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EH, JEAN CLAUDE, JEAN CLAUDE… NON CI SIAMO PROPRIO (di Luca Tibaldi)

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epa05387416 European Commission President Jean- Claude Juncker reacts on a journalist's question during a news conference on the results of Britain's EU referendum, at the EU Council building in Brussels, Belgium, 24 June 2016. Britons in a referendum on 23 June have voted by a narrow margin to leave the European Union (EU). Media reports state that Juncker, European Coucil president Donald Tusk and European Parliament President Martin Schulz in a letter have requested Britain to draw consequences from the outcome of the EU referendum as soon as possible. EPA/OLIVIER HOSLET

Come ogni anno il presidente della Commissione Europea ha tenuto un discorso sul cosiddetto “Stato dell’Unione”, una simpatica filippica che ogni anno ci ricorda sistematicamente che le cose sono peggiorate, che continueranno a peggiorare e che le mirabolanti soluzioni che questi eccelsi tecnocrati propongono non servono assolutamente a niente.

La chicca ve la lascio per la fine.

1) “Tenere un discorso europeista qui non è così difficile, ma tutti devono fare discorsi europeisti nei loro parlamenti nazionali. Dire sì con entusiasmo a Bruxelles e poi fare finta di non aver partecipato è il contrario di quello che definisco coerenza. Non dobbiamo più menare per il naso i cittadini europei.”

Oh, accidentaccio! Ma allora Jean Claude pensa al benessere dei cittadini europei!?
Dai, quanto fa ridere questa domanda?
Scusami tanto, ipotetico presidente degli Schiavi Uniti d’Europa, quindi o si è completamente a favore del progetto europeo o si è completamente contrari? Non si può criticare niente e nessuno? Bisogna completamente asservirsi ad una suprema divinità che decide vita e morte di tutti (magari sotto l’influenza di un’altra divinità… che so, Bacco?).

2) Parlando dei dissidi tra Est e Ovest del continente nella questione immigrazione, JC ha detto che “Il populismo non risolve i problemi. Il populismo crea problemi”.
Vediamo… in Germania governa la Merkel, Frau Stabilità, però la gente si sta stufando.
In Francia governa Hollande, e stendiamo un velo pietoso.
In Italia governa Renzi, e non mi pare sia euroscettico.
In Spagna governa… ah, no, aspetta, lì c’è il pilota automatico.
Sono tutti Paesi dove non governano i populisti.
E sono tutti Paesi messi male.
Ma proprio male. DeutscheBank che a momenti esplode in Germania, crescite zero, disoccupazioni alle stelle, deindustrializzazione galoppante.

3) “Nonostante la creazione di 8 milioni di posti di lavoro dal 2010 ad oggi, permane la diseguaglianza sociale. L’Europa non è sufficientemente sociale. Dobbiamo cambiarla”.
Wow, ok! Bravo. Hai detto una cosa giusta. Perfetto!
Come la cambi?

Attualmente il Fondo europeo per gli investimenti strategici (EFSI) è chiamato a mobilitare 315 miliardi di euro tra il 2015 e il 2018. Juncker ha proposto di raddoppiare la somma.
Sapete… quel famoso fondo di soldi inventati che dovrebbero mettere gli stati stessi.
Ecco, quello. La soluzione è… raddoppiarlo.
Lezione di matematica alle elementari:
“Qualunque numero moltiplicato per zero dà sempre…?”
“630 miliardi!”.
“No, Jean Claude, dà sempre zero”.

4) “La valuta unica comporta enormi vantaggi economici spesso invisibili”.
Sì, proprio invisibili.
Tipo… che è una moneta troppo forte, il che è dannoso per un Paese esportatore?
O che è una moneta che gli Stati devono prendere in prestito e restituire ai mercati dei capitali privati, trasformandosi in aziende?
O che è un sistema a cambi fissi che impedisce la naturale fluttuazione delle valute?
O che è emessa da un sistema di banche centrali indipendenti dal controllo politico?

5) “Riguardo le politiche di bilancio, c’è necessità di applicare una flessibilità intelligente delle regole del Patto di Stabilità. Ma il Patto di Stabilità non deve diventare un patto di flessibilità”.

Chiaro? Zitti e mosca, siamo NOI a decidere quanto potete spendere, quando potete spendere e come potete spendere… i vostri soldi.
Tra l’altro, parli di “un’Europa diversa, un’Europa sociale” e tutte quelle amenità, e poi mantieni il patto di stabilità perché altrimenti Schaeuble arriva e ti mangia?

6) Poi arriva il momento delle solite cose che dicono da anni, sul libero accesso a internet e simili… sorvoliamo.

7) Sempre riguardo l’immigrazione, ha detto che “La solidarietà deve venire dal cuore. Non può essere imposta dall’alto. Esorto la presidenza slovacca dell’Unione a riunire i paesi membri”.

Oh, ma che buon cuore che ha lei!
Penso (spero) che sia chiaro a tutti l’intento di importare in Europa un esercito di disperati.
Ora, seriamente, potete davvero pensare che a uno Juncker o a uno Schaeuble o a un Dijsselbloem possa importare qualcosa della povera gente che fugge dal proprio Paese?
Siamo seri, su. L’intento dichiarato dei “creatori europei” è sempre stato quello di creare un grande blocco competitivo europeo che possa competere con i giganti mondiali.
Però abbiamo una moneta fortissima, e con la disciplina di bilancio non possiamo fare investimenti. Quindi la strada tracciata e dichiarata, tra gli altri, da Mario Monti (“We are actually destroying domestic demand through fiscal consolidation” – “Stiamo distruggendo la domanda interna attraverso il consolidamento fiscale”, intervista alla CNN) è una: restringere i salari.
Ed ecco qui la soluzione. Impiegare gli immigrati nel mondo del lavoro dei Paesi europei in modo tale da metterli in competizione con gli “autoctoni” di piddina memoria in una vera e propria guerra tra poveri per ridurre i salari e la domanda interna e aumentare così la competitività.
Oh, l’ha detto la Merkel stessa. Qualche mese fa ha caldamente invitato i produttori di automobili in Germania a dare un lavoro agli immigrati.

8) Tra le proposte che il presidente della Commissione europea ha presentato c’è l’idea di creare un Corpo europeo della solidarietà per invitare i giovani a fare attività di volontariato.

Volontariato.
In una situazione simile JC pensa al volontariato.
Sia chiaro, per evitare interventi scandalizzati, chi scrive ha fatto attività di volontariato nelle scuole per anni, ed è una gran bella e, utile e gratificante attività. Ma che in un quadro con milioni e milioni e milioni di disoccupati il presidente della Commissione Europea pensi ad un programma per il volontariato è esilarante.

Ci sarebbe molto altro da dire, ma fermiamoci per non stufarvi.
Un discorso adatto a quest’epoca e ai suoi leader.
Mediocre, senza una visione, senza un progetto, senza la fondamentale comprensione delle condizioni della società che dovresti governare (se avessi una minima legittimazione democratica).

Oh, già, c’era la chicca. Il meglio. La ciliegina sulla torta.
In quale lingua avrà mai pronunciato questo discorso davanti al Parlamento europeo?
Inglese? Lussemburghese? Francese? Lingue che potremmo comprendere se avesse usato?
No.
Per dimostrare quanto l’Europa voglia cambiare ha parlato esclusivamente in tedesco.

Luca Tibaldi.


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