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Conti pubblici

5 Studi sulla Sostenibilita’ a lungo termine dei Conti Pubblici dicono che l’Occidente ha un enorme problema. Italia e Germania le nazioni piu’ sostenibili.

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Sono usciti una serie di indicatori sulla sostenibilita’ dei Conti Pubblici, a cura della Neue Zürcher Zeitung nonche’ della Commissione Europea e del FMI. Nel post riportiamo anche lo studio condotto dalla fondazione tedesca Stiftung Marktwirtschaft e l’analisi di sostenibilita’ dei debiti pubblici fatta da scenarieconomici.it.

I risultati di questi 5 studi sono praticamente identici: sul lungo periodo l’Italia e’ insieme alla Germania la sola nazione che ha una sostenibilita’ dei conti pubblici. Cio’ e’ legato al fatto che l’Italia ha fatto una serie di riforme che contengono gli effetti dell’invecchiamento della Popolazione, specie sulle Pensioni. Per gli altri paesi Europei la situazione e’ estremamente difficile, per USA e Giappone in prospettiva la situazione e’ drammatica.

 

PREMESSA: LA QUALITA’ E LA SOSTENIBILITA’ DEI DEBITI PUBBLICI

Abbiamo affrontato ampiamente l’argomento. Vi invito a leggere l’articolo  Analisi di Sostenibilita’ dei DEBITI PUBBLICI dell’Italia, Germania, Francia, Spagna, UK, USA e Giappone 

In sintesi l’articolo spiega che non conta in se’ l’ammontare del Debito Pubblico per giudicarne l’affidabilita’ ed il rischio default, ma una moltitudine di parametri ad esso connesso o semplicemente del Paese. Sentir dire che il Paese X finira’ in Default in tempi brevi solamente perche’ ha un ampio debito, quando lo stesso paese ha una “Cassa e Liquidita’ enorme” ed un flusso di cassa positivo generato da costanti attivi della Bilancia dei Pagamenti, mi fa sorridere, francamente. Nell’analisi si sostenava che l’Italia era senza dubbio una nazione a rischio, ma che L’Italia ha una situazione di sostenibilita’ a lungo termnine dei conti pubblici seconda solo alla Germania.

Abbiamo ripreso l’argomento in un altro fortunato articolo: Analisi del DEFAULT di uno Stato: cerchiamo di capire perche’ e quando accade, e cosa accade dopo; riporto qui le conclusioni:

Ovviamente per una nazione come l’Italia, meglio cercare di evitare il default, ma ancor piu’ importante sarebbe evitare un’agonia infinita che precede il default stesso. Il nostro paese, per ridurre drasticamente il rischio default ed agonia, dovrebbe fare cose semplici e di buon senso e tornare al Libero Mercato ed a condizioni di equilibrio. Cio’ significa 3 cose per l’Italia:
– Avere come priorita’ nazionale l’avere una Bilancia dei Pagnamenti equilibrata o attiva
– Eliminare i vincoli di rigidita’ sui cambi, tornando ad una valuta nazionale, senza inserimento in sistema di cambi fissi.
– Lavorare per rendere il sistema pubblico e privato piu’ efficienti e competitivi. In sintesi fare tutte quelle cose di buon senso di cui abbiamo parlato innumerevoli volte sul fronte di spesa pubblica, tasse e riforme.

 

STUDIO SULLA SOSTENIBILITA’ DEI DEBITI PUBBLICI DELLA FONDAZIONE STIFTUNG MARKTWIRTSCAFT

Nel 2012 pubblicammo (nel silenzio generale usuale dei media Italiani) la seguente ricerca: Ricerca sui Debiti dell’economista Bernd Raffelhüschen della Fondazione Stiftung Marktwirtschaft: Europa schiacciata da Debiti insostenibili, Italia e Germania messe meglio; Qui le conclusioni:

Il Paese piu’ sostenibile sul fronte del debito nell’eurozona? É l’Italia, molto migliore della Germania, mentre le altre nazioni sono un Disastro. Non è uno scherzo, ma il frutto di un serissimo studio della fondazione tedesca Stiftung Marktwirtschaft (“Economia di mercato”), presieduta dall’economista Bernd Raffelhüschen, professore di Scienze finanziarie presso l’Università di Friburgo, in Germania, ed esperto di evoluzione demografica. Il titolo del relativo comunicato stampa la dice lunga: «Italia urrà, Lussemburgo puah». La classifica tiene conto non solo di quello che la fondazione chiama «esplicito», ma anche il debito implicito legato soprattutto all’invecchiamento: pensioni in maturazione nei prossimi anni, la spesa sanitaria, il saldo primario e quant’altro.

