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M5S al bivio: forza veramente anti-sistema o PD più onesto? (di Simone Ongari)

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Questa tornata di elezioni amministrative ha segnato il trionfo del M5S che conquista al ballottaggio i comuni di Roma e Torino insieme ad altri diciassette comuni sparsi per lo stivale.

Da puro fenomeno di protesta, il M5S sta sempre di più acquisendo una forma, sebbene ancora in larga parte vuota di contenuti politici; infatti preferisce evitare qualsiasi tipo di connotazione politica, né di destra né di sinistra, né liberista né statalista, ecc… L’elettorato grillino è politicamente eterogeneo e si riunisce in un movimento di indignazione popolare che si regge poggiando solo su slogan ed argomentazioni di facile presa alla “pancia della gente” come l’onestà, la lotta agli sprechi della “casta” e la morale pubblica, evitando accuratamente quelli più scottanti.

L’espressione di voto è rappresentata dai cittadini stufi del clientelismo corrotto dei “partiti tradizionali” che fa soltanto gli interessi dei vari potentati.

Ma se si guarda oltre le mere differenze superficiali si noterà che tra PD e M5S vi sono notevoli similitudini.

1) Il Movimento, così come il PD, non vuole rompere il meccanismo infame del patto di stabilità interno: se i trentasette sindaci pentastellati si organizzassero potrebbero dare una prima picconata a quel mostro chiamato Unione Europea che con le sue assurde regole impedisce ai comuni di fornire dei servizi sociali adeguati ai cittadini.

Anche se si eliminassero tutti gli sprechi (cosa che ogni sindaco dovrebbe fare), non basterebbero comunque i soldi per riasfaltare le strade, risolvere l’emergenza abitativa e altri gravi problemi che affliggono le città.

2) Il M5S è europeista come il PD: Il Movimento sostanzialmente non è né contro l’UE né contro l’euro (anche se hanno proposto il referendum). Se alcuni deputati ed eurodeputati, tipo Marco Zanni, sono palesemente sovranisti; la linea generale del direttorio pentastellato su questi temi, da confusa è virata verso l’accettazione. Fonti parlamentari, riprese anche dall’articolo di oggi uscito su Il sole 24 ore, fanno sapere che <<Il M5S non è assolutamente anti-europeista. Anzi, proprio perché vogliamo bene all’Europa, puntiamo a cambiare radicalmente questa UE in senso più solidale, inclusivo e partecipato». Non vi ricordano le dichiarazioni di un leader greco di “sinistra”?

3) Il Movimento, così come il PD, è verticistico: entrambi le forze politiche paiono puramente verticistiche, e segnate da modalità che non hanno nulla a che spartire con un vero movimento popolare; anzi paradossalmente è più democratico il PD che la forza politica paladina della democrazia diretta.

Per le elezioni dei dei dirigenti e dei candidati alle varie cariche istituzionali, i democratici indicono delle primarie aperte a tutto l’elettorato, che pagano una piccola quota per finanziare le attività del partito. Mentre le primarie sulla rete dei grillini sono anti-democratiche dato che si svolgono in poche ore e sono limitate agli utenti iscritti da un tot di tempo sulla piattaforma, mentre ai nuovi iscritti certificati è negata la votazione oltre a mancare di una discussione precedente.

Un esempio degno di nota riguarda l’elezione del direttorio, imposto dai vertici della Casaleggio & Associati, agli iscritti con una votazione al limite del ridicolo; della serie <<o mangi la minestra o salti la finestra>>.

Il M5S dunque non sarà mai una forza realmente anti-sistema poiché ormai conforme ai meccanismi malati del sistema europeo. Essi rappresentano, così come disse anni fa in un intervista Paolo Barnard, un movimento di “gate-keepers” ovvero una forza politica che vuole cambiare tutto per non cambiare assolutamente nulla.

Simone Ongari, Alternativa per L’Italia Cinisello Balsamo


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