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Euro crisis

L’EXTERNAL WEALTH OF NATION SPIEGATA AL MIO AMICO RENZIANO

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Ieri sera ho avuto il piacere di dialogare con un amico renziano circa l’impostazione dell’economia per il nostro paese.

Durante la piacevole chiacchierata, l’amico osannava la microeconomia dichiarandosi seguace di questa in quanto, secondo il suo modo di vedere, di ordine superiore alla macroeconomia.

Di tal guisa, egli affermava:

“basta con le PMI di 2-3 persone, servono aziende grandi e ben strutturate, le altre e’ giusto che muoiano”.

Tale fenoneno, gia’ in atto da tempo, e’ invece esattamente cio’ che non va bene per la nostra nazione, la cui struttura industriale e’ composta al 99% da PMI con meno di 10 dipendenti.

Per questo motivo l’Italia non puo’ sopportare LA LIRA FORTE (l’Euro), ossia un cambio forte (che raporesenta di fatto il marco svalutato); ogni qualvolta decida di agire in tal senso, la posizione debitoria/creditoria del paese verso l’estero peggiora miseramente:

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Il NIIP misura esattamente questo fenomeno ed e’ impressionante la sua correlazione con gli aggiustamenti di cambio di volta in volta imposti dalla Confindustria tedesca.

Sotto LA LIRA FORTE la negativita’  di tale indice e’ stata tollerata dai paesi core dell’Eurozona (i paesi creditori dell’Italia) fintanto che le loro banche non si sono preoccupate per la salute di quelle del sud europa.

Della salute delle nostre banche si!

Esatto!

Poiche’ mentre con la moneta sovrana i NIIP negativi si sarebbero trasformati nel rapido esaurimento delle riserve estere di valuta (o di quelle aurifere), con l’euro il sistema ha potuto continuare per 15 anni poiche’ si e’ trasformato nel semplice accumulo di valori negativi presso il computer di Mario Draghi: il Target2!

Il tutto non ha rappresentato di fatto un problema fintanto che le banche sistemiche non hanno iniziato a far paura per il loro FUNDING GAP!

Ora avrete compreso perche’ in molti stanno facendo resistenza al cambiamento (per dirla alla Renzi)!

Per salvare l’Euro (ossia la LIRA FORTE) dobbiamo smantellare 70 anni di storia imorenditoriale?

Cio’ che viene chiamato resistenza al cambiamento in vero e’ semplice desiderio di evitare un epocale naufragio nel nome della microeconomia, delle economie di scala; e’ resistenza all’economia neoclassica.

Buon fallimento a tutti (se alla flessibilita’ imprenditoriale a cui stiamo rinunciando non sostituiamo alla svelta la flessibilita’ salariale)!


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