Attualità
IL LATO OSCURO DI UNA GRANDE VITTORIA: ITALIA IN PERICOLO? di Nino Galloni
Una grande vittoria. La inaspettata partecipazione e l’atteso NO (che, personalmente ho sempre considerato un BASTA!) testimoniano di un popolo assai consapevole e che non ha votato solo di pancia contro il governo renziano o di cuore a difesa della Costituzione, ma anche di testa per impedire una deriva che avrebbe peggiorato le condizioni sociali, economiche, politiche del Paese.
La controprova sta nelle tre regioni dove il SI ha prevalso: Toscana, Emilia Romagna, Trentino; le regioni dove si vive meglio e dove ha prevalso, quindi, quell’opportunismo pessimistico che ha consentito di accettare 35 anni di peggioramenti nel timore di perdere quello che si aveva.
Finalmente il Centro-Sud ha, invece, rialzato la testa, mentre le altre regioni del Nord – quelle che hanno vissuto, in questi decenni, la perdita del primato industriale – hanno segnato la vera sconfitta della controriforma boschiana.
Adesso siamo in attesa delle reazioni internazionali e finanziarie che non saranno favorevoli a questa vittoria italiana della partecipazione e della democrazia; ma lo spread non si alzerà se la BCE continuerà a fare il suo normale lavoro; viceversa se tradisse, allora dovremo scendere in piazza qualora non ci fosse sufficiente consapevolezza in questo Parlamento, per ottenere soluzioni di difesa delle nostre istituzioni, ben diversamente da quanto accadde in Grecia (a causa della impreparazione a fronteggiare la situazione).
Ma, se al dunque, i cosiddetti mercati e la BCE attenueranno le conseguenze del voto, nonostante l’evidente conflitto con questa Europa e la grande finanza, rimane aperto un interrogativo di più largo respiro.
Infatti, da una parte, l’attuale assetto europeo ha sospeso il giudizio sull’Italia dando a intendere che, in caso di vittoria del SI, ci sarebbe stata una mano leggera; dall’altra, Renzi aveva inaugurato una stagione, almeno apparentemente nuova, per le scelte più importanti: flessibilità per le spese di accoglimento dei migranti, sforamento dei parametri per terremoti e altre emergenze, resistenza al “bail in” in nome del prevalere del problema titoli tossici sull’andamento delle cosiddette sofferenze bancarie.
L’ultimo Renzi, dunque, aveva cominciato a muoversi controcorrente ed aveva cominciato a dire cose interessanti; ma l’appoggio alla controriforma lo ha travolto.
Allora ecco il “lato oscuro” della situazione: molti di quelli che hanno fatto votare NO e cadere Renzi sono responsabili del disastro nel quale si trovano le istituzioni e la società italiane. Quindi: usciremo dagli inganni e dagli errori di un trentacinquennio da incubo o dovremo comunque continuare a sottostare ai diktat esterni?
Per questo, come Presidente di ALI, mi rivolgo a Beppe Grillo, al Movimento 5Stelle ed a quanti vogliono ripristinare sovranità popolare in un clima di collaborazione tra tutti i Paesi: elaboriamo un programma di difesa nazionale e di sviluppo responsabile che sappia indicare a tutti un percorso alternativo e di fuoriuscita da una situazione socialmente, economicamente, finanziariamente ed eticamente sempre più insostenibile!
Nino Galloni
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