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Euro crisis

La Grecia minaccia l’uscita dall’euro e puntualmente la Turchia minaccia un’aggressione militare (sarà stata Berlino a suggerirla?)

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Da tempo i malpensanti ritengono che le pressioni dirette ed indirette su Atene per “non terminare” l’euro uscendo dalla moneta unica prevedano qualsiasi tipo di trucco e spudoratezza, quanto meno da parte dei soggetti che dalla moneta unica traggono maggiori – ed enormi – vantaggi.

Bene, ricordiamo dunque la proposta di Mosca di fornire 5 miliardi di dollari all’apice della crisi greca iniziata nel 2012 per permettere all’Atene ortodossa (come la Russia) l’uscita dall’euro, ossia fornendo la liquidità emergenziale necessaria per colmare il gap temporale per introdurre la nuova moneta contante: alla fine intervenne la Germania per bloccare il progetto GREXIT, facendosi concedere dall’amministrazione Obama come contropartita per evitare il crollo della moneta unica (ai tempi pericolosa anche per gli States, ancora in una situazione finanziariamente instabile nel post subprime, ndr) la possibilità di raddoppiare il Nord Stream, infrastruttura gas tra Russia e Germania che ha mandato a ramengo 30 anni di politica energetica a stelle strisce in est Europa e vicino oriente. Da ricordare che il comitato direttivo russo-tedesco del North Stream è presieduto dall’ex Cancelliere Schroeder, di cui l’anti americano, pangermanista ed interventista Steinmeier oggi Presidente della Repubblica fu delfino. Ecco perchè Obama, contrariamente ai suggerimenti dei suoi strateghi e militari, incredibilmente accettò tale raddoppio.

L’ingerenza turca su Atene si fece sentire quando in Grecia andò al potere Tsipras con tutta l’intenzione di uscire dall’Euro ossia rifiutandosi di introdurre ulteriori leggi lacrime e sangue perfettamente inutili per uscire dalla crisi, oggi possiamo dire che aveva tutte le ragioni (invece di risolvere i problemi del Paese, le tasse imposte dalla troika hanno massacrato l’economia ellenica costringendola a svendere tutti gli assets di pregio, molto spesso ai tedeschi*). Possiamo solo “ipotizzare”  [per non dire altro] che al govane politico greco sia stato fatto capire che la Turchia era a supporto degli interessi della Germania e quindi sarebbe stato “non auspicabile” andare contro i voleri EU come unico ente in grado di tenere a bada Ankara, ai tempi c’era Obama e non Trump. Guarda caso arrivarono una marea di migranti siriani dalla Turchia verso la Grecia e guarda caso il flusso venne fermato solo quando Atene tornò nell’alveo eurista, forse ricordate i miliardi di euro sorprendentemente concessi da Angela Merkel ad Erdogan per bloccare i migranti…

In breve, Ankara e Berlino sono alleati dalla prima guerra mondiale anche in forza dell’enorme minoranza presente turca presente sul territorio tedesco. Leggasi, molti “sospettano” che Tsipras sia stato messo davanti al fatto compiuto che, o stava nell’Euro senza creare troppi problemi, o la Turchia avrebbe fatto il lavoro sporco tenendo conto degli interessi della Germania.

Oggi che Trump vuole cambiare la politica USA nel Mediterraneo appoggiandosi agli alleati storici – gli USA ne hanno le capacità, credetemi – ecco Tsipras alzare di nuovo la testa in veste anti euro, viste le prossime, immani scadenze del debito greco. E dunque puntuale arriva il messaggio nemmeno troppo velato di Ankara, molto probabilmente in veste di postino di Berlino: “stai calma Atene o ti invadiamo“, o qualcosa del genere. Il  ministro delgli esteri turco è arrivato a minacciare addirittura di abbattere l’aereo dove viaggia il ministro della difesa greco quando si dovesse approssimare alle isole elleniche vicine ai confini turchi…. La testa di cavallo nel letto…

Questo per dire che Atene non potrà mai uscire dell’Euro da sola, nemmeno con il supporto USA; necessita infatti di un altro Alleato in seno all’EU.

Tradotto: l’Italia potrebbe fare da polo aggregatore del malcontento eurista, ne ha le potenzialità. E tanti amici oltreoceano oltre ad un numero imprecisato di basi militari USA sul suo territorio, certamente maggiore di 100. Ecco perchè oggi l’obiettivo tedesco è neutralizzare l’Italia mandando la Troika il prima possibile: il potere e la ricchezza tedesca del terzo millennio dipendono dalla perpetrazione dell’euro come valuta comune, una fregatura per tutti tranne che per Berlino che gode di vantaggi inenarrabili (riassumibili nell’avere una valuta – l’euro – ben più svalutata di quello che sarebbe il marco tedesco, viceversa per l’Italia con la lira, ndr). Tradotto, è l’Italia è il vero pericolo.

Semplice no?

In ogni caso io dico che bisogna si preoccuparsi ma non esageratamente, fino ad oggi non è ancora successo nulla. Scaldate i motori, entro un mesetto si parte…

Mitt Dolcino

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*https://scenarieconomici.it/atenegrecia2017/

 


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