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Esclusiva – Intervista all’economista Alberto Bagnai – Il Rilancio economico e l’austerita’ suicida (3/3)

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Di seguito l’intervista al Professor Alberto Bagnai, Professore associato di Politica economica, Facoltà di Economia, Uni. G.D’Annunzio, Pescara. Qui il CV del professore (http://www.bagnai.org/ ).

Qui trovate la prima parte dell’intervista Esclusiva – Intervista all’economista Alberto Bagnai – Ecco perche’ l’Euro e’ insostenibile (1/3) .

Qui trovate la seconda parte dell’intervista Esclusiva – Intervista all’economista Alberto Bagnai – Il Tramonto dell’Euro (2/3).
bagnai

 

D – Pensa che il Governo Monti a Novembre 2011 abbia salvato l’Italia? Quale è il suo giudizio sui primi 12 mesi del governo Monti?

R – (a cura Professor Bagnai) Il mio giudizio sui governo Monti rimane esattamente quello che detti appena si insediò: i suoi salvataggi non ci avrebbero salvato perché si rivolgevano a un falso problema (il debito pubblico), e lo facevano con intento strumentale, cioè per estrarre dai cittadini italiani risorse da veicolare verso le banche del Nord onde consentirne il risanamento. Spero che sia chiaro che “salvare la Grecia, salvare la Spagna” significa in realtà salvare la Germania, che dalla Grecia e dalla Spagna deve farsi ridare dei soldi. Bene: il lavoro di Monti era far sì che questi soldi ce li mettesse chi ci legge pagando l’IMU. Missione compiuta, e intanto il debito pubblico italiano è cresciuto e l’Italia ha avuto la performance peggiore dell’Eurozona.

 

D – Secondo lei il debito pubblico italiano va onorato così come è oppure va ripudiato e quindi ristrutturato?

R – Nonostante il governo Monti, il debito pubblico italiano non era il problema, e non è ancora un problema. Non lo dico io, lo dice il Rapporto sulla Sostenibilità Fiscale della Commissione Europea. Certo, rischia di diventarlo se ci si continuerà ad avvitare sulla strada delle politiche di austerità suicida, che distruggono reddito e gettito fiscale. Ma tutti gli studi sull’uscita dall’euro concordano sul fatto che un default in Italia non sarebbe necessario, dato il forte avanzo primario dei conti pubblici e la forte propensione al risparmio delle famiglie.

 

D – Al di la’ della Sovranita’ Monetaria, quali sono secondo lei le principali azioni in campo economico che l’Italia dovrebbe mettere in campo per assicurare un futuro ai cittadini Italiani ed alle future generazioni? Nel Libro ipotizza l’incremento di alcune spese pubbliche (es. Ricerca ed investimenti) e la riqualificazione di altre spese, ma liquida come “Luogocomunisti” coloro che propongono un deciso ridimensionamento delle spese Pubbliche inefficienti (tema molto caro ai lettori di RC) e riduzioni di imposta conseguenti. Puo’ spiegarci meglio la sua posizione?

R – Lei ha mai trovato qualcuno che le abbia risposto: “Sì, mi piace lo spreco, viva l’inefficienza?”. Apprezzo le provocazioni, è noto, ma la domanda, più che provocatoria, mi sembra un po’ pleonastica. Comunque, non so in quale parte del mio testo lei abbia trovato la frase che mi attribuisce, so solo che non l’ho scritta.

Qui dobbiamo capire un paio di cose.

La prima è che l’odio ideologico verso lo Stato non ci porta da nessuna parte. La crisi è stata causata dai comportamenti irresponsabili e criminali della finanza privata. Lo Stato è colpevole, certo, di non aver vigilato, verosimilmente perché corrotto dai gruppi di potere che avevano interesse a farsi i fatti loro sul groppone del contribuente. Ma se, come i dati dimostrano, e i rapporti della Commissione Europea confermano, il debito pubblico italiano è sostenibile nel breve e nel lungo periodo, mi chiarite per quale arcano motivo stiamo parlando di spesa pubblica? Mi state dicendo che la Commissione Europea dice parole in libertà? Può darsi, ma a me non sembra. Chi vuole “meno Stato” aprioristicamente, senza se e senza ma, è semplicemente accecato dall’ideologia e sbaglia: occorre più Stato e un migliore Stato, per dotare di regole i mercati finanziari, per gestire i servizi pubblici essenziali, ecc.

La seconda cosa è che occorre distinguere fra il breve e il lungo periodo. Quello che nel lungo periodo può effettivamente essere uno spreco, nel breve può essere una misura congiunturale che impedisce il collasso del sistema. Licenziare dipendenti pubblici, o tagliare le loro retribuzioni, quando il Pil cala del -2.5% non è una buona idea: serve semplicemente a ridurre spesa che si rivolge alle imprese private (e gli imprenditori lo sanno). Le riforme strutturali vanno fatte in condizioni di serenità, non di urgenza, perché altrimenti aggravano semplicemente il male. È sotto gli occhi di tutti.

Quando saremo usciti dalla recessione, faremo una bella lista delle spese improduttive, e le taglieremo, tutti insieme. Non c’è problema. Immagino che l’ospedale vicino a casa vostra sia produttivo, e quello vicino a casa mia improduttivo, ma ripeto: non c’è problema: andrò in clinica. Non tutti però possono permetterselo. La coesione sociale e civile di un paese parte anche dall’attenzione a questi problemi.

 

 D – Ci dia un messaggio di speranza: come potremo uscire da questo declino economico in atto ormai da tempo? Ce la faremo?

R – Del come mi sembra che abbiamo parlato a sufficienza. Ce la faremo? Senz’altro, anche se va detto che l’entità dei sacrifici che dovremo affrontare dipende molto dalla corretta informazione. Chi in questi giorni terrorizza i cittadini con informazioni strampalate, totalmente fuori dalla logica storica ed economica, circa la catastrofe che ci attenderebbe se uscissimo, in realtà contribuisce ad aggravare i costi della crisi e della sua risoluzione, perché spinge i cittadini a decisioni che potrebbero rivelarsi irrazionali e controproducenti (lo spiega bene Claudio Borghi nell’intervista che ho citato prima).

Suggerisco ai piccoli terroristi di non dimenticare che oggi c’è Internet. Fino a dieci anni fa le menzogne propalate in televisione duravano l’istante in cui venivano pronunciate, e quelle scritte sui giornali finivano per incartare il pesce il giorno dopo. Ma oggi Internet tiene traccia di tutto, e per sempre. Bisogna avere senso di responsabilità, bisogna documentarsi prima di parlare, e bisogna contribuire tutti a diffondere un’informazione più equilibrata. Vi ringrazio per avermi offerto questa opportunità.

 

 

 

By GPG Imperatrice

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