 

STUDIO SULLA SOSTENIBILITA’ DEI DEBITI PUBBLICI DELLA NEUE ZURCHER ZEITUNG 

La Neue Zürcher Zeitung ( Nzz ), fonte molto autorevole ha ripreso lo studio della Stiftung Marktwirtschaft e lo ha integrato con un altro studio estendendo il panel anche alla Svizzera. Il risultato non cambia: l’Italia resta il Paese numero uno dell’Europa, molto più sostenibile della Germania perché negli anni, paradossalmente, passati ha fatto i “compiti a casa” e si propone come  il Paese, in prospettiva, con il più basso incremento di spese per pensioni, sanità e assistenza per anziani; gli altri Stati, invece, si sono accontentati di monitorare il debito esplicito, lasciando che la struttura di queste spese assumesse delle proporzioni tali da esplodere da qui a qualche anno: hanno guardato solo alla punta dell’iceberg, come scrive Gerhard Schwarz, oggi direttore del think tank svizzero Avenir Suisse, sulla Neue Zürcher Zeitung. Possibile? Sì, se si considera oltre al debito esplicito anche quello implicito ovvero gli impegni già presi dallo Stato per i decenni a venire e legati in particolare all’invecchiamento della popolazione: dunque le pensioni in maturazione nei prossimi anni, la spesa sanitaria che dovrà essere sopportata da una popolazione più anziana; il tutto considerando il saldo primario dello Stato.

Il grafico qui sotto e’ chiarissimo, seppur in tedesco: considerando debito esplicito ed implicito l’Italia sarebbe ad un debito complessivo sotto lo 0%, la Germania sopra al 120%, la Francia sopra al 400% e la Spagna sul 800%.

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GLI INDICATORI DI SOSTENIBILITA’ S2 (fonte Commissione Europea) ED FMI: ITALIA E GERMANIA SONO LE SOLE NAZIONI CHE HANNO CONTI SOSTENIBILI SUL LUNGO PERIODO, MENTRE NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI, IN USA E GIAPPONE SONO DISASTROSI

Gli indicatori di sostenibilità del debito pubblico elaborati dalla Commissione europea e dall’FMI, che tengono conto anche delle spese legate all’invecchiamento della popolazione, confermano che solo la Germania e l’Italia, tra i paesi industriali, mostrano un sostanziale equilibrio nel lungo periodo.

Indicatore di sostenibilita’ S2: Aumento del rapporto avanzo primario/PIL (rispetto al valore del 2011) necessario, date le proiezioni demografiche e macroeconomiche, a soddisfare il vincolo di bilancio intertemporale delle Amministrazioni pubbliche; la stima tiene conto del livello del debito, delle prospettive di crescita dell’economia, dell’evoluzione dei tassi di interesse e del flusso degli avanzi primari futuri, su cui influisce la dinamica delle spese legate alla demografia. Dati tratti da Commissione europea.

Indicatore di sostenibilita’ FMI: Aumento del Rapporto avanzo primario/PIL che dovrebbe essere conseguito entro il 2020 (e mantenuto per un altro decennio) per portare il rapporto debito/PIL al 60 per cento entro il 2030. Il valore include l’aumento previsto delle spese in campo sanitario e pensionistico tra il 2013 e il 2030.

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CONCLUSIONI

I dati di cui sopra non vanno presi a mio vedere con la consueta’ negativita’ Italica (“tanto ci penseranno i politici a scialaquare tutto”) o con un ottimismo senza senso (“quindi possiamo fare piu’ spesa pubblica, contro-riforme e stampare a rullo ed uscire  dalla crisi). Sono dati che vanno letti con semplice realismo.

I dati dicono che in tutto il mondo occidentale, le Nazioni saranno obbligate se non vogliono aumenti esponenziali dei debiti pubblici, ad agire: ovviamente agiranno ampliando il Debito stesso, ma saranno obbligate a tenere i tassi di interesse bassissimi ed a fare un po’ di inflazione per alzare il denominatore del Debito (il PIL); al tempo stesso saranno anche obbligate a fare Riforme per contenere l’andamento della spesa previdenziale e sanitaria.

L’Italia ha un’opportunita’ di fronte a se’, e varrebbe la pena di tenerne conto.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 11 Maggio 2013 al 14esimo posto dei 20 Articoli TOP di Scenarieconomici.it degli ultimi 3 mesi. Sono articoli spesso finiti al primo posto nella classifica ebuzzing nella sezione economia.

