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Intervista a Hans Olaf Henkel (AfD)

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Guest post di Voci dall’estero

 

Se vi foste persi lo speech di Hans Olaf Henkel ad Asimmetrie, qua trovate la sua intervista a The Local, in cui ribadisce ancora una volta che la Germania non accetterà mai alcuna forma di mutualizzazione del debito. E in cui dà un affresco di AfD (partito euro scettico tedesco prossimo ad entrare al Parlamento Europeo) abbastanza diverso rispetto agli altri partiti no€: atlantista, liberista, pro-UE. Potrebbero essere loro ad avere voce in capitolo su un eventuale Ger€xit?
 
 
 
Hans Olaf Henkel parla di quando, non se, questa primavera prenderà il suo posto in seno al Parlamento europeo.
Candidato per il nuovo partito politico tedesco, il primo partito euroscettico della Germania, è quasi certo che farà parte del gruppo di Eurodeputati tedeschi che andranno a Bruxelles a maggio per cercare la dissoluzione dell’euro.
Ex capo di IBM Europa ed ex presidente della Confindustria tedesca, è ora il secondo candidato della lista del partito Alternativa für Deutschland (AfD).
In un’intervista con The Local ha esposto la visione del suo partito per un’Unione Europea riformata, che comprenda una valuta distinta per le economie più forti del nord.
Ha indicato i Conservatori britannici come “partner privilegiato” della AfD al Parlamento europeo dopo le elezioni e ha respinto ogni cooperazione con l’UKIP di Nigel Farage.
La Gran Bretagna, dice, è ciò che il resto d’Europa dovrebbe aspirare ad essere. “Questo è l’unico paese rimasto a Bruxelles i cui rappresentanti hanno mantenuto un certo buonsenso”.
 

Un liberale frustrato

 
Per lungo tempo sostenitore del Partito liberal democratico (FDP), Henkel dice di essere rimasto “frustrato” dal sostegno del FDP alla Cancelliera Merkel durante i programmi di salvataggio dell’euro, che hanno visto bail-out per miliardi di euro nel tentativo di salvare le economie in crisi dell’Europa meridionale. 
Uomo d’affari e frequente collaboratore della tv tedesca, è stato tra i soci fondatori dell’Alternativa Elettorale del 2013, che presto si è ridenominata Alternative für Deutschland.
Il partito non è riuscito a superare la soglia del cinque per cento alle elezioni nazionali dello scorso anno, avendo preso il 4,7 per cento dei consensi. 
 
Ma in seguito alla recente decisione della Corte Costituzionale, che ha annullato tutte le soglie percentuali per l’ingresso nel Parlamento europeo, AfD è quasi certa di entrare. Con i sondaggi che la danno intorno al sei per cento, ci si aspetta che manderà più di una mezza dozzina di rappresentanti a Bruxelles e a Strasburgo.
 

Troppo debole per noi, troppo forte per loro

 
Seduto sulla sua terrazza panoramica che si affaccia sulla Friedrichstrasse di Berlino, Henkel vuole chiarire un malinteso comune sul suo nuovo partito.
Sebbene sia certamente scettico sull’euro, il partito non è “scettico sull’Europa”.
Siamo un partito a favore di una Bruxelles più democratica, ma più snella“, ha detto a The Local .
Benché impegnato a preservare il mercato comune europeo e la maggior parte delle principali istituzioni dell’Unione europea, AfD si oppone a quella che vede come un’ondata di accentramento che si rovescia su Bruxelles, mentre i governi cercano di salvare l’euro a tutti i costi.
Mirando a placare i mercati, l’UE ha introdotto misure come il meccanismo di stabilizzazione europea (ESM) e l’Unione bancaria, mentre la BCE ha perseguito una politica monetaria lassista.
Il partito di Henkel rifiuta queste misure. Egli le chiama una “socializzazione dei debiti”, che richiede ai contribuenti tedeschi di farsi carico delle passività delle economie in crisi.
E al centro del problema c’è l’euro.
La moneta unica, dice Henkel, è troppo forte per le economie meridionali come il Portogallo, la Spagna e la Grecia, e troppo debole per la Germania.
“E’ un sistema folle che richiede alle diverse culture economiche e fiscali d’Europa di cambiare in modo da soddisfare le esigenze della moneta unica. La nostra proposta è l’opposto. Dovremmo adattare le valute alle culture esistenti piuttosto che il contrario”, dice.
Teme che le politiche di salvataggio dell’euro potrebbero distruggere il vantaggio competitivo della Germania.
Al fine di salvare l’euro dobbiamo ridurre le enormi differenze di produttività tra la Grecia e la Germania. Non completamente, ma in qualche modo… I greci stanno cercando di diminuire questa distanza, come i portoghesi e gli spagnoli… ma questo non basta. Quindi, cosa accadrà adesso? la Germania deve ridurre la propria produttività“, spiega.
Come esempio, cita il salario minimo nazionale che sarà presto introdotto, così come le richieste francesi per il consolidamento dei sistemi di sicurezza sociale dei paesi.
 

