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La possibile invasione del Venezuela da parte della Colombia filo-USA: ora abbiamo capito a cosa serviva abbattere il governo brasiliano. Obama ci lascerà in eredità il caos dei due mondi?

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Eh si, ora è tutto chiaro. C’era infatti da aspettarsi il colpo di coda dall’amministrazione Obama dopo gli enormi disastri con Russia, Europa tedesca e Cina.

In breve, ritengo che quanto sta accadendo in questi ultimi mesi della presidenza USA più controversa dall’inizio del ‘900 sia semplicemente la normale evoluzione di un dominus che per mancanza di direzione strategica si sta ritraendo su se stesso, limitando le sue sfere di influenza alle aree più vicine. Purtroppo la sfida a Putin è stata persa per manifesta incapacità, quella alla Cina non è nemmeno iniziata in quanto praticamente persa in partenza. Dunque l’eredità di Obama rischia di essere il caos sui due lati dell’Atlantico, degna fine di una presidenza ideologica che armata dei più nobili principi ha semplicemente fatto un disastro, anche economico ed anche in casa propria se vogliamo (la mancata risoluzione dei conflitti e dei parossismi finanziari che hanno portato alla crisi subprime – aventi come fonte un’altra presidenza Dem, quella di Bill Clinton culminata con la cancellazione del Glass-Steagall Act – e la follia insostenibile dell’Obamacare in un ambito di puro libero mercato ne saranno l’imperitura prova). La cosa triste è che i nobili principi che battezzarono la corrente presidenza sono andati a farsi benedire a favore dei patrimoni dei grandi finanziatori-finanzieri democratici, gli stessi che per altro oggi finanziano H. Clinton, alla faccia dell’America reale e produttiva…

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Nelle more dell’annichilimento del fu piano neo-bolivariano avente come padri fondatori Chavez (morto), Castro (ritirato) e Lula (incriminato), come ultimo atto preparativo abbiamo visto in Brasile un governo non allineato abbattuto con gli stessi precisi strumenti utilizzati in Italia nelle varie Tangentopoli/golpe del 2011: una magistratura teoricamente indipendente che ha pubblicato volutamente a mezzo stampa intercettazioni orientando le masse, da qui il risentimento popolare ha spinto alle soluzione estreme delle dimissioni governative aprendo la strada a terzi indipendenti o tecnici (come ebbe ben ad indicare Limes in tempi non sospetti).

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E questo sempre facendo leva sui soliti drivers, i potentati locali, le elites comprate, i media ed i giornali…. [ossia, bisogna forse dubitare che tra giudici e giornali ci siano persone compiacenti ed allineate ad interessi stranieri, mah, il tempo ci dirà, vi ricorda qualcosa anche da noi? ndr].

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A valle della deposizione dell’erede di Lula a Brasilia la scorsa settimana, negli scorsi giorni il presidente venezuelano Maduro ha messo il suo paese in allerta per la possibile invasione da parte della Colombia – e Uribe, presidente colombiano ex narcotrafficante, ha confermato -: fino a ieri non avevamo capito il grande gioco! Non è passata nemmeno una settimana dalla deposizione della Rousseff quale nume tutelare-strategico-militare del piano neo-bolivariano che le carte cominciano a scoprirsi, ora abbiamo capito il piano! E parallelamente abbiamo capito anche che Putin ha vinto, Pechino ha stravinto e che l’Europa indipendente e troppo tedesca resterà l’unico tavolo aperto – da “liquidare” direi – dell’amministrazione USA in elezione a novembre prossimo: per ora si va avanti con il contentino, conquistare le risorse venezuelane, una piccola vittoria di facciata per difendere le apparenze (il piano “C”, piano “A” era la Sirya, il “B” l’Ucraina). Molto viene spiegato da questa immagine….

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Faccio una scommessa, gli USA approveranno l’azione di Uribe, nei fatti. E ne faccio un’altra, i possedimenti ex USA confiscati in passato da Chavez in Venezuela verranno restituiti. E aggiungo, lo sfruttamento per le risorse in Venezuela vedrà in prima fila aziende americane. Chiaro, eliminare dalla partita Cuba e Brasile, membri fondatori del club bolivariano assieme a quel che fu Chavez, era essenziale per il compimento del piano di acquisizione/destabilizzazione permanente del Venezuela, con il fine di depredare il ricchissimo paese bolivariano: dunque ecco che L’Avana è stata cooptata con un’abile mossa, ora non è più nemica. Il Brasile invece ha visto eliminato un presidente forte con mire continentali, Lula ed a seguire Rousseff. Chavez invece è opportunamente trapassato. La strada è oggi libera per la conquista delle più grandi risorse…

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Un momento, ma siamo veramente sicuri che finirà così? Eh si, il piano sarebbe perfetto solo a condizione che non intervenga nessuno… La mossa geniale sarebbe infatti quella di coinvolgere nella difesa venezuelana un attore di peso, ad esempio la Cina e magari solo con armamenti/guerriglia difensiva, magari anche con missili Manpads concessi a Maduro… Insomma, come in Siria! Alla fine cosa avrebbe da perdere Pechino? Nulla, ha in mano tutti i bonds USA…. E che potrebbe fare Washington? Nulla, non è mica coinvolta ufficialmente. Eppoi a fine mandato sarebbe quasi impensabile un intervento diretto americano in Sud America… Un mossa siffatta lato cinese costringerebbe la fallimentare amministrazione USA a venire a patti e quindi ottenendo maggiori spazi per sé in altri scacchieri.

20160515_bullettrain2_0Comunque li si guardi gli 8 anni di Obama sono stati i più guerrafondai dalla fine della seconda guerra mondiale. Ma, risultati alla mano, rispetto a quanto consegnato da Roosevelt agli americani quelli di Obama sono stati due mandati estremamente inconcludenti, appunto, che ci hanno lasciato in eredità semplice caos.In due parole, un disastro. Ed anche annichilendo gli ex alleati storici, questo aspetto purtroppo ha fatto capire al mondo una verità non scritta sulle reali intenzioni degli interventi americani (dovrei dire obamiani, sarebbe un errore confondere una disastrosa singola presidenza ideologica con i sacrosanti interessi “pragmatici” americani come Stato, alleati inclusi – parlo dei veri alleati e non di coloro che vogliono sostituirsi a termine agli amici americani, ad esempio in Europa -). Questa è l’amarissima eredità di una presidenza che non ha avuto timore di scagliarsi contro i suoi stessi partners/alleati storici, prima volta che succede – per numero e consistenza dei casi – dall’inizio del ‘900.

Per queste ragioni una presidenza come Trump sarebbe certamente benvenuta nell’interesse non solo americano ma del mondo occidentale unito, magari finalmente si costruirebbe qualcosa invece che semplicemente distruggere.

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