casa fu abolita, è un altro discorso» precisa Delrio a margine del Festival dell’Economia. 

«I parametri, come abbiamo sempre detto, della Tasi vedono la tassa inferiore come impatto alla tassazione immobiliare presente negli anni normali; il 2013 – ha aggiunto Delrio – è stato un anno anormale perchè fu abolita `una tantum´ l’Imu prima casa». «Noi siamo tranquilli e sereni, gli italiani pagheranno meno e laddove pagheranno un po’ di più dovranno parlarne coi loro Comuni perché – ricorda Delrio – è una tassa comunale e lo diciamo qui, da Trento, dove l’autonomia è un valore».  

 A spaventare di più commercialisti e consulenti fiscali è il balletto delle delibere comunali. «Chiediamo ai Comuni di non applicare sanzioni ai contribuenti che verseranno l’acconto Tasi oltre il 16 giugno e rinnoviamo con urgenza la richiesta di prorogare la scadenza per la trasmissione del modello 730», dicono dalla Consulta Nazionale dei Caf, che si è riunita oggi a Roma proprio per fare il punto sull’ingorgo fiscale previsto per le prossime due settimane. In nove giorni si concentrerà infatti la chiusura della campagna fiscale per i contribuenti che presentano il Modello 730, alla quale si sovrappone l’intera assistenza per l’acconto Tasi che riguarderà circa 3.5/4 milioni di contribuenti, non distribuiti però su tutto il territorio nazionale ma ovviamente concentrati nei Comuni che hanno deliberato nei tempi (al 29 maggio poco meno di 2.200 Comuni). La Consulta segnala inoltre come le delibere approvate, che sono ora all’analisi dei tecnici dei Caf per l’inserimento nelle procedure di calcolo siano «particolarmente complesse, caotiche, spesso contraddittorie: se alcune sono così articolate che è nei fatti impossibile riuscire a «tabellarle» nelle procedure per il calcolo, per moltissime delibere non si può dare una interpretazione univoca e quindi applicarle correttamente». Peraltro – prosegue la nota dei Caf- «sono pochissimi i Comuni che, nonostante quanto espressamente indicato del decreto, invieranno i bollettini per il pagamento ai contribuenti». La Consulta chiede quindi che «si possa ragionevolmente adottare una tolleranza sulla scadenza del 16 giugno consentendo di elaborare i bollettini e versare quanto dovuto anche nei giorni successivi senza l’applicazione di sanzioni e interessi. Questo, insieme alla proroga della scadenza per il 730 è indispensabile per riuscire a rispondere alle richieste di assistenza in maniera adeguata».


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