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IL PROBLEMA DELL’INFLAZIONE (OVVERO PERCHE’ DRAGHI NON GIRA CON UN LANCIAFIAMME A BRUCIARE I RACCOLTI…)

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Cari amici

sta diventando divertente sentire i telegiornali dei media mainstream elogiare la crescita dell’inflazione, senza bn capire perchè lo stanno facendo. Anzi gettando un bel po’ di fumo negli occhi agli ascoltatori.

Facciamo un rapido riassunto. Abbiamo due fattori che possono generare l’inflazione nel breve periodo:

  • fattori esterni e ambientali;
  • fattori interni o legati all’occupazione.

I fattori esterni sono legati ai prezzi delle importazioni o delle produzioni primarie, agricole o minerarie, quelli interni invece sono legati alla crescita economica.

Facciamo due esempi: se domani scoppia una guerra fra Iran ed Arabia Saudita, con blocco dello stretto di Hormutz, è probabile che il petrolio schizzi a 200 dollari al Barile. Questo aumento avrà una conseguenza inflazionistica di breve periodo fortissima, con un aumento dell’inflazione del  4-5%. Il sistema economico dei paesi importatori dovrà impiegare una maggiore quantità delle proprie risorse economiche per acquistare il petrolio stesso, ed avremo quindi una quantità di reddito nazionale inferiore per gli altri acquisti, soprattutto derivanti delle produzioni nazionali. Entreremo nel fantastico mondo della “Stagflazione”: inflazione senza crescita. 

Facciamo un bel salto nel passato. Quando vi erano fenomeni atmosferici estremi, prima che il commercio mondiale diventasse rilevante e  lo stato acquisisse una funzione e visione stabilizzatrice dell’economia succedevano le carestie che corrispondevano a momenti di enorme inflazione legati a decrescita dell’attività economica vertiginosi, perchè tutte le risorse monetarie venivano impiegate nell’acquisto dei beni di prima necessità. Se volete toglievi una curiosità leggete le “Lamentazioni di Ipuwer” risalente al primo periodo intermedio dell’antico Egitto (circa 2000 ac) dove, fra le righe, vedrete un fenomeno di stagflazione premonetaria…

Se l’inflazione è endogena, del secondo tipo,  cioè avviene perchè il sistema economico si avvicina alla piena occupazione allora si tratta di un fenomeno positivo legato alla dinamica di sviluppo dell’economia : meno disoccupazione, meno offerta di lavoro a fronte di una domanda crescente, paghe per i lavoratori in crescita, rinnovi contrattuali con paghe più alte, forte domanda  comunque per i consumi quindi possibilità per le aziende di aumentare prezzi e margini.  In questo caso , per fare un confronto, l’inflazione è come la  temperatura per un corpo umano: deve essere quella giusta, perchè se è freddo (deflazione o bassa inflazione) abbiamo a  che fare con un cadavere economico, se è troppo alta abbiamo a che fare con un’economia che corre troppo, che rischia di non essere più competitiva con le altre oppure di entrare in qualche bolla immobiliare o finanziaria.

Ecco perchè c’è sempre tanta cura nella valutazione dell’inflazione, ma dovrebbe essercene ancora di più nella valutazione delle CAUSE della stessa.

Alla BCE è stata data, sbagliando clamorosamente (ma i tedeschi son tedeschi…..) una missione solo di controllo dell’inflazione, con un target del 2%. Purtroppo non è stato dato un target di inflazione “Core” cioè al netto dei prodotti agricoli ed energetici, cioè proprio al netto di quei fattori esterni che influenzano l’inflazione “Cattiva”. Tecnicamente Draghi avrebbe potuto armarsi di lanciafiamme e bruciare i raccolti agricoli europei, ed avrebbe ottenuto ugualmente il raggiungimento dell’obiettivo del 2% di inflazione assegnato alla BCE. Certo, avrebbe ridotto larghi strati della popolazione alla fame, ma si sa che il popolo è considerato un di più, soprattutto quando non parla una lingua nordica. Per fortuna che Draghi ha un po’ più di sale in zucca  dei politici che hanno scritto il trattato di Maastrich.

Come stanno le cose a livello di “Inflazione core”, quindi endogena , che indica l’attività economica ? Confrontiamo Italia e Germania con gli ultimi dati di gennaio.

Inflazione totale, 2,2%, inflazione Core 1,7%.

Italia

Italia inflazione core 0,6%, su inflazione totale 1,5%

Confrontiamo l due inflazioni core.

Come vedete, tanto per dare un’ulteriore conferma a quanto già sapevamo, l’economia italiana dà segni di vitalità ben diversi rispetto a quella tedesca. Dopo il 2012 (Ops Monti…) siamo abbastanza sul gelato. Anzi sul morticino… Al contrario la Germania è arrivata ad un passo dall’inflazione obiettivo del 2% anche con la core.

Quindi arriviamo al solito dilemma dell’euro: troppo stretto per alcuni (Italia), troppo largo per altri (Germania). La prima dovrebbe/potrebbe proseguire nella politica del QE, anzi magari allargarlo al mercato primario dei titoli di stato, senza problemi, la seconda , invece, dovrebbe tornare ad una politica monetaria più restrittiva o almeno terminare quella espansiva. Naturalmente, essendo il tutto governato politicamente, si farà quello che vuole la Germania, mandando al diavolo le esigenze degli altri , Francia inclusa che ha una core allo 0,6%.

L’ennesimo fallimento dell’euro.

grazie.

 

 

 


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