Attualità
5000 anni fa: la prima grande battaglia in Europa
Un nuovo studio ha rivelato che centinaia di persone sepolte in una fossa comune nel nord della Spagna potrebbero essere state vittime della prima guerra su larga scala europea, avvenuta 5.000 anni fa. I ricercatori hanno analizzato le ossa di 338 individui e hanno scoperto che molti di loro presentavano ferite causate da frecce e altre armi. I risultati suggeriscono che il conflitto durò diversi mesi e coinvolse grandi gruppi di combattenti, sfidando la precedente ipotesi secondo cui le prime società si impegnavano solo in raid su piccola scala.
La sepoltura di Rioja Alavesa
Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, è stato condotto da Teresa Fernández‑Crespo e colleghi dell’Università dei Paesi Baschi e di altre istituzioni. Hanno esaminato i resti scheletrici di un unico luogo di sepoltura in una grotta poco profonda nella regione della Rioja Alavesa, che risale a un periodo compreso tra 5.400 e 5.000 anni fa. Questo periodo corrisponde al tardo Neolitico quando le comunità agricole si espansero in tutta Europa.
I ricercatori hanno scoperto che il 23,1% degli individui aveva lesioni scheletriche, mentre il 10,1% aveva lesioni non guarite, indicando che erano morti poco dopo essere stati feriti. Questi tassi sono molto più alti di quelli stimati per il periodo Neolitico (rispettivamente 7–17% e 2–5%).
Hanno inoltre scoperto che la maggior parte delle lesioni (74,1% di quelle non guarite e 70,0% di quelle guarite) riguardavano maschi adolescenti o adulti, suggerendo che fossero più esposti alla violenza rispetto alle femmine. Questa differenza di genere non è stata osservata in altri siti europei di vittime di massa del Neolitico, dove entrambi i sessi erano ugualmente colpiti dalla violenza.
I ricercatori hanno anche scoperto 52 punte di freccia in selce nello stesso sito, probabilmente usate come proiettili. Precedenti ricerche avevano dimostrato che 36 di queste punte di freccia presentavano danni minori associati al colpire un bersaglio. I ricercatori sostengono che l’elevato numero di ferite da freccia e le punte di freccia danneggiate indicano che molti degli individui presenti nel luogo di sepoltura erano coinvolti in un conflitto che coinvolgeva armi a distanza e grandi gruppi di combattenti.
Anche la stratificazione dei corpi mostra come molti siano stati stati seppelliti contemporaneamente, confermando come siano stati vittime di un grande evento bellico. Purtroppo, a parte le punte di freccia, sono stati trovati pochissimi oggetti, non permettendo di comprendere quale tipi di scontro sia stato.
Le ragioni del conflitto sono sconosciute, ma i ricercatori ipotizzano che fattori culturali o economici, come la competizione per le risorse o la terra o la tensione tra diversi gruppi regionali, possano averlo innescato. Lo studio fornisce nuove informazioni sulla natura e la portata della violenza nell’Europa preistorica e mostra che la guerra non era esclusiva delle società più complesse.
In uno studio correlato è stato rivelato che l’ascesa delle prime città e stati nell’antico Medio Oriente e in Mesopotamia ha rappresentato un punto di svolta nella storia umana. Tuttavia, ciò ha comportato anche un costo: un’impennata della violenza tra le persone. Un nuovo studio pubblicato su Nature Human Behavior rivela come i ricercatori hanno esaminato migliaia di scheletri della regione e hanno trovato prove di traumi ossei causati da un omicidio.
Lo studio suggerisce che la violenza interpersonale raggiunse il picco tra il 4.500 e il 3.300 a.C., quando le persone stavano attraversando significativi cambiamenti sociali ed economici, come il passaggio dalla caccia e raccolta all’agricoltura e all’insediamento. Lo studio mostra anche che la violenza è diminuita con lo sviluppo delle leggi, del commercio e della cultura, e quindi con lo stabilirsi della civiltà, che comunque non è riuscita a guarire il problema.
Anzi, con il tempo lo ha reso più acuto, come dimostrano i nostri giorni. Sono passati 5000 anni, ma con poco avanzamento.
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