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€rrori di valutazione

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euro rotto

 

 

In molti fanno un grossolano errore di valutazione pensando che un €uro basso, magari anche sotto la parità con il Dollaro USA, possa allontanare -se non addirittura scongiurare- la rottura della moneta comune.
Sono convinto che, a patto che si avverino due condizioni fondamentali, l’€uro possa andare anche al di sotto del minimo storico contro il dollaro,che arrivò intorno agli 0,87 cents.
Se al rialzo dei tassi USA che prima più che poi ci sarà, la BCE darà avvio ad un €uro-QE ci sarà quel “double event” che porterà la moneta comune al traguardo indicato.

Per dare il via ad un “allentamento quantitativo” in piena regola che dovrebbe portare a far crescere l’inflazione, Draghi dovrà aggirare la regola fondamentale della BCE inerente all’impossibilità di finanziamento diretto degli Stati componenti la U€, ovvero quello che accadrebbe laddove a Bruxelles decidessero davvero di comprare titoli di stato dei Paesi membri. E vi assicuro, se ciò potrà allungare la vita (breve) della moneta comune lo si farà: anche, anzi, soprattutto, alla Germania l’€uro conviene più che a tutti gli altri e alla fine acconsentiranno anche se con diversi mal di pancia (avranno indietro moneta inflazionata come pagamento dei 600 e passa miliardi derivanti dai saldi Target2).

Si pensa che l’aumento dell’export extra U€ potrà nuovamente mettere il vento in poppa ai disastrati PIL di Paesi come l’Italia. Ho ragione di credere che ciò non accadrà: l’aumento dell’export che innegabilmente ci sarà avrà ricadute interne minime, poichè la nuova deregulation sul mercato del lavoro porterà ai nuovi possibili (ma non scontati) assunti una retribuzione in netto calo, che basterà a mala pena alla sopravvivenza con inevitabile ulteriore crollo dei consumi, accompagnato da una propensione al risparmio ancora più accentuata (come insegna la teoria della “trappola della liquidità”). Senza contare che l’aumento dell’export delle aziende italiane che hanno delocalizzato per essere competitive, oltre a non avere alcuna ricaduta positiva sul mercato occupazionale interno, non porterà al fisco italiano un centesimo in più. Forse la sola Germania potrebbe giovarsi dell’export, visto che ha mantenuto in patria gran parte della produzione, ma anche questo è un ragionamento opinabile.
In un ipotetico futuro di €uro-Zone deflatta a chi venderebbero le loro sfavillanti produzioni? Non credo assolutamente che gli emergenti, inguaiati per la medesima ragione di deflazione dei loro clienti più ricchi, possano assorbire ciò che nel vecchio continente non potremo più permetterci di comprare.

Per cui, ritengo che:
La crisi della moneta comune è IRREVERSIBILE.
Il calo del valore dell’€uro porterà solo una relativa boccata d’ossigeno al sistema industriale ma la deflazione regnerà sovrana sino alla disgregazione della U€ e del suo mezzo di governo, il golem €uro.

E potete scommettere che, nonostante l’€uro potrebbe perdere ancora un 30% del suo valore, NON avremo traccia di inflazione, anzi!

Roberto Nardella.


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