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Economia

L’Argentina di Milei non firma il “Patto per il futuro” dell’ONU. Una botta di realismo e di democrazia

Milei non firma il “Patto per il futuro” voluto dall’ONU di Gutierrez. Un documento confuso, demagogico e pericoloso, che però nessuno ha il coraggio di denunciare, tranne il presidente argentino

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Finalmente qualcuno ha il coraggio di dire “NO” a un’iniziativa antidemocratica presa dall’ONU, il “Patto per il futuro 2045″ una di quelle “Carte”, votate  da nessun popolo, decise sopra le teste delle persone, che poi ne condizionano la vita in modo profondo.

Javier Mileri, il presidente dell’Argentina, alla fine ha detto NO, non ritenendo il patto una priorità, e lo ha fatto comunicare ufficialmente domenica. 

Il Ministro degli Esteri Diana Mondino ha annunciato che l’Argentina prenderà le distanze dal Patto per il Futuro in 56 punti, intervenendo al Summit del Futuro dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Secondo lei, la decisione del Paese si basa sul dare priorità alla difesa della libertà economica e della proprietà privata.

“Molti punti di questo patto vanno contro o ostacolerebbero la nuova agenda argentina”, ha detto Mondino. Ha spiegato che i lavori sul documento sono iniziati nel 2022, durante il governo di Alberto Fernández, e che i negoziati erano “avanzati” quando Javier Milei è diventato presidente. “Tuttavia, abbiamo proposto azioni costruttive che non sempre sono state prese in considerazione, e che ci hanno portato a decidere di dissociarci [dal patto]”.

“Vi assicuro che il mio Paese è disposto a continuare a lavorare, come ha sempre fatto, per ripensare insieme la via da seguire di fronte alle nuove urgenti sfide globali che ci mettono alla prova come umanità”, ha affermato nel suo discorso.

Il Patto non è altro che l’ennesimo tentativo della fallimentare presidenza Gutierrez di mostrare ancora un certo attivismo, ma, invece di riportare l’ONU in una posizione centrale di mediazione fra i diversi governi, per tentare di riprotare un po’ più di Pace nel mondo, si imbarca nel solito cammino fatto di buone intenzioni e di responsabilità che non spettano all’ONU.

Dietro le buone utopistiche idee si parla, come sempre , degli incredibili obiettivi ambientali che tutti dovrebbero raggiungere, senza spiegare come, di guida agli investimenti nel loro raggiungimento, cosa che si è tradotta sinora in perdite a carico dei risprarmiatori, di controllo tramite la tecnologia, di uguaglianza di genere, senza parlare delle differenze culturali che la causano. Sostituire poi nelle valutazioni economiche il PIL, con “La soddisfazione della popolazione”, “Gli obiettivi ambientali” significa autorizzare i paesi a conseguire la povertà, nascondendola con la propaganda. 

Mentre si rincorrono questi obiettivi impropri il mondo è percorso da conflitti sanguinosi, dal Libano all’Ucraina al Myanmar all’Africa, le tensioni internazionali crescono, e l’ONU appare inetta e incapace.

Milei ha fatto bene a dire no e a concentrarsi sul governo del proprio paese. Avrebbero dovuto seguirlo anche altri.

Questo non significa che Milei abbia sempre ragione, anzi: la sua politica economica brutale sta riducendo l’inflazione al prezzo di una forte riduzione del prodotto interno lordo e di politiche sociali per lo meno dubbie. O mostrerà presto di poter guidare una crescita , o c’è il rischio che gli argentini si stanchino. Però questo è un problema che lui, con il popolo che lo ha eletto, deve affrontare. Non sicuramente l’ONU. Milei


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