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IL FALSO BUONISMO DELLE TECH COMPANY MILIARDARIE SULL’IMMIGRAZIONE

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 Ormai è inutile che vi parli delle polemiche sul bando all’0immigrazione da 7 paesi, perchè lo avrete già visto esaminato in 100 modi su 100 canali, con le stesse affermazioni : sporco Trump, razzista, il bando sugli immigrati è ingiusto etc.

Uno degli attori più rilevanti di questa campagna è la ACLU, Americal Civil Liberties Union, responsabile di molti dei ricorsi contro il decreto presidenziale.

La ACLU è finanziata anche dalle grandi majors di Internet:

  • Google ha donato 2 milioni ;
  • Lyft 1 milione, 
  • Altri venture capital hanno finanziato la ACLU.

Airbnb ed Uber hanno messo a disposizione servizi e fondi per contrastare la norma in questione, il tutto naturalmente in nome della libertà etc etc.

Ma.. c’è sempre un ma. 

Se ci pensate le web industries sono, per loro stessa ragione, aziende delocalizzate: un programma può essere fatto a Tripoli, a San Diego, a San Francisco o a Milano.Un programmatore può lavorare praticamente ovunque , perchè quindi spostare i programmatori ?

Il problema è la necessità di lavorare in team e di controllare il lavoro , da un lato, e dall’altro la tutela giuridica del prodotto stesso. Il secondo tema è particolarmente pressante perchè coinvolge la tutela dei diritti che le majors di internet vantano sui propri software. Queste società vogliono i programmatori negli USA anche, se non soprattutto, perchè  così possono tutelare i diritti sui loro prodotti secondo le strette leggi sulla proprietà intellettuale a stelle e strisce.

Il timore è che la lotta di Trump si sposti , come già parzialmente successo  sui visti temporanei che sono utilizzati dagli ingegneri assunti dalle Tech farm. Sigle come H-1B, L-1, E-2 e B1 sono gli strumenti utilizzati da queste società per assumere personale altamente preparato, a costi relativamente bassi. Se ritenete che un ingegnere che lavora per Apple a 100 mila dollari all’anno sia superpagato, beh leggetevi i costi della vita nella silicon valley. Questo personale viene assunto per finalizzare i lavori negli USA;e spesso rispedito indietro al termine del lavoro stesso.

Se Veramente  desiderassimo lo sviluppo dei paesi più arretrati non sarebbe più giusto che questi ingegneri potessero lavorare a casa loro ? questo permetterebbe l’espandersi dio un ambiente high tech anche in paesi attualmente arretrati, senza poi considerare le ricadute di ricchezza che la presenza di tecnici altamente pagati potrebbe avere su tutto l’indotto economico. Abbiamo però prima spiegato il perchè questo non accada: non per generosità, al contrario, ma per avidità e desiderio di controllo.  praticamente questi VISA non sono altro che strumenti con cui le major monopolizzano il lavoro altamente qualificato a basso prezzo.

Non è tutto oro quello che luccica…

 

 


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