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“La Indesit Company è e resterà italiana” (famous last word)

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È notizia di oggi la cessione del 61% della Indesit Company SPA alla statunitense Whirlpool SPA per circa 680 milioni di €uro..

Giusto una settimana fa sono stato ospite, in veste di cliente, alla presentazione in quel di Bari delle ultime novità  della casa di Fabriano, da sempre di proprietà della famiglia Merloni, detentore dei marchi Indesit, Hot – Point Ariston  e Sholtés (azienda francese di altissimo livello rilevata a metà degli anni 2000). La Indesit Company è altresì proprietaria di quote rilevanti in altre società di primo piano del settore elettrodomestici. Essa è da diversi anni leader indiscussa in Italia e risulta essere tra i primi 5 costruttori di elettrodomestici al mondo. Nel pur pessimo 2013 ha fatturato circa 3,7 miliardi di €uro.

Dopo aver visionato ed apprezzato gli ultimi innovativi prodotti ho assistito (insieme ad un altro centinaio di clienti pugliesi) alla mini conferenza tenuta dal direttore commerciale per l’Italia che, dopo breve presentazione visiva dell’intero brand, ha tenuto un discorso di una quindicina di minuti. Nell’intervento si è soffermato sul difficile momento che l’intera industria italiana sta attraversando e bla-bla-bla, assicurando tutti gli astanti che non vi era alcuna voce fondata circa la fusione con questa o a quella azienda straniera e ha concluso testualmente con queste poche e belle parole: “La Indesit Company è e resterà italiana e non ci saranno licenziamenti”, a cui l’intera sala ha risposto con uno scrosciante e sentito applauso.

All’interno del bla-bla-bla ha enunciato che nell’arco del 2015 e con 85 milioni di €uro di nuovi investimenti già partiti, sarà riportata in Italia la costruzione di tutti gli elettrodomestici da incasso (built-in) ora prodotti all’estero e ha altresì affermato che l’accordo di programma con i sindacati (con cui hanno trovato anche un accordo di riduzione salariale o assimilato) era già stato firmato dalle parti.

Per l’idea che mi sono fatto del personaggio (che peraltro già conoscevo di persona) circa il discorso che ha enunciato è stata di ASSOLUTA buonafede, anche perché, dati alla mano, negli ultimi 6 mesi l’intero gruppo è in crescita del 10% rispetto alla concorrenza e il prodotto che offrono è da sempre di ottima qualità, con buona rete distributiva ed eccellete rete di assistenza. Insomma, ho visto una persona molto motivata e sincera. È chiaro che questa è una mia impressione e la riporto come tale ma, perché mettere le mani avanti? Se avessi saputo tutto, al suo posto, NON avrei fatto ALCUNA menzione sullo scottante argomento, attenendomi esclusivamente al prodotto e al bla-bla-bla classico, anche perché non ci sarebbe stato alcun dibattito aperto o contraddittorio con il pubblico.

Oggi, dopo aver appreso la notizia ufficiale ho chiamato il capo area della mia zona: era altrettanto sbalordito (preoccupandosi giustamente dell’accorpamento che ne verrà fuori onde evitare doppioni ecc. e che in una sola parola si traduce in PAURA per un futuro quanto mai incerto ed allarmante che coinvolgerà tutto il personale) e mi ha detto che, sentendo voci vicine alla proprietà,  la decisione è stata presa dalla vedova Merloni senior per incompatibilità tra i suoi figli, legittimi eredi dell’intero gruppo. Una bega familiare dietro la cessione di una delle punte di diamante della malandata industria italiana? Certo che con 150 milioni di €uro a testa ci si garantisce una comoda esistenza, fermo restando che rimarranno comunque all’interno del gruppo con incarichi più che dignitosi e sicuramente ben retribuiti ma il POTERE DECISIONALE passerà per intero e per sempre al CEO di Whirlpool, dall’altra parte dell’Atlantico e, conoscendo il modus operandi degli americani, non mi meraviglierei affatto se sceglieranno il modello della delocalizzazione, inventato proprio in USA, mettendo alla porta migliaia di maestranze italiane. Il mio presentimento è legittimo?

I Merloni hanno avuto paura di dover forzosamente ristrutturare, licenziando centinaia di lavoratori, facendo quello che MAI era stato fatto in quella che era una azienda-modello presa ad esempio da mezzo mondo?

Possibile che non si capisca che la globalizzazione non è cosa buona? Possibile che non si capisca che le regole del pensierouniconeoliberista ci stanno uccidendo? Possibile che non si capisca che l’€uro ha a che fare PIENAMENTE con quanto sta accadendo all’industria nostrana? Possibile che non ci sia un solo politico con gli attributi che cominci a prendere una posizione netta contro la dittatura della UE e del suo mezzo di governo –la moneta comune €uro-?  Possibile che al 95% degli italiani non interessi assolutamente nulla di economia e finanza?

SI, è possibile, anzi, è più che possibile: è CERTO.

… alla vostra desta potete ammirare il Partenone: per Atene centro mancano ancora pochi, interminabili, minuti …

Buona vita a tutti.

Roberto Nardella.


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