Difesa
300 Mercenari rumeni si arrendono ai ribelli congolesi e vengono rimpatriati. Il fallimenti dell’esercito a pagamento
300 mercenari rumeni che avevano combattutto a Goma contro il movimento ibelle M23 si sono arresi e tramite le forze ONU sono stati rimpatriati in Romania. Del resto, perché un mercenario dovrebbe rischiare la vita?
Non tutte le “legioni straniere” riescono ad avere successo. Quasi 300 mercenari stranieri assunti dal governo della Repubblica Democratica del Congo per contrastare la rapida offensiva dei ribelli ruandesi dell’M23 nell’est del Paese si sono arresi e mercoledì e sono stati mandati a casa dal governo ruandese. Almeno è finita bene per loro.
More than 200 Romanian mercenaries from the DR Congo who ingloriously surrendered to the M23 rebel group and Rwandan border guards have gone home to Romania pic.twitter.com/dpYi29GWhF
— Sprinter Observer (@SprinterObserve) February 1, 2025
Goma, la più grande città del Congo orientale, è stata conquistata dall’M23 all’inizio della settimana, mettendo all’angolo i mercenari, i resti dell’esercito congolese e le milizie alleate contro il lago Kivu e il confine con il Ruanda e perfino le forze di pace dell’ONU.
Non avendo altro luogo dove ritirarsi, si sono consegnati alle truppe di pace delle Nazioni Unite a Goma, che hanno poi organizzato il loro transito verso casa attraverso il vicino Ruanda.
“Siamo sollevati perché finalmente possiamo tornare a casa… è un grande sollievo”, ha detto uno di loro, un rumeno che si trovava a Goma da circa due anni.
“Goma è devastata a causa della guerra tra ruandesi e congolesi”, ha detto alla Reuters mentre attraversava il confine con il Ruanda, rifiutando di fornire il proprio nome.
Il Ruanda nega di appoggiare i ribelli, ma afferma di aver preso quelle che definisce misure difensive, e accusa il Congo di combattere a fianco degli autori del genocidio ruandese del 1994. Ovviamente il Congo è visto come punto d’appoggio per quelli che erano gli hutu, autori del massacro dei tutsi nel 1994. Tren’tanni passati per niente.
Ingaggiati per rafforzare l’esercito sottopagato e disorganizzato del Congo, i mercenari hanno utilizzato droni militari ad alta tecnologia che sono stati a lungo bloccati dalle difese aeree ruandesi, secondo un’analisi dell’International Crisis Group.
Il Congo si è avvalso dei servizi di Agemira RDC, una filiale di una società madre con sede in Bulgaria, per la logistica, e di Congo Protection, guidata da un ex membro della Legione straniera francese, per l’addestramento, ha dichiarato Henry-Pacifique Mayala di Kivu Security Tracker (KST), che mappa i disordini nel Congo orientale.
Senza quasi alcun coordinamento tra i due appaltatori militari e gli altri attori sul campo, il ruolo dei mercenari ha peggiorato ulteriormente il conflitto, ha affermato Mayala.
Congo e mercenari, una lunga storia di insuccesso
Congo e forze mercenarie hanno una lunga storia di insuccesso e di brutalità. Se gli abitanti di una nazione non vogliono combattere per se stessi, perché dovrebbero farlo delle persone che combattono per soldi? Notava già il Machiavelli che il mercenario ha in se stesso il proprio capitale: perché dovrebbe sacrificarlo per difendere lo stato altri? Il discorso del XVI secolo vale, tale e quale, ora.
Al contrario i mercernari sono sempre proni ad approfittare al massimo della propria posizione, senza grossi scrupoli: alcuni congolesi anziani ricordano l’uso di mercenari negli anni ’60, tra cui un gruppo guidato da “Mad Mike” Hoare, che sostenne il tentativo fallito dello Stato meridionale del Katanga, ricco di minerali, di secedere da Kinshasa. La secessione del Katanga portò a una lunga e sanguinosa guerra nella regione, alimentata da milizie mercenarie senza scrupoli e molto ben armate ed addestrate.
Prima di attraversare il confine, uno dei mercenari è stato rimproverato dal portavoce dell’M23 Willy Ngoma di fronte a un gruppo di giornalisti, dicendogli che non avrebbe dovuto “venire a cercare avventure in Congo”, secondo un video condiviso dal quotidiano ruandese New Times.
“Abbiamo un Paese molto ricco. Ma con leader avidi. Ti hanno reclutato, ricevi 8.000 dollari al mese e sei nutrito, mentre (i soldati congolesi) ricevono meno di 100 dollari”, ha detto Ngoma.
Alla domanda su dove si sia addestrato, il mercenario ha risposto che è stato con la Legione straniera francese, un’unità dell’esercito francese che accetta volontari da tutto il mondo. I ministeri degli Esteri e della Difesa francesi non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento.
Al valico di frontiera tra Goma e la città gemella ruandese di Gisenyi, i reporter della Reuters hanno visto decine di uomini corpulenti, molti barbuti, alcuni in tuta, in fila per essere perquisiti dalla polizia e per far esaminare i loro bagagli dai cani da fiuto.
Un uomo indossava una camicia con la scritta “REGIMENT ETRANGER DES PARACHUTISTES”, il reggimento di paracadutisti della Legione Straniera francese, che ha combattuto con successo nello Zaire, l’ex nome del Congo, nel 1978 per salvare ostaggi europei e locali tenuti in ostaggio da un gruppo di ribelli.
L’esercito ruandese ha dichiarato di aver accolto mercoledì oltre 280 mercenari rumeni e che li avrebbe trasportati nella capitale Kigali. Gli uomini sono saliti sugli autobus in silenzio. Un esercito sconfitto, ma vivo, e per un mercenario questo è già un buon risultato. Almeno potranno godersi il soldo in Patria.
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