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1 posto) Esclusiva Analisi: simulazione di cosa accadrebbe con e senza EURO (pubblicato il 23 Marzo 2013; circa 30.000 visite su scenarieconomici e decine di migliaia migliaia su altri siti; articolo arrivato il 23 Marzo al 1 posto come rilevanza nella classifica Ebuzzing sezione Economia)

2 posto) Esclusiva – L’Intervista in forma integrale all’economista Alberto Bagnai – Euro e Crisi (pubblicato il 20 Marzo 2013; circa 15.000 visite su scenarieconomici e decine di migliaia migliaia su altri siti)

3 posto) Capire la Crisi dell’Europa in 9 slides (per Super-Dummies)  (pubblicato il 27 Marzo 2013; circa 10.000 visite su scenarieconomici e decine di migliaia su altri siti)

4 posto) EURO: Analisi di dettaglio del perche’ all’Italia conviene uscire (pubblicato il 24 Marzo 2013; ben oltre 6mila visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti; articolo arrivato il 1 Aprile al 1 posto come rilevanza nella classifica Ebuzzing sezione Economia)

5 posto) Fact Checking alle argomentazioni PRO-EURO: smontate una per una (pubblicato l’1 Aprile 2013; ben oltre 3mila visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti; articolo arrivato il 1 Aprile al 1 posto come rilevanza nella classifica Ebuzzing sezione Economia)

6 posto) L’Economista Kaldor nel 1971 spiegava con precisione millimetrica il perche’ l’Euro avrebbe fatto collassare il sistema (pubblicato l’8 Maggio 2013; quasi 3mila visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti; articolo arrivato l’8 maggio al 1 posto come rilevanza nella classifica Ebuzzing sezione Economia)

7 posto) Riccardi accusa Monti: “Più dava legnate al paese, più la Merkel era contenta e più lui era soddisfatto” (pubblicato l’8 Giugno 2013; oltre 2mila visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti)

8 posto) Dati Regionali 2012 shock: Residuo Fiscale (saldo attivo per 95 miliardi al Nord) (pubblicato il 27 maggio 2013; quasi 2mila visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti)

9 posto) Capire la Crisi dell’Europa in 80 slides (pubblicato il 5 Maggio 2013; quasi 2mila visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti)

10 posto) Il Bilancio del Governo Monti – Valutazione finale: il peggior Governo della 2 Repubblica (Valutazione analitica delle Performance dell’Italia rispetto alla UE di tutti i governi) (pubblicato il 2 Maggio 2013; quasi 2mila visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti)

11 posto) Serie del PIL dal 1861 ad oggi in Italia: grafici e mappe regionali (pubblicato il 14 Aprile 2013; quasi 2mila visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti)

12 posto) Analisi del DEFAULT di uno Stato: cerchiamo di capire perche’ e quando accade, e cosa accade dopo (pubblicato il 3 Aprile 2013; quasi 2mila visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti; articolo arrivato il 3 Aprile al 1 posto come rilevanza nella classifica Ebuzzing sezione Economia) 

13 posto) Studio “Bertelsmann Stiftung”: in caso di rottura dell’EURO grossi guai per la Germania (pubblicato il 17 maggio 2013; quasi 2mila visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti)

14 posto) 5 Studi sulla Sostenibilita’ a lungo termine dei Conti Pubblici dicono che l’Occidente ha un enorme problema. Italia e Germania le nazioni piu’ sostenibili. (pubblicato l’11 Maggio 2013; ben oltre mille visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti)

15 posto) 4 Premi Nobel (Paul Krugman, Milton Friedman, Joseph Stigliz, Amartya Sen): “l’Euro e’ una patacca” (pubblicato il 3 Giugno 2013; oltre mille visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti; articolo arrivato il 3 giugno al 1 posto come rilevanza nella classifica Ebuzzing sezione Economia)

16 posto) L’andamento del Mercato Immobiliare nel 1996-2012 nei vari Paesi Europei, e proiezione al 2017 (pubblicato l’1 Aprile 2013; ben oltre mille visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti)

17 posto) Ecco perche’ la DISGREGAZIONE dell’EURO e’ lo scenario piu’ probabile (pubblicato il 21 Maggio 2013; ben oltre mille visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti)

18 posto) Euro-crisi: Germania, Italia e gli altri, un matrimonio destinato a finire male…. molto male. (pubblicato il 10 Maggio 2013; ben oltre mille visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti)

19 posto) Il vero “Cyprus Template”. Come la zona euro sia diventata ormai uno strumento neocoloniale di sfruttamento (pubblicato il 9 Aprile 2013; ben oltre mille visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti)

20 posto) EURO CRISI: dopo Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia, Cipro (Slovenia, Malta) chi sara’ il prossimo? (pubblicato il 29 Marzo 2013; ben oltre mille visite su scenarieconomici e migliaia su altri siti)

 

By GPG Imperatrice

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