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Ignavia vivens: SANNO SOLO GRIDARE “VERGOGNA!”.

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Lo striscione di elettori PDS (attuale PD) esposto fuori dall’Hotel Raphael di Roma prima del lancio di monetine a Craxi, anno 1993.

Lo striscione di elettori PDS (attuale PD) esposto fuori dall’Hotel Raphael di Roma prima del lancio di monetine a Craxi, anno 1993.

“Vergogna!” e “Ora basta!” due mantra sacri di una considerevole porzione di popolazione fallita e disorientata nonostante ci troviamo da decenni di fronte a tutte le evidenze di tutti i casi di malapolitica, malagestio, malasanità, malavattelappesca, ecc.

Una massa che si suppone e si narra preoccupata soltanto dei propri interessi di nicchia e che invece non è nemmeno in grado di badare a sé stessa né individualmente, né corporativamente parlando.

In questo pezzo non accuso tutti indistintamente. Esiste infatti una fetta di popolazione sempre più considerevole che va vista con rispetto ed ammirazione perché ha saputo tendere la mano verso il coraggio di difendersi senza cercare spalle su cui piangere. C’è poco da fare, la pasta di chi non aspetta l’aiutino di Stato si riconosce da lontano. Esistono infatti anche cittadini che sul modello 17% del NO all’esproprio dei risparmi ed alla quotazione in borsa della propria banca stanno facendo valere i propri diritti contro l’inerzia dello Stato – leggasi alla voce Banca Popolare di Vicenza.

Proprio in questi giorni di decreti “salva banche” e del “bail-in anticipato” in cui il Governo arriva prima del reale bisogno delle banche d’affari e dimezza i risparmi degli incauti correntisti e soci delle quattro banche salvate sulla loro pelle, ci ritroviamo di fronte alla tipica scena della preda messa nell’angolo da un predatore infinitamente più forte che ha come unica via d’uscita la morte certa nella speranza che sia rapida ed indolore.

E’ in questa situazione che ho potuto apprezzare il più viscido, ipocrita e patetico gesto dell’italiano medio che, senza voler far dell’auto razzismo (ma guardo in casa mia) si perpetua immutabile sia nelle forme che negli esiti immutabilmente disastrosi e sfumati via via nel silenzio una volta passati attraverso la porta girevole delle hot news. 

E’ solo quando è giunto il turno del singolo o della categoria, che fino ad un istante prima si nutriva di tutto fuorché delle riflessioni sulle problematiche comuni e delle malattie sociali infettive del nostro tempo, che l’impudico gesto emerge di scatto ed ha due testi del canto del cigno che si adattano perfettamente alle due trappole in cui l’incauto si accorge di essere caduto; appunto “Vergogna!” e “Ora basta!”.

E’ solo quello il momento in cui sentirete gridare “STRINGIAMOCI A COORTE!”. Sino ad un istante prima, seduti a guardare la tv, non un sussulto di fronte al big match di campionato.

Ma quali sono le due situazioni-tipo in cui l’orgoglio del coniglio balza fuori dalla tana? La prima è il tradimento di una categoria superiore (gerarchicamente parlando), il secondo è il fatidico tocco sull’organo più sensibile del corpo umano: il portafogli (soldi, privilegi, diritti, ecc. DI CASTA).

Avviene così che, come per miracolo, nel medesimo istante in cui detto organo viene toccato, previa chiamata all’ordine da parte del burattinaio di riferimento, il manipolo si manifesta indignato ora contro i corrotti, ora contro i politici, ecc.

Pare quasi che i ladri e i corrotti si materializzino in contemporanea. Eppure sappiamo che l’Italia è da sempre infetta esattamente come qualsiasi altro Paese al mondo di questa malattia.

E’ in questa speciale occasione; la manifestazione dell’indignazione a comando, che le folle, con tutto quello che ci sarebbe da dire se si fossero analizzate cause e soluzioni, null’altro sanno che inveire con temibili e minacciosi “Ver-go-gna! Ver-go-gna!” che non hanno mai messo in fuga nessuno e non hanno mai cambiato un solo evento nella storia, visto che ciò che produce un cambiamento è l’idea e non lo slogan.

IGNAVIA VIVENS

Questa scenetta dei replicanti è ciò che ci apprestiamo a rivedere per l’ennesima volta nelle manifestazioni previste a Roma e forse anche altrove per protestare contro il cosiddetto bail-in, ovvero il taglio del valore delle azioni delle varie banche popolari previsto a tavolino e che fanno messi dei risparmi di correntisti e soci (obbligati e non).

