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GRAZIE CONFINDUSTRIA (di Nino Galloni)

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Grazie Confindustria per averci spiegato che dovremo attendere dodici anni per recuperare la spinta produttiva esauritasi un decennio fa. Quindi 22 anni di crisi: grazie, dunque, da parte di una generazione che ha visto solo disoccupazione, lavoretti, flessibilizzazione selvaggia, scarse prospettive previdenziali, aumenti dei costi sanitari e peggioramento dei servizi pubblici in cambio dell’austerity e delle privatizzazioni.

Insomma, lavoro pubblico e privato accomunati da tagli, privatizzazioni e scarse prospettive. Ma allora non sarebbe più logico proporre di cambiare tutto? 
Evidentemente l’Europa non funziona, l’abbandono dell’intervento pubblico nell’economia non ha dato buoni risultati, la perdita di sovranità nazionale ha fornito esiti disastrosi, l’introduzione di un welfare solo per i poveri non dà esiti adeguati, la flessibilizzazione selvaggia e le cosiddette riforme consegneranno un Paese molto mal messo alla prossima generazione: ai ragazzi che oggi stanno alle elementari o alla scuola media.
Grazie grazie grazie per quanto avete fatto.
Vogliamo indagare, invece, su quanti e quanto si sono arricchiti i veri beneficiari delle privatizzazioni e degli spazi abbandonati dai servizi pubblici?
Ma non é, per caso, che l’economia é molto cambiata, che la manifattura é molto importante però non l’unico riferimento dello sviluppo, che il pil dice sempre meno di quello che siamo, che le derive storiche e culturali pesano di più degli indici di borsa, che bisognerebbe riorganizzare tutto il sistema dei servizi di cura delle persone e dell’ ambiente, di manutenzione e valorizzazione del patrimonio esistente?
Il totale dei titoli tossici oggi é 54 volte il pil mondiale (dati della BRI); essi chiedono un flusso monetario autorizzato dalle banche mondiali di circa 200.000 miliardi di dollari all’anno (mentre il pil é “solo” 75.000 miliardi); questo flusso finisce alle banche grandi per evitarne il tracollo e…comperare altri titoli (tossici).
Sono i sistemi economico, monetario e fiscale che non funzionano più.
Forse occorrerà occuparsi di tale circostanza piuttosto che continuare così e ritrovarsi, come dice Confindustria, nel 2028 a meravigliarsi che la ripresa ancora non c’è stata.

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