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Gli USA potrebbero chiedere ai propri soldati di sottoporsi a un allenamento di “Resistenza celebrale”

Il test combina capacità fisica e mnemonica, in modo da migliorare la risposta sotto stress

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L’Esercito degli Stati Uniti potrebbe presto richiedere ai suoi soldati di sottoporsi a un allenamento di resistenza cerebrale per migliorare le loro prestazioni in situazioni di combattimento sotto pressione. Si tratta di test che combinano l’allenamento fisico e quello celebrare-mnemonico, in modo da migliorare la risposta del cervello anche in condizioni di stress relativo.

La potenziale mossa prende spunto da un corso di condizionamento cerebrale di sei settimane, durante il quale un gruppo di soldati ha eseguito compiti mentalmente impegnativi per aiutare a costruire la loro resilienza mentale e corporea.

Le truppe a cui sono stati assegnati compiti di memoria da bassi a moderati hanno mostrato un miglioramento doppio della resistenza e delle prestazioni rispetto a coloro a cui sono stati assegnati compiti cerebrali molto facili.

Questo risultato positivo ha motivato i ricercatori del Comando di Ricerca e Sviluppo Medico dell’Esercito a considerare l’applicazione dell’approccio su una base più ampia e con intervalli ad alta intensità.

Si dice che l’esercizio cerebrale proposto imiti da vicino il Combat Fitness Test dell’Esercito, ma con un’attenzione particolare all’allenamento cognitivo. Il CFT è un testi di preparazione psico fisica non necessario per entrare nell’esercito, ma spesso richiesto per ruoli operativi.

“Siamo entusiasti di dove ci porterà questa ricerca, ma la sfida è creare qualcosa di veramente innovativo e d’impatto per la salute e le prestazioni cerebrali dei membri del servizio”, ha detto il ricercatore dell’Esercito Brad Fawver.

Implicazioni potenziali del programma

Durante l’esperimento, i soldati hanno eseguito esercizi cerebrali di routine, come ricordare determinate sequenze prima, durante e dopo un’attività faticosa.

Alla fine dell’iniziativa, Fawver ha detto che alcuni soldati fisicamente in forma sono stati in grado di compiere un test di resitenza mentale più a lungo per 15 minuti. Praticamente un test che conferma il detto “Mens sana in corpore sano”.

“Questo ci dà la sicurezza di valutare approcci di allenamento più complessi e impegnativi”, adattati alle esigenze e agli obiettivi individuali dei soldati, ha detto.

Una volta implementato, si prevede che l’esercizio di resistenza cerebrale aiuterà le truppe ad avere prestazioni migliori sotto stress o quando sono affaticate, oltre a giovare al loro benessere fisico generale.

Potrebbe anche rendere i soldati più resistenti all’ansia, allo stress fisico e ad altre richieste operative sul campo di battaglia.


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