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PRELIEVO FORZOSO “PRO GRECIA” DA 20MLD? (di A.M.Rinaldi)

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No è una battuta, ma una ipotesi che potrebbe concretizzarsi realmente molto presto se gli azionisti di maggioranza dell’Europa, Germania e Francia, decidessero alla fine di “concedere” una ulteriore assistenza finanziaria alla Grecia. Naturalmente neanche una centesimo finirebbe ai greci, ma come sempre ai creditori della Grecia, seguendo il collaudato schema adottato con pieno successo dalla Troika negli ultimi 5 anni, riuscendo a trasferire gran parte dei rischi, che il sistema finanziario europeo aveva contratto con il Paese ellenico, ai Fondi Salva Stati e ai prestiti bilaterali, cioè a carico dei cittadini.

Non conosciamo realmente i veri dettagli e le contropartite sui tavoli delle trattative condotte dalla Germania, Francia, FMI, BCE e Commissione Europea con il governo greco, perché l’Italia non è stata neanche invitata a partecipare e altresì non conosciamo l’eventuale delega che Renzi ha dato ai partners europei per la tutela dei nostri interessi, ma se decideranno di mettere altri soldi sul piatto per aiutare la Grecia, anche noi dovremo fare come al solito la nostra parte: pagare e stare zitti!

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Inoltre, come se non bastasse, noi italiani abbiamo già impegnato 39Mld in aiuti alla Grecia che difficilmente rivedremo indietro e questo solo ed esclusivamente perché la governance europea non ha saputo sin dall’inizio gestire una crisi che sarebbe stata risolta con risorse finanziarie molto più limitate di quelle ingentissime che abbiamo già versato e che  rischiamo ulteriormente in futuro di tirare fuori.

Tornando alla “tassa Grecia”, già da tempo circola a Palazzo Chigi e al MEF una ipotesi di fattibilità, al punto che addirittura uno degli esponenti più accreditati ed introdotti nel PD, l’On.le Giampaolo Galli, forte dei prestigiosi incarichi ricoperti a livello nazionale e internazionale che lo pongono senza dubbio come il più esperto in materie economiche e finanziarie del Partito Democratico, si è lasciato “scappare” un tweet molto esplicito per “sondare l’umore”, a testimonianza che c’è qualcosa che bolle veramente in pentola.

 

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Vi è poi da considerare, vista l’entità di una eventuale tassa “straordinaria per la Grecia” da 20Mld, che potrebbe essere immediatamente effettuata esclusivamente per mezzo di una “patrimoniale secca”, tipo prelievo forzoso sui conti correnti alla Giuliano Amato (nel 1992 fu del 6 per mille) magari estendendola a tutti gli strumenti di liquidità, e non certo con i lunghi tempi e dagli incerti risultati procedendo con addizionali sui redditi o aumenti tariffari su beni di consumo e servizi. Facendo due conti, se gli strumenti c.d. di liquidità (conti correnti, conti deposito, libretti risparmio ecc.) attualmente in Italia ammontano complessivamente a circa 1.700 Mld, sarebbe necessaria applicare un’aliquota secca dell’1,25% per ottenere immediatamente, pigiando solo il dito su un tasto di un computer, i 20MLD necessari “pro Grecia”.

Inutile considerare poi che, un prelievo pari a circa l’1,25% del PIL, si tradurrebbe per effetto del moltiplicatore fiscale in una contrazione del PIL stesso intorno a 1,6/1,8  punti percentuali, eventualità non certo auspicabile in questo momento, ma che gli esperti governativi considerano tuttavia in ogni caso un prezzo da pagare accettabile rispetto a quello che potrebbe invece accadere nelle finanze italiane nel caso di un Grexit.

Ma gli italiani come la prenderebbero? Da notare il “sondaggio” nel tweet di Galli con 101 no e 25 si! Ormai è opinione comune che anche se vi fosse da parte dei Paesi europei un ulteriore “sforzo” finanziario a supporto di Atene, questi non servirebbero assolutamente a ribaltare la situazione drammatica in cui versa la Grecia e molto probabilmente nell’arco di sei mesi un anno ci si ritroverebbe nelle medesime condizioni.

Tanto vale allora far uscire Atene e tenerci anche questi 20Mld perché non servirebbero a nulla, come inghiottiti in un pozzo senza fondo come sono stati persi i precedenti 39Mld che non li avremo mai più indietro e come non vedremo in futuro tutte le tasse straordinarie che saremo eventualmente costretti a pagare sistematicamente senza risolvere nulla in nome del salvataggio della Grecia.

Meglio assistere come fa un Paese ad uscire dall’euro visto che prima o dopo lo faremo di sicuro anche noi!

Antonio M. Rinaldi


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