Economia
Sanzioni, la Cina risponde all’UE: colpite due banche europee. Cosa succede ora?
Pechino passa al contrattacco dopo le misure di Bruxelles. Sanzionate due banche lituane come ritorsione per il loro presunto ruolo nel facilitare transazioni con la Russia. Si alza la tensione tra Cina e Unione Europea, ma la mossa potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio per l’export cinese.
Chi di sanzioni ferisce di sanzioni perisce. La Cina ha sanzionato due banche dell’Unione Europea, mantenendo la promessa di ritorsioni dopo che il blocco aveva preso di mira alcuni istituti di credito cinesi che avrebbero facilitato le transazioni commerciali con la Russia.
La Cina ha inserito UAB Urbo Bankas e AB Mano Bankas , lituane nella sua lista di contromisure, secondo quanto dichiarato mercoledì dal Ministero del Commercio in un comunicato. La misura vieta alle organizzazioni e agli individui in Cina di effettuare transazioni, cooperare e svolgere altre attività con gli istituti citati.
In una dichiarazione separata, il ministero ha affermato di sperare che l’UE apprezzi le sue relazioni con la Cina, corregga i propri errori e smetta di danneggiare gli interessi della nazione. Una specie di ultimatum verso Bruxelles, neanche tanto velato.
Il mese scorso, l’Unione Europea ha sanzionato due banche cinesi e cinque società con sede nel Paese asiatico nell’ambito dell’ultima serie di misure contro Mosca. L’UE ha affermato che le banche sono state inserite nell’elenco per aver fornito servizi di criptovaluta che vanificavano lo scopo delle sanzioni.
Gli stretti legami della Cina con la Russia avevano già sottoposto le sue banche a sanzioni simili da parte degli Stati Uniti, spingendole a rivalutare le loro attività e i loro clienti. Alcune delle sue banche statali hanno inasprito i controlli sui finanziamenti ai clienti russi all’inizio dello scorso anno, dopo che gli Stati Uniti hanno autorizzato sanzioni secondarie contro le società finanziarie estere che aiutano lo sforzo bellico di Mosca.
La Cina e la Lituania hanno avuto divergenze in passato. L’anno scorso, la Lituania ha espulso tre dipendenti dell’ambasciata cinese, sostenendo che non fossero accreditati. Quindi non stupisce che, ad essere colpite, siano le banche di quel paese, anche se è improbabile che tengano rapporti rilevanti con entità cinesi.
Pechino aveva precedentemente ridotto le relazioni diplomatiche con la nazione baltica in risposta alla decisione della Lituania di consentire l’apertura di un ufficio di rappresentanza di Taiwan a Vilnius.
I rapporti tra Pechino e Bruxelles sono stati tesi negli ultimi anni, in gran parte a causa del sostegno della Cina alla guerra della Russia in Ucraina. Adesso Pechino mette bene in chiaro che anche lei è in grado di imporre sanzioni alla UE. La differenza è che però queste sanzioni vengon o arendere più complessa l’attività d’esportazione delle aziende cinesi, e Pechino ha un surplus commerciale notevole nei confronti della UE. Se queste misure andassero oltre la mossa dimostrativa sarebbe un bel problema per le stesse aziende cinesi.
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