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LA LETTERA DELLA COMMISSIONE AL GOVERNO ITALIANO: MANOVRA IN ARRIVO

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moscovici

Grazie ai potenti mezzi messi a disposizione siamo in grado di proporvi per intero la lettera della Commissione Europea al governo Italiano relativa al progetto di bilancio 2016, ed  i correttivi ritenuti necessari. Al contrario di quanto sinora comunicato non si tratta di aspetti secondari.

Ecco a voi la lettera:

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Vediamo di coglierne gli elementi essenziali:

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L’Italia è in un “Regime transitorio”, sotto osservazione da parte della commissione: ricordiamo la stramba idea per cui essere molto austeri porta a ridurre il debito… Ora secondo la commissione le previsioni per la fine del 2016 indicano che gli obiettivi  previsti da questo regime non verranno raggiunti.

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MTO significa Medium  Term Objective, una parte del malefico “Braccio preventivo” della commissione  e prevede un aggiustamento graduale del deficit sino ai limiti previsti dal fiscal compact (0,5% o 1% a seconda della situazione debitoria).  La commissione dubita che i nostri Obiettivi Intermedi saranno raggiunti nel 2016, o mai raggiunti. Notiamo l’accenno alle spese per i rifugiati, un modo per far capire di non fare i furbi o i piagnoni mettendo in ballo il problema dei nuovi arrivati…

 

Dopo il bastone ecco la carota della flessibilità..

 

 

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Se fate i bravi ed obbedite  potremmo darvi un po’ di flessibilità, ma per averla dovete fare come vogliamo noi e spendere come  vogliamo noi…

Però cosa significa fare i bravi ? La Commissioni dà i compitini a casa, indicando a Renzi cosa deve essere corretto  e cosa no .

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Naturalmente i nostri compiti  non possono essere che le riforme strutturali.  Cosa se non Riforme?? Anche se ormai ci sentiamo un po’ tutti riformati.. 

Dove il governo italiano farà riforme (diamolo per certo, la capacità contrattuale italiana allo stato attuale è pari a zero)?

  • spending review, quindi tagli alla spesa;
  • tassazione , da leggersi come più tasse;
  • aprire lo spazio ad una vera contrattazione di secondo livello, da leggersi come annullamento dei contratti collettivi di lavoro;
  • lotta alla corruzione, da leggersi come maggiore apertura negli appalti.

Un programma che prosegue sulla falsariga di quanto fatto sinora, e che non ha condotto a nessun risultato nè nella riduzione del debito nè nella crescita economica. Si prosegue con gli errori del passato: del resto le regole non sono cambiate, il fiscal compact e tutte le sue diavolerie di controllo, fra braccio preventivo, repressivo, riduzione del debito, vincoli di bilancio sono tutti ben presenti, quindi non si può può fare, almeno a Bruxelles, che in questo modo.

Facciamo semplicemente notare che :

  • Meno spesa e più tasse NON porteranno a nessuna forma di crescita. L’austerità espansiva è un mito come l’unicorno o l’araba fenice. Rincorrerlo condurrà ad un peggioramento del rapporto deficit / PIL .
  • Il PD al governo dovrà demolire tutta la macchina contrattuale costruita dai sindacati, e sarà divertente vederlo in opera.
  • Aprire maggiormente gli appalti per combattere la corruzione è una cosa ottima…. soprattutto quando questi appalti andranno a ditte NON italiane. Praticamente regaliamo la nostra spesa pubblica con la scusa di combattere la corruzione. Non è che la corruzione può essere combattuta in modo diverso.

La commissione ci ha inviato una bella letterina che, al contrario di quanto detto sottovoce sinora , avrà dei pesanti effetti sull’Italia, e non saranno effetti positivi. Inoltre si prosegue con il voler applicare metodi da piano quinquennale sovietico, stupidamente rigidi ed inadatti alla situazione dei singoli paesi. Ormai è facile prevedere che, con queste norme, gli obiettivi di crescita per il 2016 saranno nuovamente completamente mancati, accentuando la spirale “Austerità-decrescita-austerità” che ci sta facendo precipitare economicamente, industrialmente e moralmente. Nessun accenno viene dato alla disoccupazione italiana, o alla perdita di reddito delle famiglie. Nessun riguardo per la distruzione del nostro sistema industriale. Alla commissione europea non interessa se l’Italia muore, interessa esclusivamente che lo faccia senza calpestare le aiuole dei vincoli di bilancio.

 


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