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Effetto Trump su Dollaro e Prezzi delle materie prime (di Alessandra Barletta)

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Donald Trump é il 45° Presidente degli Stati Uniti di America. È storia. Lasciando da parte le analisi politiche andrebbe posto l´accento su un dato che forse é il piú rilevante per noi al di qua dell´oceano. Il dato é il seguente: Donald Trump significa Dollaro piú debole. È prima di tutto la risposta americana al Qe di Draghi, che come sappiamo ha dato qualche alito di ossigeno palliativo agli agonizzanti paesi del Sud Europa, ma di certo non ha fatto bene all´economia americana. Probabilmente si velocizzerá il processo di inevitabile catasftrofe economico – monetaria in Europa, soprattutto perché Trump ha espresso in diverse occasioni una certa insofferenza verso le politiche commerciali tedesche. Staremo a vedere.

Le conseguenze piu rilevanti della vittoria di Trump sul piano dei mercati, riguardano il dollaro e il prezzo dell’oro. L’indebolimento del dollaro comporta un effetto sull’euro, che ovviamente diventa più costoso rispetto alla moneta americana, influendo sulla competitività commerciale del mercato europeo.

Nel primi scambi della giornata di oggi, l´indice del Brent, il punto di riferimento mondiale di petrolio, è sceso dell’1% a $ 45,55 al barile. Dati presi qui.

Dal petrolio, al rame e all´oro, gli analisti si aspettano che il sentimento di forte rischio che agita i mercati in queste ore possa continuare ad avere effetti sulle materie prime anche nei prossimi giorni. Gli analisti dicono che alcuni degli effetti potrebbero essere di lunga durata addirittura.

Ci si attendeva da giorni un rafforzamento del prezzo dell’oro con un ritorno ai suoi recenti massimi ($1335). E infatti Il prezzo dell’oro é salito considerevolmente, in quanto bene rifugio dalla volatilità. Oro e argento sono i beni maggiormente richiesti in questo momento di grande incertezza.

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Fonte: bloomberg.com

Perché gli effetti della elezione di Trump si registrano maggiormente su questi asset e non su altri? E perché il dollaro si indebolisce?

La risposta sta nelle promesse elettorali di Trump, di seguito quelle che influenzano direttamente il valore del dollaro, del petrolio e dell´oro

1 Geopolitica. Trump ha manifestato opposizione netta rispetto ad alcuni accordi commerciali internazionali in essere. Alcuni analisti sottolineano anche l’ostilità del candidato repubblicano verso l´Iran, importante produttore di petrolio appena tornato ai mercati del greggio. Nuove sanzioni contro l’Iran potrebbero frenare gli investimenti stranieri nel settore energetico iraniano, secondo gli analisti di RBC Markets. D´altro canto, ha dichiarato di volere perseguire un miglioramento delle relazioni con la Russia, questo potrebbe comportare la revoca delle sanzioni del Tesoro USA e lo sviluppo di progetti di ricerca di gas di scisto nell´area artica e nelle profonde acque profonde russi. Questo potrebbe significare una maggiore produzione di petrolio per un mercato giá in eccesso di offerta, quindi uno sviluppo ancora al ribasso per i prezzi.

2 Politiche protezionistiche. Trump intende rafforzare le aziende statunitensi riportando le basi produttive in America. Trump ha già dichiarato di voler spingere la Apple, ad esempio, a riportare negli Stati Uniti la produzione attualmente dislocata in Cina.

Questo é punto delicato e incerto poiché fino a che Trump non sveli in cambio di quali incentivi spingerá le aziende a riportare le produzioni in Usa sará difficile pensare di incontrare il favore degli investitori.

3 Politica estera. Sul fronte commerciale Trump accusa Cina, Messico e Giappone di aver rubato il mercato agli Stati Uniti. Ha definito il trattato TTP (Trans-Pacific Partnership) «lo stupro del nostro Paese>>. Perció inasprirá le imposte sui prodotti provenienti da quei Paesi, il che potrebbe scatenare una vera e propria guerra commerciale non da poco.
Durante la campagna elettorale ha condannato la guerra degli Stati Uniti in Iraq, il rovesciamento del governo in Libia. Ha promesso di riaprire i negoziati sul programma sul nucleare in Iran.
Trump, prima di tutto, ritiene che gli Stati Uniti in materia di politica estera così non debbano permettere agli avversari di anticipare le loro mosse

4 Politica Interna. Si teme che Trump possa non avere un buon rapporto con il Congresso, nonostante la maggioranza repubblicana, cosa che renderebbe più instabile la politica interna degli Stati Uniti.

In sintesi tutte le preoccupazioni su eventuali danni all´economia globale sono alla base delle incertezze che generano volatilitá nei mercati e come ben sappiamo, il mercato non ama l´incertezza. Perció spinge la corsa al riparo dei beni rifugio, le commodities, in specie l´Oro in prima battuta, determina un abbassamento del valore del dollaro, conseguentemente inoltre agli effetti sul prezzo del petrolio.

Le promesse elettorali di Trump sul fronte dell’economia si sono imperniate sulla promessa di un taglio delle tasse e della creazione di nuovi posti di lavoro, fondamentalmente. Tuttavia ha già dichiarato che aumenterà la spesa dedicata alla difesa, e questo storicamente ha sempre condotto ad una crescita del PIL statunitense.

Pensare che la Clinton fosse un prodotto dell´establishment e Trump il paladino del popolo e della lotta di classe contro i poteri finanziari é un errore. Anche lui é parte dell´establishment, solo che ne esprime un segmento diverso.


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