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Analisi e studi

INVESTIMENTI E OCCUPAZIONE (COME RICERCARE OPERATIVAMENTE LA PIENA OCCUPAZIONE)

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Luigi Campiglio, dell’Università del Sacro Cuore, ci offre gentilmente un pratico sistema di pianificazione delle attività finalizzate al recupero occupazionale post-crisi.

La perdita di occupazione da seconda crisi (quella indotta dall’Austerity), ha consentito a Olivier Blanchard di poter ragionevolmente affermare comprendere che la gente spende non tanto in relazione al reddito futuro (di lungo periodo), ossia non segue l’equivalenza ricardiana, ma è mossa dal reddito e dalle prospettive di breve termine.

Analogamente, la contrazione dei consumi di breve periodo, determina un peggioramento dei conti aziendali e, quindi un calo degli investimenti (la cui entità è legata alle prospettive reddituali di breve periodo).

Per quanto sopra, noi possiamo dire che:

INVESTIMENTI = f ( PROFITTI ATTUALI )

e

CONSUMI = f ( REDDITO ATTUALE).

 

Se questo è vero, allora non ha senso ragionare in termini di NAWRU, NAIRU e OUTPUT GAP (ossia di differenza fra output potenziale ed effettivo), ha senso invece parlare di:

INVESTMENT GAP!

Possiamo definire l’investment gap come l’ammontare d’investimenti necessari per incrementare l’occupazione e ridurre la disoccupazione.

Di quanto? Di tutto quel che vogliamo ridurre.

Essi, poi, per effetto del moltiplicatore, che in USA è 1.5, in Italia oscilla dall’1.2 al 2 a seconda del settore in cui si investe, generera’ un aumento dei consumi che spingeranno ancora di più l’occupazione.

Per quanto sopra, possiamo definire l’occupazione quale vero:

PRIMARY SOCIAL GOALS!

Vediamo allora le formule di riferimento:

ΔE = f ( ΔI + ΔX ) dove I = investimenti e X = export;

ΔC = f ( ΔY + ΔFW + ΔR + FS ) dove Y = pil, FW= ricchezza finanziaria, R=tasso d’interesse e FS= fiscal stance (G/Dt+It)

ΔI = f ( ΔC + ΔX + ΔProfits ) poi

CA = f ( U ) e

Inflazione = f ( ΔC + Δ Oil price ).

 

La definizione di queste equazioni consente di poter strutturare una manovra finalizzata al pieno impiego, ossia individuare il livello d’investimenti e assunzioni (occupazione) che spinge la funzione di produzione al suo massimo potenziale.

Dall’analisi dei dati storici, l’autore è riuscito a calcolare i seguenti parametri:

Un aumento del 10% degli investimenti consente un incremento dell’occupazione del 3%, ossia circa 660.000 posti lavoro.

Pertanto, per recuperare l’occupazione perduta tra il 2007 e il 2013 servirebbe almeno un 18% in più di investimenti (circa 1.200.000 posti di lavoro).

L’incremento del 18% degli investimenti potrebbe essere ridotto se in contemporanea si lavora su un aumento del 20% dell’export che consentirebbe di recuperare circa 550.000 posti di lavoro, ossia il 2,5%.

Per quanto sopra, un incremento del 10% degli investimenti e del 20% dell’export consentirebbe al paese di recuperare l’impiego al 2007.

Ora il problema è, da un lato capire quali investimenti servono, dall’altra come spingere l’export del 20% se siamo in eurozona e un po’ in tutto il mondo ancora la ripresa non galoppa come servirebbe.

Per quanto riguarda gli investimenti, il ruolo di quelli pubblici in Germania avrebbe un risultato altissimo, quasi pari a quello degli investimenti privati! In Italia, invece, il contributo degli investimenti pubblici ha un valore molto più basso!

Di tal guisa, lo shock necessario per l’economia, non sarà in Italia l’investimento pubblico tout-court, bensì quello privato ma poiché gli investimenti privati necessitano di adeguati profitti, sarà necessario farne di pubblici per far ripartire l’economia, svalutare una moneta sovrana per recuperare marginalità sull’estero e consentire ai profitti aziendali di breve di incentivare l’investimento privato.

L’investimento pubblico quindi potrà solamente fungere da volano poiché il ruolo maggiore lo svolgeranno gli investimenti privati che riprenderanno in conseguenza della marginalità recuperata anche grazie alla svalutazione della nuova moneta sovrana.

Le formule fondamentali sono:

log ( U ) = α0+ α1 * log ( PR. I. ) +  α2 * log ( Pb. I. )

log ( E ) = α0+ α1 * log ( PR. I. ) +  α2 * log ( Pb. I. )

 

e la cosa interessante, è che in entrambi i casi, U = disoccupazione ) e ( E = occupazione ), mentre i parametri italiani propendono per l’investimento privato:

  • α1 = 0,235
  • α2 = 0,026

per la Germania ordoliberista vale esattamente il contrario:

  • α1 = 0,06
  • α2 = 0,395

com’è strana la vita a volte eh?

Quindi per noi sono fondamentali i valori che ricaveremo dell’export e meno importanti gli investimenti pubblici MA fondamentali quale traino per far recuperare marginalità alle imprese e innalzare i consumi finalizzati a far ripartire gli investimenti privati.

Tutte queste azioni faranno recuperare il reddito disponibile degli italiani.

Alla base di tutto ci dovrà essere la saturazione dell’INVESTMENT GAP di cui sopra.

Ma non via UE, bensì con le sole forze del paese.

Ad maiora.

 

 


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