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PERCHE’ I CREDITI DELLE BANCHE IN CRISI SON STATI SOTTOVALUTATI? PRESENTATA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE M5S

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Il caso di Banca Popolare dell’Etruria e delle altre banche sottoposte al bail out italiano ha portato in luce un altro problema, che è oggetto attualmente di un’interrogazione dell’onorevole Marco Valli (M5S) presso il parlamento europeo, a cui sicuramente faranno seguito uguali iniziative presso le camere nazionali.

La vexata quaestio è di grande interesse: quando è stata creata la bad bank si è dovuto dare una valutazione ai crediti in sofferenza, per assegnarli all’istituto in liquidazione. Questa valutazione è stata effettuata dando un valore di 18 centesimi ogni euro di valore di credito, ma il risultato medio dei Non Performing Loan (crediti in sofferenza) nelle banche italiane è di 40 centesimi per euro. Perchè è stato assegnato un valore inferiore ? Chi lo ha valutato ? Si sono danneggiati così gli obbligazionisti junior ?

In separata sede daremo un nostro parere sulla materia, intanto pubblichiamo il testo dell’interrogazione:

 

“Il 21 dicembre 2015 la Commissione europea ha rilasciato la comunicazione ufficiale riguardante l’operazione Banif, la banca portoghese in dissesto.
Nella comunicazione UE non vengono descritti i valori di conferimento dei crediti in sofferenza della banca portoghese alla bad bank, contrariamente a quanto è accaduto recentemente nel caso della risoluzione di quattro banche italiane: Banca Marche, Banca Etruria, CaRiChieti e CaRiFe.
Nel caso italiano, infatti, il valore medio di conferimento dei crediti in sofferenza era stato di €18 centesimi per ogni euro di valore nominale, ovvero €1,5 miliardi, un valore molto inferiore a quello medio dello stock di NPL in portafoglio alle banche italiane (€40 centesimi)

Alla luce di quanto accaduto si chiede alla Commissione:

– Chi ha determinato quel valore di conferimento dei crediti così scontato nel caso italiano e secondo quali criteri?

– Con una valutazione media di €21.6 centesimi sarebbero emersi circa €300 milioni di plusvalore. Questo plusvalore, dettato da una valutazione più alta delle sofferenze ma sempre inferiore alla media del settore in Italia, avrebbe ipoteticamente permesso in qualche modo di indennizzare i detentori di obbligazioni subordinate delle quattro banche italiane?

– Perché non è stata concessa, come nel caso Banif, una immediata conversione dei bond subordinati in azioni della bad bank?”





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