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🛰️ Starlink nel mirino di Pechino: l’esperimento Cinese per “oscurare” Taiwan
Scudo di Droni Cinesi: L’Esperimento che Dimostra come Pechino Può Oscurare Starlink su Taiwan con una Rete Aerea

La mossa dello scacchiere geopolitico tra satelliti, droni e nuove guerre elettroniche
Elon Musk con Starlink ha fatto un favore all’Ucraina, offrendo una rete di comunicazione resiliente che ha resistito ai tentativi di jamming russi, spostando l’ago della bilancia a favore di Kyiv sul campo di battaglia digitale. Pechino, che reclama Taiwan come proprio territorio e osserva con crescente allarme l’espansione del ruolo militare di Starlink, non poteva certo starsene con le mani in mano.
Il timore è che Taipei, con il supporto degli Stati Uniti, possa sfruttare questa mega-costellazione satellitare in orbita bassa (LEO) per la sorveglianza in tempo di pace e, soprattutto, per guidare attacchi contro le forze cinesi in caso di conflitto. La soluzione di Pechino? Sviluppare sistemi in grado di neutralizzare la rete quando necessario.
L’esperimento di Jamming distribuito: droni come scudo elettromagnetico
Il problema principale per i cinesi è la natura di Starlink. Non si tratta dei vecchi satelliti geostazionari fissi sopra l’equatore, facili da colpire. La rete di Musk è un sistema a maglia in LEO, dove il terminale utente commuta rapidamente tra migliaia di satelliti, rendendo inutile il tentativo di bloccarne uno solo.
Un recente studio sottoposto a peer-review, condotto da ricercatori dell’Università dello Zhejiang e del Beijing Institute of Technology (BIT), e riportato dal South China Morning Post, ha offerto uno sguardo dettagliato sulla strategia che l’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) potrebbe adottare: la tecnica del jamming distribuito.
Invece di affidarsi a poche e potenti stazioni di disturbo a terra (come tentato, con scarso successo, dalla Russia), la strategia prevede la dispersione di centinaia o migliaia di piccoli jammer sincronizzati dislocati in cielo, su droni e palloni aerostatici, per creare un vero e proprio scudo elettromagnetico sopra l’area del conflitto.
📝 Dettagli della simulazione cinese
Il team, guidato dal ricercatore della difesa Yang Zhuo, ha utilizzato dati satellitari reali di Starlink per replicare le posizioni dinamiche dei satelliti su 12 ore, simulando:
- La reale forza del segnale downlink di Starlink.
- Le caratteristiche di ricezione direzionale delle antenne utente.
- Il percorso di propagazione delle onde radio (da terra al satellite e viceversa).
- L’effetto di jamming combinato di più jammer che illuminano simultaneamente lo stesso terminale.
Simulando una “scacchiera” di jammer virtuali in volo a 20 chilometri di altitudine e distanziati tra 5 e 9 chilometri, i ricercatori hanno potuto stimare l’efficacia di questo attacco elettronico coordinato.
Quanti Droni servono per “Spegnere” Taiwan?
I risultati, seppur preliminari, sono stati illuminanti per i ricercatori di Pechino.
| Configurazione Jammer | Potenza (dBW) | Potenza (Watt) | Distanza Jammer (km) | Area coperta per nodo |
| Ottimale (Costo maggiore) | 26 dBW | 400 W | 7 km | $38,5 \text{ km}^2$ |
| Più Economica (Potenza minore) | 23 dBW | 200 W | 5 km | N.D. (richiede più nodi) |
Considerando che l’isola di Taiwan ha una superficie di circa $36.000 \text{ km}^2$, la simulazione ha stabilito che sarebbero necessari almeno 935 nodi di interferenza sincronizzati per coprire interamente l’isola. Per garantire una copertura più robusta e compensare le eventuali perdite (terreno montuoso, guasti, ecc.), il team ha suggerito che il numero di droni potrebbe raddoppiare, arrivando a circa 2.000 unità, utilizzando l’alimentazione meno potente ma più economica da 23 dBW.
