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L’Unione Europea tratta con la Turchia la reintroduzione … del traffico di schiavi. Grazie signora Merkel

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merkel erdogan

 

 

Lunedì si è tenuto il vertice UE – Turchia a Bruxelles dove sono state presentate le richieste turche per la collaborazione con la UE nel contenimento del flusso di rifugiati irregolarmente giunti in Grecia. Il termine “Richieste” è altamente eufemistico: bisognerebbe parlare di “Ricatti”, se non fosse perchè… queste richieste sono state predisposte in un separato vertice a tre fra Turchia, Germania ed Olanda. Praticamente la filoturca Germania ed il suo personale zerbino hanno già predisposto il “Diktat” da imporre a tutti gli altri paesi, con le buone e le cattive.

Ricordiamo che la posizione turca ha diverse, diciamo così, criticità:

  • la Turchia di Erdogan e Davutoglu non è una democrazia , almeno nel senso occidentale del termine. La libertà di stampa non è tutelata e le minoranze curde combattute con le armi. Più che uno stato occidentale sembra un repubblica islamico-patriarcale.
  • La Turchia potrebbe benissimo contenere il flusso di profughi verso occidente. Il traffico dei mercanti di carne avviene sotto gli occhi della polizia.
  • La Turchia potrebbe frenare anche il traffico di affiliati dell’ISIS verso la Siria, opera che compie con grande moderazione.
  • La Turchia bombarda regolarmente i curdi siriani, una forza laica che combatte contro l’Isis.
  • La Turchia chiude senza remore i giornali d’opposizione.

Insomma Devotoglu, primo ministro turco, non ha le carte in regola per chiedere o imporre nulla. Però ha una faccia tosta propriamente levantina ed ha un potente alleato nel cuore dell’Europa: la posizione filoturca della Germania ha radici molto profonde, ed è piuttosto insensibile ai richiami di ragionevolezza dei suoi vicini europei, perfino di quelli che parlano la sua stessa lingua.

Le richieste turche al vertice UE sono state le seguenti :

  • oltre ai 3 miliardi di aiuti comunitari già deliberati, altri 3 miliardi di aiuti per supportare gli esuli siriani. Il tutto non a UNHCR o alle ONLUS impegnate, ma al governo turco .
  • Cancellazione dell’obbligo di visto per i cittadini turchi che entrino nell’area Shengen.
  • La Turchia si è detta disposta a riprendere i siriani illegittimamente giunti in Grecia, purchè sostituiti, con base 1 ad 1 da altri siriani prelevati dai campi in Turchia.
  • Riapertura delle trattative per l’entrata della Turchia nell’Unione Europea.

Il tutto con un tono da ultimatum della Sublime Porta, più che da base di una trattativa. Del resto la Turchia è sicura dell’appoggio della Merkel e della Germania e della relativa debolezza di tutti gli altri stati quindi può permettersi di fare la voce grossa senza problemi. In tempi diversi si sarebbero mosse le cannoniere, oppure sarebbero state imposte pesanti sanzioni economiche, ma viviamo nel tempo dei “Governi coniglio”, per cui la risposta è stata un rinvio di dieci giorni per “Cercare di raggiungere un  accordo complessivo”, cioè un modo un po’ più elegante per calare le braghe.

L’accordo è poi incredibilmente sfacciato: in cambio di denaro la Turchia finge di impedire il traffico di rifugiati: praticamente si paga denaro per la carne dei rifugiati stessi, per farli muovere avanti o indietro senza un vero significato, trattandoli effettivamente come schiavi da muovere qui o la su richiesta dei loro padroni. Con questo accordo si ricostituisce un vero e proprio traffico di carne umana, tanto più che questo viene concluso con un governo autoritario ed antidemocratico, che è in gran parte causa dell’esodo stesso!

 

Alcuni paesi hanno alzato la voce contro questa imposizione, e la trattativa non si presenza facile, ma si tratta di una discussione che non doveva neppure iniziare. Qui siamo all’incredibile situazione per cui stati sovrani vengono ricattati da una potenza straniera ed antidemocratica, il tutto con l’aiuto dell'”Infiltrato” di turno, sempre alla ricerca del proprio personale tornaconto. 

Vedremo se in questi dieci giorni si ergeranno uno o più governi ancora interessati all’esistenza dell’Europa in quanto tale, ma  le premesse sono tutt’altro che positive.

 

 


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