La fine dell’euro

 
La piattaforma del partito, nella cui stesura Henkel ha avuto un ruolo centrale, avanza tre differenti proposte sulla valuta. Ognuna di esse dividerebbe l’eurozona come esiste oggi.
In primo luogo, paesi come la Grecia e il Portogallo dovrebbero essere “autorizzati” a lasciare l’euro, cosa che non è attualmente possibile in virtù dei trattati UE. Henkel ammette che questo approccio può essere irto di pericoli.
“Se seguiamo il primo approccio e la Grecia se ne va, sono preoccupato che questo causerà una corsa agli sportelli ad Atene, e magari il giorno dopo a Lisbona, e magari il giorno dopo a Madrid”, dice.
Egli preferisce un altro approccio – dividere la zona euro in un nord prospero e un sud meno competitivo, ognuno dei quali dovrebbe avere la propria valuta.
Dovremmo avere un accordo tra quattro paesi – Germania , Austria, Finlandia e Paesi Bassi. Essi usciranno dalla zona euro lasciando l’euro dove si trova“, dice.
Ciò manterrebbe la stabilità, suggerisce. “Non c’è corsa agli sportelli. I greci non hanno bisogno di uscire. Tengono il loro euro e non vi sarà nessun disturbo”.
In mancanza di tutto questo, Henkel e la AfD non vedono altra scelta che un ritiro unilaterale tedesco dall’euro e un ritorno al marco tedesco.
 

Carenza di partner

 
Ci si aspetta che i partiti euroscettici di destra e di sinistra otterranno un significativo avanzamento in seno al Parlamento europeo, cavalcando un’ondata di indignazione popolare verso le misure di austerità e la burocrazia di Bruxelles.
Henkel prevede che i partiti euroscettici potrebbero assicurarsi il 30 per cento dei seggi questo mese di maggio.
Ma tra questi Henkel vede pochi partner adeguati per la AfD.
Ti dirò quello che non faremo. Non abbiamo intenzione di andare con l’UKIP perché vogliono sciogliere l’Unione europea, che non è il nostro programma, e la loro politica di immigrazione sembra ridicola [per noi]. Noi certamente non ci alleeremo con Wilders dei Paesi Bassi, con la signora Le Pen in Francia o con l’FPÖ in Austria“, dice.
Geert Wilders del Partito per la libertà e Marine Le Pen del Fronte Nazionale stanno cercando di formare un’alleanza paneuropea dei partiti euroscettici per far “esplodere” le istituzioni dell’UE dall’interno verso l’esterno. I partiti coinvolti sono ferventemente anti-immigrazione, anti-islamici e socialmente conservatori.
AfD, che non cerca la dissoluzione dell’Unione europea nel suo insieme, ha una politica di immigrazione relativamente moderata.
Queste differenze hanno anche portato Henkel e il leader Bernd Lucke ad escludere di lavorare con l’UK Independence Party (UKIP), anche se il leader del partito Nigel Farage è stato invitato a parlare in una riunione dell’ala giovanile di  AfD.
Due membri di alto livello di AfD hanno anche rotto con la dirigenza e sono andati a Londra a incontrarsi con Farage. Ma Henkel insiste sul fatto che questi contatti non sono segni di futura cooperazione tra i due partiti.
“Ho incontrato Fidel Castro quattro volte… e nessuno ha mai detto che sono un rivoluzionario di sinistra”, scherza.
In contrasto con l’UKIP, Henkel mette in evidenza le somiglianze che il suo partito condivide con i Conservatori britannici, che egli considera come “alleati naturali”, anche se lui dice che non sono ancora stati stabiliti contatti.
“Abbiamo sentito voci secondo le quali Frau Merkel avrebbe detto [al primo ministro britannico David Cameron] di mantenere le distanze durante le elezioni”, dice.
Pensa che dopo le elezioni i conservatori britannici potrebbero avvicinarsi a lui, soprattutto se perdono seggi. Henkel vede anche alcuni possibili partner al di fuori della zona euro, soprattutto in Polonia, Danimarca e Repubblica ceca.
 

