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Un pezzo di mare alla Francia per regalarle i gamberoni (di Nicoletta Forcheri)

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Pubblichiamo un articolo di Nicoletta Forcheri tratto dal suo blog, esemplificativo della sudditanza della nostra diplomazia, e invece dell’aggressività di quella degli altri paesi.

Una chicca per capire quanto siamo pezza da piedi in Europa e quanto Craxi invece abbia dato fastidio per talune sue manifestazioni di sovranità “paritetica” con paesi come USA o Francia.

E’ di questi giorni la notizia che un peschereccio italiano è stato sequestrato nelle acque marittime italiane al largo di Ventimiglia dalle dogane francesi e rilasciato sotto cauzione di 8000 euro.

Com’è possibile? E’ possibile perché l’Italia ha firmato un trattato il 21 marzo 2015 di rimaneggiamento dei confini marittimi tra Francia e Italia, naturalmente tutta a vantaggio della Francia. Un rimaneggiamento che andava a modificare una convenzione storica che risale al 1892. Lo sapevate? Non mi sembra che ne sia stato fatto un sia pur minimo caso. Comunque la cosa è inaudita lo stesso perché:

1. il sequestro interviene allorquando l’Italia non ha ancora ratificato il trattato, ma solo la Francia;

2. Nel trattato vi è una clausola che prevede la libera circolazione dei pescherecci nello sconfino tranne in quella parte di mare dove è stato sequestrato il peschereccio, che è appunto il fosso del cimitero o dei gamberoni.

In quella parte di mare i francesi non vanno tradizionalmente mai a pescare, semmai tale esproprio sarà stato voluto dai vari igloo multinazionali che ci stanno facendo la guerra a tutti noi solamente perché respiriamo e (vorremmo) lavoriamo…

La ciliegina poi è stata quando per pagare la penale della cauzione il tribunale di Nizza ha rifiutato l’assegno circolare non fidandosi delle banche italiane suggerendo quindi un bonifico.

Ricordo anche che sempre questa parte d’Italia dove nella mappa vedete una rientranza nel confine verso l’Italia, era stato ceduto tutto quel territorio, dopo la guerra, con borghi e valli incantate e soprattutto ricche dighe elettriche.

Ricordate quando parlai di palestinizzazione d’Italia, nel 2008? Ecco questo episodio ricorda tale e quale quelli delle prepotenze israeliane nei confronti dei pescherecci palestinesi al largo di Gaza. Esagero? A voi di giudicare. Il sequestro è avvenuto in acque territoriali italiane, davanti a Ventimiglia, allorquando il trattato di rimaneggiamento dei confini non è ancora stato ratificato dall’Italia. La verità è che qua si stanno preparando a fare a pezzi il nostro paese. Noi abbiamo ancora meno sovranità da quando, grazie all’attacco ignobile sotto la cintura del bail in, si è provocato un fuggi fuggi panicato dalle nostre banche. Prova ne sia che il Tribunale di Nizza non ha accettato l’assegno circolare del peschereccio con la scusa che “non si fida delle banche italiane”: ha preteso un bonifico.

«Sono saliti a bordo con un’ascia in mano – ancora Lobasso – minacciando di tagliarci le reti. Poi ci hanno chiesto con arroganza se nascondevamo armi. Anzi, volevano che le tirassimo fuori, ma noi a bordo ovviamente non ne teniamo. Infine, hanno minacciato di metterci le manette e dopo aver preso il comando dell’imbarcazione ci hanno trainati al porto di Nizza».

Nicoletta Forcheri 21/1/2016


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