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Politica

PD E REFERENDUM: LA CRIPTOTIRANNIA PARTITICA, TEORIZZATA DA SIMONE WEIL, AL POTERE

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Simone Weil,

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parlando dei partiti politici, disse che qualsiasi democrazia governata dai partiti non può sottrarsi al rischio che uno di essi la distrugga. I partiti sono per loro natura forme di criptotirannia, che competono per emergere l’uno sull’altro: la loro politica non può rispecchiare di meglio che la legge della giungla, e ogni negoziazione cela secondi fini. La pensatrice individua come unica alternativa – tanto al dispotismo dei partiti, quanto allo statalismo da lei condannato ne La prima radice – la volontà generale teorizzata da Rousseau.

La politica deve diventare, come anche l’arte, anonima, e veicolare la fratellanza. Il dovere di coloro che si pongono al servizio della volontà generale è «rimanere in certo qual modo anonimi, pronti a mescolarsi in qualsiasi momento con l’umanità comune».

Difatti, un amore anonimo è per ciò stesso universale.

L’arte autentica, poi, ha una missione sacra: insegna l’indifferenza del tempo e dello spazio, e rende consapevoli della nostra sottomissione alla necessità:

« Un’opera d’arte ha un autore, e tuttavia, se essa è perfetta, possiede qualcosa di essenzialmente anonimo. Essa imita l’anonimato dell’arte divina. »

Ora, lasciando momentaneamente in disparte J.J. Rousseau e senza richiamare il LOGOS COSMICO di Eraclito di Efeso (quale principio ordinatore di tutte le cose), limitiamoci osservare se corrisponde a verità questa affermazione della filosofa Simone Weil.

Se fossero vere le sue idee, si dovrebbero esser concretizzate, almeno una volta nel corso della storia.

E volendone, al contempo, verificare l’attualità, dovremmo cercare di comprendere quanto di filosofico, di buono, vi sia nei partiti di nostra conoscenza. Quando dico “filosofico” intendo quella capacità Hegeliana delle persone che li compongono di costruire l’ASSOLUTO, superare opposizioni e scissioni, per arrivare alla ragione intesa come SINTESI UNIFICATA, ovvero l’unione tra tesi ed antitesi.

Prendiamo ad esempio il PD.

Come si schierarono nel 2006, sotto Berlusconi, i dirigenti del PD che oggi si schierano per il SI al referendum?:

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Si potrebbe esser portati a dire che le magari le due riforme siano tra loro completamente differenti! Ossia che, in realtà, la riforma attuale non concentra il potere tutto nelle mani del premier, cosa che Abbelluscone fece in maniera esplicita. Eppure non è così, e ce lo dice Salvatore Settis:

settis

“analogo è il rafforzamento dell’esecutivo”!

Allora vediamo cosa dicono oggi i 3 dirigenti del PD:

VELTRONI

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FINOCCHIARO

finocchiaro

 

FRANCESCHINI

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Serve aggiungere altro per farvi capire che L’ANIMA DEL PD NON E’ ALTRO CHE CRIPTOTIRANNICA e che i suoi dirigenti hanno schiacciato, servendosi del popolo ignaro e dei poteri forti (la UE e la BCE), il principale competitor (Abbelluscone) per i propri sporchi fini ?

Ad maiora.


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