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Euro crisis

EURO BREAK: POSSIBILE CAUSE EXTRA ITALIANE.

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merkel break up

Noi spesso abbiamo parlato della necessità dell’uscita dell’Italia dall’euro. Proprio nei giorni scorsi il noto commentatore economico Ambrose Evan Pritchard dalle pagine del quotidiano inglese Telegraph elencava minuziosamente i motivi per cui l’Italia avrebbe interesse a lasciare l’area euro. Però i fattori endogeni potrebbero non essere decisivi nelle decisioni dell’Italia. Già altre volte la Storia ha imposto ai nostri governanti decisioni e profondi cambi di politica per fattori perfettamente esogeni: pensiamo alle due guerre mondiali, nate al di fuori e, in un certo qual modo, contro le nostre dirette immediate volontà

Cerchiamo quindi di fornire un semplice elenco  di eventi che potrebbero portare alla rottura dell’area euro. Si tratta di un elenco assolutamente non esaustivo e completato hic et nunc. Ognuno dei singoli eventi meriterebbe un’analisi probabilistica molto più attenta di quella da noi presentata.

  1. BREXIT E CASCATA: di per se il referendum sul Brexit, che si terrà a a giugno nel Regno Unito, non dovrebbe toccare direttamente l’euro, in quanto lo Stato inglese è al di fuori dell’area euro ed ha moneta propria. Però un successo forte del fronte per l’uscita potrebbe catalizzare le forze scettiche di altri paesi . Un’Inghilterra fuori dalla UE, e magari con un conservatore diverso da Cameron alla guida, potrebbe essere tentata dall’aiutare queste forze sia per uscire da un possibile isolamento, sia per esercitare quella politica di “Balance of powers” che contraddistingue il suo agire sul fronte europeo ormai da secoli. Un appoggio esterno a  forze ora isolate potrebbe portare alla rottura in alcune realtà più sensibili all’influenza britannica.
  2. LA FRANCIA DI MARINE LE PEN. Attualmente il FN è il primo partito, singolarmente preso , nei sondaggi, ma la sua leader , Marine Le Pen, non riuscirebbe a diventare presidente della Repubblica: in molti scenari vincerebbe al primo turno per perdere al secondo contro i conservatori di LR, in modo più sensibile se il candidato fosse Juppé, di poco se fosse Sarkozy (evidentemente anche in Francia non piace la minestra riscaldata). La situazione è però molto fluida. La Loi Travail, la versione d’oltralpe del Jobs Act renziano, è stata accolta letteralmente con le barricata in parlamento, costringendo il governo a forzarlo, ed anche sulle piazze. Il Partito Socialista si è spaccato , mancando di poco il deposito di una mozione di sfiducia contro il suo stesso governo. Al contrario sarà discussa (e respinta) una mozione di sfiducia di LR, ma la realtà è che , in caso di vittoria ora probabile, LR si guarderà bene da modificare la discussa legge che , in fondo, realizza in parte il suo programma. Gli esponenti delle sinistra francese sono ben consci che solo la Le Pen rappresenta un’opposizione al diktat di Bruxelles, e potrebbero votare FN turandosi il naso. Già un po’ di riallineamenti si son visti dopo la  vittoria alle regionali. Marine è la più grande avversaria dell’euro, che vorrebbe smantellare per riproporre un pacchetto di monete nazionali, lasciandolo solo come moneta di riferimento. La sua vittoria significherebbe a breve uno smantellamento della  moneta unica.
  3. CONFUSIONE SPAGNOLA. La Spagna non è riuscita a ricostruire un governo dopo le elezioni di Aprile e si riavvia a votare nuovamente il 26 giugno. Attualmente i sondaggi danno ancora una situazione confusa, con quattro blocchi principali, IU – Podemos, PSOE, Ciudadanos e Partido Popular, ma ancora nessun governo certo. Solo la sinistra estrema potrebbe , a livello teorico , mettere in discussione l’euro, ma in realtà il pericolo è che una situazione confusa e politiche sociali molto ampie possano far esplodere il deficit ed il debito, in una situazione di cambi fissi. Un governo più interessato al benessere popolare che alla stabilità degli altri potrebbe decidere di fare il gran salto.
  4. CRISI BANCARIA DEI PAESI NORDICI. La NIRP sta portando due risultati: da un lato rifduce i margini dei sistemi bancari, anche dei paesi più solidi, dall’altro sta portando ad un surriscaldamento dei prezzi immobiliari, soprattutto in Svezia e Germania. In Svezia, con un +34% dal 2010 e un +13% in un anno s, si può parlare di polla immobiliare. In Germania abbiamo un +24% su base 2010 , con un accellerarsi della crescita nel 2015, per cui anche se bolla ancora non è , non siamo molto lontani. Il sistema bancario tedesco è poi anche indebolito dalla presenza di quel gigante dai piedi d’argilla che è Deutsche Bank, invischiata in speculazioni e derivati rischiosi in mezzo mondo.
  5. ESPLOSIONE DEI BRICS E TEMPESTA MONDIALE. La Cina ha una bella bolla di debito, la Russia cresce a rilento,  il Brasile è nel caos. Una bomba finanziaria mondiale potrebbe mettere l’euro alle strette tramite eccessive rivalutazioni non tollerabili dalle valute più deboli.
  6. FED ALLA CARICA Gli USA hanno una piena occupazione,Se non fosse per le preoccupazioni sull’economia mondiale potrebbero rialzare i tassi. Non lo faranno, ma……

Insomma i rischi di euro break esogeno son presenti, anche se mai citati  da nessun media tradizionale. Come Scenari economici avevamo presentato, ad Ottobre 2015, un piano di emergenza per affrontare un evento eurobreak esogeno, il famoso “PIANO B”. Contiamo presto di riprenderlo in mano ed aggiornarlo.

 


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