EconomiaEnergia
⛽ Grandi manovre nel petrolio: Chevron punta agli asset di Lukoil messi all’angolo dalle sanzioni USA
Le sanzioni USA costringono Lukoil alla ritirata. Chevron fiuta l’affare, ma l’ombra della compliance e il flop di Gunvor (definito “burattino del Cremlino”) complicano la partita. Cosa succede ora nel grande risiko del petrolio.

Secondo un’esclusiva di Reuters, Chevron sta valutando una potenziale offerta per le attività di Lukoil messe sotto pressione dalle recenti sanzioni statunitensi, aggiungendo così un altro importante operatore occidentale al gruppo che sta esaminando le opportunità create dalle cessioni forzate della Russia.
La revisione riguarda una serie di posizioni nel settore della raffinazione, della commercializzazione di carburanti e dell’upstream un tempo detenute da Lukoil in Europa, Medio Oriente e Messico.
Diverse aziende internazionali stanno analizzando il portafoglio dopo che Washington ha inasprito le misure su Rosneft e Lukoil il mese scorso, una mossa che ha accelerato il processo di vendita. Diverse aziende che stanno esaminando il portafoglio si stanno concentrando su come il quadro delle sanzioni influisca sulle operazioni quotidiane. Queste questioni sono diventate centrali per la valutazione perché molte delle attività operavano in regime di esenzione o di accordi transitori prima che entrassero in vigore le ultime misure statunitensi. Gli acquirenti stanno ora rivalutando quali parti del portafoglio possono essere integrate senza problemi nelle strutture aziendali esistenti senza creare ulteriori ostacoli di conformità.
Carlyle ha iniziato a esaminare parti dello stesso portafoglio Lukoil dopo che una transazione pianificata da 22 miliardi di dollari che coinvolgeva Gunvor è fallita. La revisione si concentra sulle attività che possono essere acquisite senza periodi di transizione prolungati o complesse procedure di licenza. Gunvor ha ritirato la sua offerta dopo che i funzionari statunitensi hanno segnalato che non avrebbero concesso la licenza per l’acquisto e hanno pubblicamente descritto il trader come il “burattino del Cremlino”.
La decisione di Gunvor di ritirarsi ha rafforzato le aspettative che le grandi società integrate o allineate allo Stato siano ora più propense a perseguire queste cessioni rispetto agli intermediari di materie prime.
L’esposizione regionale rimane una variabile chiave. Molte delle attività oggetto di revisione includono reti di prodotti raffinati legate ai centri di domanda europei, mentre altre sono collegate ai flussi di approvvigionamento in Medio Oriente e Asia centrale. Le società che valutano il portafoglio si concentrano sulla chiarezza giurisdizionale, sulla stabilità delle approvazioni normative locali e sulla redditività a lungo termine dei contratti di acquisto esistenti.
Secondo Reuters, Chevron non ha commentato la revisione e non è stata presentata alcuna offerta formale.
Domande e risposte
- Perché Chevron è interessata proprio ora agli asset di Lukoil? L’interesse non nasce da una normale strategia di mercato, ma è una diretta conseguenza delle sanzioni USA. Le recenti misure restrittive hanno “messo sotto pressione” Lukoil, costringendola di fatto a cedere attività (cessioni forzate). Chevron, come altri grandi operatori, sta semplicemente valutando le opportunità create da questa situazione geopolitica, sperando di acquisire asset di valore a condizioni potenzialmente vantaggiose, sempre che i problemi di compliance siano gestibili.
- Qual è il rischio principale per chi compra queste attività? Il rischio è la compliance. Le attività di Lukoil operavano spesso con esenzioni o accordi transitori che le nuove sanzioni hanno annullato. Un acquirente come Chevron deve analizzare minuziosamente quali parti del portafoglio può integrare senza violare il complesso quadro sanzionatorio statunitense. Acquistare un asset che poi non si può operare o che genera multe miliardarie sarebbe un disastro. La stabilità normativa locale è l’altra grande incognita.
- Perché un’azienda come Chevron potrebbe riuscire dove il trader Gunvor ha fallito? Gunvor è un trader di materie prime, mentre Chevron è una “major” integrata. Gunvor è stata bloccata politicamente dagli USA, che l’hanno definita “burattino del Cremlino”. Chevron, essendo una super-potenza energetica statunitense, ha un peso politico e una struttura legale interna imparagonabili. È vista come un attore strategico “allineato”, mentre i trader sono considerati intermediari più opachi e politicamente rischiosi in un contesto di sanzioni.








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