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LE OLIMPIADI DI AMATRICE (Di Nino Galloni)

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Non solo Beppe Grillo e la maggioranza del M5S, ma anche il 55% dei Romani – secondo un sondaggio di Sky – sono contrari alle Olimpiadi a Roma del 2024: una visione miope e da perdenti, dettata dalla constatazione che Roma é al collasso ed i fondi scarseggiano.

Roma sarà sempre al collasso finché non si troveranno soluzioni vere ed avanzate per rifiuti e trasporti: persino il M5S non vuole guardare alle straordinarie tecnologie oggi disponibili e preferisce affidarsi ai cassonetti, a mezzi di trasporto fatiscenti, a discariche ed a quanto ha fatto la fortuna dei Cerroni, del Centrodestra e del Centrosinistra.
Per quanto riguarda le risorse finanziarie – a parte quelle disponibili – si é pensato alla emissione di una moneta olimpica e alla anticipazione delle sponsorizzazioni anche internazionali per cominciare a sistemare, ad esempio, i 150 impianti sportivi romani in condizioni di abbandono? O a fare le prime olimpiadi popolari e diffuse sul territorio?
Ma lasciamo stare, dunque, Roma e pensiamo un’altra cosa: la provincia di Rieti, nella sua parte Nord Est (quella più colpita dal terremoto) dista circa un’ora di macchina dall’Adriatico. Rieti – a sua volta a una sola ora da Roma e con i suoi laghi – potrebbe essere l’epicentro di un’Olimpiade nuova, diffusa, in un territorio dove esistono già notevoli strutture ricettive, ma poco popolato (in provincia di Rieti esistono tantissime piccole realtà urbane pressoché disabitate).
Rieti ha tradizioni di atletica leggera e non solo, un’aeroporto ed aspetta collegamenti ferroviari decenti da tempo.
Ad Amatrice e negli altri paesini devastati dal sisma, tra poco, occorrerà lasciare le tende perché farà molto freddo; le casette di legno non saranno pronte fino a primavera inoltrata e, quindi, chi può, dovrà spostarsi sulla vicina e ben attrezzata riviera adriatica. Ma cosa ci si farà fra 7-8 anni con queste casette di legno se Amatrice e gli altri paesini del reatino e delle Marche saranno stati – come si spera – ricostruiti?
Per la ricostruzione occorrono anche sponsor internazionali che potrebbero esser coinvolti nelle Olimpiadi: un po’ di prudenza per le macerie (sperando non ci siano amianto ed altre sorprese), ma in due anni – con sforzi adeguati anche internazionali – potrebbero venir rimosse; ed, in altri tre anni, la ricostruzione potrebbe venir completata.

I tempi, i modi, le risorse ci sarebbero. Chissà cosa ne pensano le maggioranze e la politica.

Nino Galloni


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