Un partito diviso

 
Henkel ammette che la AfD è stata originariamente fondata come “un partito monotematico”.
Tuttavia, la piattaforma del partito adottata a Erfurt il mese scorso si estende ben oltre valute e salvataggi , affrontando immigrazione, commercio, istruzione e persino prese elettriche.
Mentre questo può aumentare l’appeal del partito, ha anche rivelato una spaccatura tra la leadership liberale di AfD e un gruppo di conservatori della destra sociale che hanno cercato di spingere il partito verso posizioni più populiste.
Preoccupato per l’attenzione mediatica negativa, la direzione del partito ha cercato di reagire.
“Ci sono voluti alcuni mesi per scoprire che avevamo queste persone e per sbarazzarci di loro. Sbarazzarcene non è stato facile… si è tradotto in un sacco di discussioni”, ha detto Henkel.
Ma alcuni social-conservatori rimangono. Il partito respinge le quote femminili nelle società e l’ala giovanile del partito è impegnata in una controversa campagna su Facebook contro il femminismo.
Nel partito si è formata anche un’ala Cristiana, che si oppone al matrimonio omosessuale e all’eutanasia e chiede maggiori diritti dei genitori per l’istruzione a casa.
Forse il più importante rappresentante di queste tendenze è Beatrix von Storch, che è quarta nella lista del partito. In passato ha guidato una serie di organizzazioni civili che si sono opposte al diritto di adozione per coppie dello stesso sesso e all’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole.
Henkel ha affermato che la von Storch ha esercitato poca influenza all’interno del partito, ma è stata in grado di dare qualche mal di testa alla leadership.
Un discorso che ha tenuto alla convention del partito in opposizione al Partenariato Trans-Atlantico su Commercio e Investimenti (TTIP), attualmente oggetto di negoziato tra gli Stati Uniti e l’Unione europea, è stato accolto con applausi scroscianti.
La base si è mostrata fortemente d’accordo con lei e ha respinto l’accordo di libero scambio, con grande dispiacere di Henkel e del leader del partito Lucke.
Nonostante questo, Henkel ha fatto capire che probabilmente sosterrà il TTIP come parlamentare a Bruxelles.
Ha detto che la base del partito ha respinto l’accordo solamente perché non erano state soddisfatte “certe condizioni”, come le garanzie sulla sicurezza alimentare, la tutela ambientale e la politica culturale.
“Faremo in modo che siano soddisfatte”, dice.
 

Meno Europa qui, un po’ di più là

 
L’unica cosa che unisce tutte le diverse tendenze nel AfD è la loro opposizione alle tendenze accentratrici di Bruxelles.
Tutti vogliono ridurre la burocrazia della UE, con più competenze restituite ai governi nazionali.
“In sette anni vogliamo ridurre della metà le 50mila persone della pesante burocrazia UE di Lussemburgo, Strasburgo e Bruxelles” dice.
Il partito vuole anche ridurre il numero dei commissari della Ue da 28 a 12, eliminando le commissioni per la ricerca e l’istruzione, che Henkel definisce “ridicole”.
Eppure, il partito vede alcuni settori in cui la burocrazia UE potrebbe effettivamente essere ampliata, come per la creazione di un organismo indipendente che supervisioni il mercato comune.
AfD ha anche un paio di altri piccoli progetti che richiederebbero il coordinamento della UE, compresa l’eliminazione dell’ora legale.
Mentre Henkel qui ha mostrato un certo scetticismo, era più favorevole ad un’altra proposta del partito: prese di corrente standard in tutta l’Unione europea, una riforma che colpirebbe la Gran Bretagna in modo particolarmente duro.
“Quando vado con il mio iPhone in Gran Bretagna mi piacerebbe essere in grado di inserire la mia spina. Questo è ciò che l’Europa può fare”, dice. 

Un anglofilo impegnato 

 
Nonostante le spine elettriche, Henkel è un grande sostenitore del ruolo che la Gran Bretagna svolge nelle istituzioni europee come campione del decentramento e di un’economia liberale. 
Questo è il motivo per cui ha così paura del referendum britannico sull’adesione all’Unione europea del 2017.
“Per me l’idea che la Gran Bretagna possa lasciare la UE è lo scenario peggiore che posso immaginare… Se la Gran Bretagna uscisse noi saremmo persi, l’intero continente sarebbe perduto. Correremmo verso l’EURSS. Non è un’esagerazione”.
E se sarà eletto a maggio? 
“Vorrei fare tutto il possibile per garantire che la Gran Bretagna ritenga l’Europa un posto accettabile in cui restare”, dice.

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