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Ora è chiaro perché chi governa…..

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Il coefficiente (da alcuni definito indice) di Gini prende il nome dallo statistico italiano Corrado Gini: con questo dato si intende indicare la misura della disuguaglianza di una distribuzione. In altre parole, dato un certo sistema, il coefficiente di Gini indica se una certa caratteristica è distribuita in modo uniforme (ovvero tutti gli elementi dell’insieme presentano una stessa quantità di un particolare attributo – in questo caso il valore del coefficiente è zero) ovvero se questo valore concentrato in pochi elementi, fino al caso limite, in cui è tutto concentrato in un solo soggetto (nel qual caso il valore del coefficiente è 1).

Da anni gli economisti “seri” utilizzano questo coefficiente per descrivere in che modo la ricchezza di un dato sistema è concentrata in uno o più elementi appartenenti ad esso: ad esempio, se si considera il sistema Italia, dire che il coefficiente di Gini è pari a zero vorrebbe dire che tutti gli italiani possiedono la stessa ricchezza; viceversa, dire che è pari ad 1 significherebbe lestrema povertà di tutti meno una sola persona.
È evidente che si tratta di un dato importantissimo per la valutazione economica di un sistema economico, ma anche politico. Se utilizzato, infatti, si capirebbe subito che questo indice continua a crescere in modo preoccupante: era 0,313 nel 2007; nel 2014 ha subito unimpennata fino a superare 0,324. Lo stesso è avvenuto, secondo i dati OCSE, in quasi tutti gli altri paesi europei (salvo poche eccezioni come i Paesi Bassi).
La realtà è che negli ultimi dieci anni, in quasi tutti i paesi sviluppati si è assistito ad una concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi. In altre parole, mentre da una parte i poveri sono sempre di più e sempre più poveri, dallaltra i ricchi sono sempre di meno e sono sempre più ricchi.

Non sorprende, quindi, la notizia diffusa da molti media in questi giorni: secondo i dati diffusi da Oxfam, nel mondo, 8 (leggasi otto) persone possiedono la stessa ricchezza della metà della popolazione mondiale! Il rappoto di Oxfam intitolato, non a caso, UnEconomia per il 99% è la dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la ricchezza è concentrata nelle mani di un numero sempre più ristretto di soggetti che sono poi quelli che si riuniscono e prendono le decisioni.
Lennesima prova del fatto che le decisioni prese negli ultimi decenni non sono servite quasi mai a migliorare la situazione della popolazione mondiale ma a favorire gli interessi di pochi. Così pochi che, sempre secondo il rapporto Oxfam, l1% per cento della popolazione mondiale possiede più “ricchezza” del restante 99%. In altre parole, quasi tutta la ricchezza mondiale sarebbe concentrata nelle mani dell1% della popolazione del pianeta.

Ma non basta. Il trend previsto non mostra cambiamenti di rotta. Ciò significa che, in barba alle promesse e ai discorsi tenuti da tutti i leader mondiali, la situazione non potrà che peggiorare ulteriormente nei prossimi anni. Cosa questa che non sorprende, dato che a decidere negli incontri internazionali sempre più spesso sono proprio gli stessi ricchi o personalità politiche sulle quali la loro influenza è netta ed evidente (per non dire di peggio e per non parlare di incontri trasversali di gruppi di pressione ai quali generalmente partecipano anche personaggi politici).
Inutile sperare che le decisioni che verranno prese in questi incontri (come al World Economic Forum a Davos nei prossimi giorni o agli incontri per salvare il pianeta come quelli di Parigi del 2015 o di Marrakech, lo scorso anno) possano avere come priorità i bisogni della maggior parte della popolazione: il primo obiettivo è stato e sarà permettere, anzi favorire, la concentrazione di ricchezza e di potere nelle mani di un numero sempre più ristretto di soggetti.

La colpa di tutto ciò, secondo Oxfam, è del sistema: sarebbe il modo stesso in cui è stato pensato ad aver condotto il pianeta a questo stato di cose insostenibile e ingiusto. Lobby, servilismi, aiuti a chi non ne ha bisogno e ostacoli alla crescita dei settori economici e delle fasce sociali più disagiate sono sotto gli occhi di tutti. Lesatto opposto di quello che secondo Oxfam sarebbe necessario per cambiare questo stato di cose: Governi responsabili e lungimiranti, aziende che agiscono nellinteresse dei lavoratori e dei produttori, valorizzazione dellambiente e un solido sistema di equa imposizione fiscale. Mere utopie specie dopo aver visto, nelle scorse settimane la facilità con cui il governo italiano ha reperito decine di miliardi da prestare alle banche lasciando che queste scaricassero sui correntisti il peso e la responsabilità (anche economica) dei propri errori. Lennesima dimostrazione che, in barba a belle parole come democrazia, equità e pari diritti, è quell1per cento che comanda. E lo fa curando i propri interessi. Anche quelli bancari.

C.Alessandro Mauceri


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