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QUALI INTERESSI SI AGGIRANO ATTORNO A MPS ? CHI VUOLE AZZERARE IL SISTEMA CREDITIZIO ITALIANO ?

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Ormai la vicenda MPS sta superando i muri della realtà per spingersi verso quello spazio che si frappone fra il ridicolo e lo scandaloso.

MPS non è una banca che sta bene, assolutamente. I suoi problemi sono :

  • una redditività dubbia, come del resto emerge dalla semestrale al 30/6. I ricavi sono il calo del 10,8%, mentre gli oneri operativi solo del 2,4%. La raccolta complessiva cala del 7%, segno di una fiducia che si sfalda. Cost income ratio peggiorato del 4,2%. 
  • Le sofferenzee gli incagli non sono per nulla migliorati, anzi la copertura media delle sofferenze ed il loro peso sui crediti totali è aumentatomps-tabella-semestraleIl risultato è logico. da un lato diminuisce la massa dell’attivo complessivo, come posto in luce al punto precedente, quindi il peso dei crediti deteriorati e delle sofferenze non può che aumentare. Il credito buono non viene ad MPS, anzi se ne va, e rimane solo il cattivo.
  • Invece di tappare le falle, vendere il vendibile e cercare di rimettere a posto la redditività, si è deciso sotto la spinta della BCE, di cedere tutti gli NPL, portando una perdita fortissima e quindi , con la consulenza di JP Morgan, di ricapitalizzare con ben 5 miliardi la banca.

Il Capitale di libro di MPS era di 9 miliardi, divisi in 2,9 miliardi di azioni, per cui possiamo immaginare l’effetto per i soci precedenti di una ricapitalizzazione del genere. Il valore delle azioni, giàù basso, è letteralmente precipitato.

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A questi valori il valore di MPS si riduce a 580 milioni di euro. Un nulla. La banca è stata distrutta. Naturalmente tutti i titoli emessi da MPS, obbligazioni subordinate in testa, sono andate a picco.

Questa politica sbagliata di JP Morgan , che sperava di portarsi a casa facilmente un parcellone multimilionario guidando la banca nelle braccia di nuovi padroni, è stata avvallata dal governo Renzi. Anzi il governo stesso ha fatto pressioni dirette sull’amministratore delegato Fabrizio Viola affinchè si dimettesse. “Il Fatto Quotidiano” parla di una telefonata diretta del ministro dell’economia Padoan al presidente di MPS , Massimo Tononi, poi anch’egli dimissionario, per far dimettere l’AD Viola, che aveva retto il timone per 5 anni nel faticoso dopo Mussari.

Pare che l’AD Viola non fosse più gradito a JP Morgan , che lo riteneva un ostacolo all’operazione di aumento di capitale. Non so se mi capite : il problema non è la follia del piano, il fatto che nessuno vuole investire in una banca che ha azzerato 2 volte il proprio capitale in sei anni. Il problema è l’AD! 

A sostituire Viola viene chiamato Marco Morelli, con un passato sia in MPS sia in BAML, sia nelle cooperative. La scelta è molto particolare perchè Morelli era stato invischiato, sempre secondo il “Fatto quotidiano” che potete leggere qui , in un prestito di MPS fatto al gruppo industriale BTP di Riccardo Fusi, già in crisi, ma molto legato a Denis Verdini. questo prestito del valore di 60 milioni si era poi convertito in una perdita per 50 milioni all’isituto senese, allora ancora nelle mani di Mussari. 

Il nome di Morelli poi salta di nuovo fuori in un’inchiesta penale, condotta da Siena e sempre riportata dal Fatto Quotidiano QUI, relativamente a certe garanzie rilasciate da MPS a JP Morgan relativamente alle anomale operazioni di finanziamento avvenute per l’affare Antonveneta. Si trattava di lettere di indemnity con cui MPS manlevava Morgan Stanley da eventuali perdite per ritardati o mancati pagamenti, lettere non trasmesse a Banca d’Italia per la propria attività di controllo, che generarono 76 milioni di perdite  e di cui Morelli”Non si ricordava”.

Insomma ci sono troppi lati oscuri, troppe situazione fosche in MPS. Una banca già boccheggiante viene sfruttata da JP Morgan  per guadagnare laute commissioni su una operazione di aumento di capitale folle e sconsiderata, soprattutto al momento di mercato attuale, talmente irragionevole che ora viene sconfessata un po’ da tutti. Sinceramente ci chiediamo quali strumenti di pressione abbia la banca d’affari americana sul governo, in questo momento maggiore azionista di MPS, per averlo convinto a seguire una china così distruttiva non solo per i piccoli azionisti, ma anche per il governo stesso. Perchè Renzi non ferma questa distruzione del nostro sistema creditizio, già iniziata con Venetobanca e Banca Popolare di Vicenza, proseguita con MPS e che rischia di coinvolgere Unicredit. Quali strumenti di pressione lo fermano ?

 

 


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