L’esperto indiano conferma la minaccia
Interpellato sull’esperimento, il Capitano di Gruppo Arvind Pandey , esperto di geospatial intelligence, ha confermato all‘EurAsian Times che la degradazione tecnica delle costellazioni LEO è fattibile, sia tramite Hard kill (armi a energia diretta, satelliti killer) che Soft kill (metodi EW, guerra elettronica, come quello ipotizzato).
“Questo studio afferma di utilizzare 1000-2000 droni per creare una rete aerea e degradare la costellazione Starlink con il soft kill in un’area limitata, cosa che è assolutamente fattibile, soprattutto con la tecnologia di interferenza basata sull’IA. L’uso di stazioni di terra per disturbare i satelliti è in uso da anni… ma è risultato meno efficace nella Guerra in Ucraina.”
Insomma, il blocco tramite droni su Taiwan non è fantascienza. Sebbene i risultati siano basati su simulazioni e Starlink abbia un know-how segreto, l’uso di una vasta e coordinata rete aerea rappresenta una minaccia concreta e tecnologicamente avanzata per la supremazia comunicativa occidentale. La guerra si sta combattendo anche a 20 chilometri di altitudine.
Ovviamente il fatto che questo tipo di esperimento sia stato reso noto dà a Starlink la possibilità di predisporre delle contromisure, così come fornisce alle forze della difesa di Taiwan la possibilità di predisporre una forma di protezione, che potrebbe andare, banalmente, dall’utilizzare dei ripetitori piàù elevati rispetto ai droni, all’abbattimento diretto degio stessi tramite armi/droni anti radiazione. Taiwan sta già sviluppando una propria attività produttiva nel settore dei droni, che si può adattare a queste diverse necessità.
Domande e risposte
Qual è la differenza cruciale tra Starlink e i satelliti tradizionali che rende difficile il jamming?
La maggior parte dei sistemi di comunicazione satellitare tradizionali utilizza pochi grandi satelliti in orbita geostazionaria (fissi sopra l’equatore). Starlink, al contrario, è una mega-costellazione di decine di migliaia di piccoli satelliti in orbita terrestre bassa (LEO).3 Questa disposizione crea una “rete a maglia” dinamica: il terminale di un utente non si collega a un singolo satellite, ma passa rapidamente da uno all’altro in pochi secondi. Disturbare un satellite non interrompe l’intera comunicazione, che viene immediatamente reindirizzata, rendendo inefficace il jamming tradizionale da terra.
In che modo la Cina intende superare il problema del rapido cambio di satellite in Starlink?
La strategia cinese, chiamata “jamming distribuito”, si basa sull’idea che non basta disturbare un punto specifico, ma bisogna saturare l’intera area di interesse. Invece di pochi potenti jammer a terra, si prevede l’uso di centinaia o migliaia di piccoli jammer aerei sincronizzati, posizionati su droni o palloni. Volando a bassa quota (circa 20 km), questi nodi creerebbero una barriera elettromagnetica diffusa sull’area bersaglio (es. Taiwan), disturbando simultaneamente tutti i segnali downlink e impedendo ai terminali Starlink di mantenere una connessione utilizzabile, indipendentemente dal satellite a cui sono collegati.
La Cina sta sviluppando solo il soft kill (guerra elettronica) o anche altre contromisure contro Starlink?
Pechino sta perseguendo un approccio su più fronti. Oltre al soft kill (come l’esperimento sui droni), sta sviluppando anche capacità di hard kill (attacco fisico). Queste includono: lo sviluppo di sorgenti di energia compatte per armi a microonde ad alta potenza, capaci di abbattere i satelliti; simulazioni di attacchi cinetici e laser sottomarini per colpire i satelliti Starlink. Inoltre, la Cina sta costruendo la propria mega-costellazione LEO, il progetto Qianfan (o G60), per creare un rivale domestico e fornire un’alternativa di comunicazione globale.4









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