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80 gradi sotto zero in Siberia. Alla faccia del surriscaldamento, rischiamo una nuova ondata di gelo

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Alcune settimane dopo l’ondata artica di Natale, gran parte degli Stati Uniti e dell’Europa hanno goduto di un caldo record. La massa d’aria fredda proveniente dalla Siberia che si è diffusa negli Stati Uniti continentali e si è dissipata nel nuovo anno, lasciando per fortuna quasi intoccato il vecchio continente. Finora è stato così, visto che tre settimane di clima superiore alla media hanno evitato una crisi energetica nell’emisfero settentrionale. Ma poco più a nord, in Siberia, le temperature stanno scendendo a livelli quasi record. E potrebbe essere solo una questione di tempo prima che la gigantesca massa d’aria fredda che vortica al Polo Nord diventi instabile, si rompa e inizi a riversarsi negli Stati Uniti e in Europa.

Gli allarmisti del riscaldamento globale, che la scorsa estate avevano invocato un imminente disastro climatico, potranno ricredesi perché la città rurale di Zhilinda, nella Siberia settentrionale, ha appena registrato temperature di -79,8 gradi, secondo il climatologo Maximiliano Herrera, che segue le temperature estreme in tutto il mondo.

Herrera ha dichiarato al Washington Post che Zhilinda era a pochi gradi dal battere il suo minimo storico di meno 82,3 gradi. Il minimo storico per l’emisfero settentrionale è stato stabilito in Russia nel 1933 con meno 89,9 gradi.

All’inizio della settimana, Paul Dorian di Arcfield Weather ha dichiarato che l’inverno non è finito e ha previsto un cambiamento significativo del tempo in Nord America “tra una decina di giorni”. Come ogni cosa, nulla è mai costante, e l’ondata di caldo potrebbe lasciare il posto a temperature più fredde nel corso del mese o all’inizio di febbraio.

“A volte, l’aria eccezionalmente fredda che si forma sulla Siberia si riversa negli Stati Uniti orientali”, spiega il WaPo, aggiungendo:

“Anche se gli Stati Uniti orientali hanno avuto un clima molto mite dopo l’ondata di freddo di fine dicembre, c’è il potenziale per un cambiamento significativo del modello verso la fine di gennaio”.

Affinché un vortice polare possa sfociare negli Stati Uniti o in Europa, è necessario un riscaldamento della stratosfera artica che spinga l’aria fredda più in basso. Come spiegato dalle previsioni meteo del Michigan:

Questo inizia con il riscaldamento della stratosfera artica che spinge l’aria fredda verso sud (in parole povere). I modelli GFS, GEFS, ECMWS e GEM stanno mostrando corse simili. Questo è più un avvertimento che altro. Se ne faccia una ragione, è mia modesta opinione che l’inverno, nel senso di freddo e neve, non sia ancora finito. Vedremo se il CPC sarà d’accordo con questa opinione.

Gli stessi fenomeni potrebbero prodursi verso l’Europa Occidentale, portando a ondate di freddo estremo. Un bel problema per le bollette energetiche, ma soprattutto un grosso grattacapo per gli pseudo ambientalisti dei media: come potranno ancora invocare il surriscalmento climatico?


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