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Gli USA hanno 15 anni di ritardo rispetto alla Cina nello sviluppo delle tecnologie nucleari

La Cina ha accumulato un notevole vantaggio tecnologico nel settore nucleare, grazie ai forti investimenti nel settore. Ora difficilmente potrà essere raggiunta

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Gli Stati Uniti sono attualmente in ritardo di 15 anni rispetto alla Cina nello sviluppo dell’energia nucleare ad alta tecnologia, secondo un rapporto pubblicato lunedì (17 giugno). Questo divario è attribuito alle iniziative tecnologiche sostenute direttamente dallo Stato cinese e al significativo sostegno finanziario di Pechino a tutto il settore.

Secondo uno studio dell’Information Technology & Innovation Foundation, un istituto di ricerca apartitico con sede a Washington, la Cina ha attualmente 27 reattori nucleari in costruzione, con un tempo medio di completamento di circa sette anni – significativamente più veloce rispetto ad altre nazioni.

L’espansione dell’abilità nucleare della Cina

Il rapporto sottolinea che la rapida diffusione in Cina di centrali nucleari sempre più moderne ha portato a economie di scala e a vantaggi di apprendimento, posizionando le aziende cinesi per eccellere nell’innovazione incrementale all’interno del settore.

La Cina ha ampliato rapidamente la sua industria nucleare, costruendo 27 reattori – più di due volte e mezzo il numero di reattori costruiti da qualsiasi altro Paese – oltre alla sua flotta esistente di 56 impianti. Il Paese prevede di costruire da 6 a 8 nuove centrali nucleari all’anno, con l’obiettivo di superare gli Stati Uniti per quanto riguarda l’elettricità generata dal nucleare entro il 2030, si legge nel rapporto.

L’ambizioso piano della Cina prevede la costruzione di 150 nuovi reattori nucleari tra il 2020 e il 2035. In particolare, nel dicembre 2023, la Cina ha lanciato la prima centrale nucleare di quarta generazione al mondo, la Shidaowan-1 nella provincia di Shandong, che produce 200 megawatt (MW) ed è raffreddata a gas.

Centrale Nucleare di Shidowan, sede del primo reattore di quarta generazione

 

L’Amministrazione cinese per l’energia nucleare ha dichiarato che “il 90% della tecnologia del nuovo impianto è stata sviluppata in Cina”. Inoltre, la Cina è all’avanguardia nello sviluppo e nell’impiego di una nuova generazione di reattori modulari piccoli ed economici.

Intanto l’età media degli impianti nucleari USA è di 42 anni e per completare l’ultimo reattore a Vogtle ci sono voluti, dall’anno dell’approvazione del progetto, 14 anni. Il doppio di quanto impieghi la Cina.

Gli USA con un forte ritardo, forse incolmabile

Nonostante abbiano la più grande flotta di centrali nucleari a livello globale, gli Stati Uniti hanno affrontato sfide significative. Sebbene l’amministrazione Biden riconosca l’importanza dell’energia nucleare per ridurre le emissioni e combattere il cambiamento climatico, attualmente non sono in costruzione nuovi reattori, dopo il completamento ritardato e fuori budget di due grandi impianti in Georgia nel 2023 e 2024. Le iniziative di Biden si risolvono il parole al vento o nel ravvio di vecchissimi impianti, come a Palisades.

Inoltre, l’anno scorso è stato cancellato un impianto ad alta tecnologia pianificato da una società che avrebbe dovuto realizzare un SMR, NuScale, proprio per mancanzi di interesse.

Il settore dell’energia nucleare cinese beneficia di banche statali che offrono prestiti con tassi di interesse fino all’1,4%, molto più bassi di quelli disponibili nelle economie occidentali. Il sostegno statale sostenuto e le strategie di localizzazione hanno permesso alla Cina di dominare settori come l’energia rinnovabile e i veicoli elettrici. All’Occidente non resta che restare a guardare.


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