In realtà il bail-in (da non confondere con il belìn che sta arrivando nella seconda parte più sensibile del corpo umano ai risparmiatori) funziona tecnicamente in modo diverso; per il riassestamento dei conti della banca è previsto che correntisti con più di 100.000 euro contribuiscano al risanamento dei debiti.

Messa così o messa cosà la trafila, anche se diversa, sempre quella minestra mette nel piatto dei correntisti.

Ora, benché mi sia attivato per un caso particolare ed abbia tentato di mettere l’interessato nelle condizioni quantomeno di reagire, non credo che la lezione esemplare in arrivo per i suddetti mi strapperà una lacrima. Anzi, nel caso delle banche della “zona rossa” d’Italia – grande bacino di plebisciti pro PD e antenati partiti – non nascondo che ho goduto. Si: go-du-to, avete letto bene.

Certo perché se Renzi e il suo partito hanno conosciuto i fasti del 61% di gradimento da parte dei cittadini, a chi se non a loro spetta l’onore di sdebitarsi con lui?

Ad onor del vero va fatta una netta distinzione fra i solati dalla Banca Popolare di Vicenza che si sono organizzati in comitati di autodifesa legale contro i diretti interessati passando all’azione senza tante chiacchiere e gli altri che invece di andare a prendere per il colletto bianco chi li ha derubati, comodamente vicino a casa, vanno a Roma a protestare mettendo in scena la solita pantomima degli inutili che non sanno di essere già morti.

QUANDO BALLAMMO IL TANGO

Dabbenaggine, ignavia ed immensa ignoranza a parte c’è un altro piccolo discorso che dobbiamo farci senza troppa ipocrisia. Quando le azioni di dette popolari tagliavano traguardi di rivalutazioni sempre maggiori c’è mai stato nessuno degli odierni indignados del dinero desaparecido che ha sollevato una critica a quel sistema oppure anche una piccola riflessione sul fatto che tutti quei soldi si stessero materializzando dal nulla senza particolari sforzi?

Esattamente come nella vicenda dei bond argentini nessuno ha emesso un fiato fino al crack. Anzi erano tutti lì a fregarsi le manine. E non illudiamoci che anche questa seconda (e ciclica?) esemplare lezione servirà in futuro.

Sempre sull’onda dell’emozione e dello sdegno – rigorosamente riposti nell’armadio accanto a quello degli scheletri simili a quelli appena descritti –  pronti all’uso su convenienza, mi ritorna in mente la scena della tale cricca facente parte della categoria dei pensionati che trovai in Corso palladio a Vicenza armata fino ai denti di volantini che esordivano con caratteri cubitali “ORA BASTA!” che mi suona sempre come “DA adesso basta!”.

MA (DA) ADESSO BASTA!

C’è sempre un “ora”, un “adesso” di categoria a scandire lo sdegno. Se ci fate caso si tratta sempre dell’ora di qualcuno che fino a un minuto prima SE N’E’ FOTTUTO.

Ma come, che saremmo finiti come siamo finiti oggi lo sappiamo sin dai tempi dalla legge Biagi (battezzata così perché a perire di pistolettate non ci finisse il vero autore: Maroni della Lega) quando nel trita carne ci finirono i call-centeristi a 400€ al mese (di cui non si parla più da dieci anni perché al loro posto sono finiti a fare gli schiavi rumene e moldave DI CUI NON CE NE FREGA UN CAZZO), correva l’anno 2003 e ADESSO il pensionato che campa di diritti tolti a tutti gli altri, nel 2015 mi dice ORA basta?

Oggi più che mai siamo di fronte alle responsabilità di popolo e di individui della nostra stessa ignavia che non è peggiore che in altri posti ma che ci vede corresponsabili dei nostri fallimenti indipendentemente dai tentativi di assoluzione di intere fette di elettorato fatte cadere dal cielo da ormai tutti i leaders politici.

L’ora di prendere coscienza delle nostre responsabilità è già scaduta da tempo e senza un onesto e puntuale passaggio catartico nella vera autocritica individuale non sapremo mettere a frutto l’inestimabile patrimonio comune di cui siamo tutti allo stesso tempo parte e possessori senza esserne minimamente consapevoli.

Articolo apparso su battitorelibero.it

Autore: Costantino Rover

 

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