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La Deutsche Bank propone che le banche centrali acquistino oro privato: il primo passo per “ri-dare” l’oro alla Patria? Peccato che in EU servirebbe solo per garantire il debito statale con la BCE …

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Come si evince dal titolo la più grande banca europea ipotizza un acquisto ai prezzi attuali dell’oro privato, per inciso a prezzi di realizzo frutto di una sospettissima manipolazione pluriennale al ribasso. Mio nonno mi raccontava che durante l’ultima guerra dovette cedere la sua fede nuziale alla patria in cambio di un anello di latta: due gerarchi in camicia nera, disarmati, erano usi bussare alla porta dei cittadini con un sacco di juta chiedendo l’obolo. Quando me lo raccontò io ero piccolo e, cogliendo l’ingiustizia di un gesto solo apparentemente volontario – in realtà era un obbligo -, gli chiesi perché non si fosse rifiutato, tanto non avevano armi. Mi venne fatto notare che dietro c’era sempre un tedesco armato che sorvegliava, magari non fidandosi non tanto dei cittadini ma piuttosto degli stessi gerarchi…

Altri tempi. Questo per dire che nella sostanza le cose non sono molto cambiate da allora, sempre di vincolo esterno – oggi anche di suggerimento – si tratta. Detto questo, dove andrebbe tale oro privato “acquisito” oggi ad un prezzo da realizzo dalle mani dei privati? Verrebbe molto probabilmente girato alle banche centrali che potrebbero poi scambiarlo o metterlo a garanzia di linee di credito fornite dalla BCE. Si dice che così si libererebbero risorse altrimenti ferme per dare spunto alla crescita. Sanz’altro c’è un fondo di verità ma, si sa, il diavolo sta nei dettagli: il prezzo attuale è frutto di una enorme manipolazione al ribasso dei prezzi dell’oro e lo spunto di crescita sarebbe comunque poca cosa visto che l’oro le famiglie se lo stan già vendendo da anni, il più delle volte per mera sopravvivenza. Inoltre di oro nell’occidente ce n’è sempre meno, chi lo ha se lo tiene non restituendolo nemmeno ai legittimi proprietari, il caso della Germania con l’oro depositato alla Fed è emblematico. O anche il caso dell’oro ucraino sparito si pensa alla volta di Washington durante la sommessa di Kiev quest’anno, si sa la protezione militare costa… Insomma, in un momento in cui si sta andando rapidamente verso un value debasement dei prezzi di ogni tipo di asset, avendo pesantemente viziato ogni tipo di valutazione con una massa di denaro liquido cortocircuitato nei mercati con i vari QE USA, giapponesi, inglesi, svizzeri e ora europei, l’oro resta e soprattutto resterà una certezza. E dunque lo Stato vorrebbe prelevarlo dai privati, geniale….

Il futuro è inequivocabilmente indirizzato verso un nuovo gold standard proprio per ovviare alle valutazioni del tutto fittizie ed anche improbabili degli asset finanziari, forse solo le azioni conservano un certo qual valore intrinseco abbastanza misurabile (…) ma con molti elementi di incertezza sulle condizioni delle varie economie interessate ad una ipotetica crisi derivante dall’esplosione della bolla finanziaria del credito post QE. Il passo successivo potrà essere, appunto, requisire l’oro o meglio vietarne la detenzione da parte dei privati al fine di rimpinguare le casse con il fine di dare solidità alle valute nazionali, anche in rapporto alle valute dei paesi emergenti – soprattutto Russia e Cina – che da anni stanno perseguendo l’obiettivo di accumulare oro a giustificazione del valore intrinseco della loro moneta. Alla fine quello che potrebbe significare tra le righe è che il dollaro Usa, avvilito da una svalutazione da fittizio incremento della valuta cartacea in circolazione, è destinato a perdere il suo status di bene rifugio e soprattutto di valuta di riferimento per gli scambi commerciali globali (leggasi, non permettendo per il futuro agli USA di importare merci fisiche per i propri consumi anche ad uso della propria industria scambiandoli con carta di dubbio valore). Infatti in prospettiva esisterà la possibilità di diversificare gli scambi con valute alternative, Yuan, Rublo e Euro. Se così fosse sarebbe un disastro e non solo per gli USA….

Prepariamoci dunque a politiche austere complementate da acquisizioni forzose dell’oro fisico privato, forse solo alcuni – pochi – paesi mondiali ne saranno immuni, probabilmente per tradizione il Canada e la Svizzera, certamente non l’Europa e fin anche nemmeno gli USA. Per quest’ultimo paese esistono addirittura due precedenti: uno, nel 1933 quando Roosevelt (un democratico) requisì tutto l’oro privato; l’altro nel 1971 quando Nixon (repubblicano) bloccò la convertibilità del dollaro in oro. Per quest’ultimo caso forse l’emersione dello scandalo Watergate potrebbe anche essere da correlare a tale evento epocale che determinò come conseguenza un enorme debasement della (residuale) ricchezza ex coloniale inglese legata alla storica valuta di riferimento, la sterlina, a seguito della creazione da parte degli USA di una propria valuta fiat, ma questa è un’altra storia…

In entrambi i casi citati – 1933 e 1971 – gli effetti furono enormi. Per il caso Roosevelt vedasi sotto, di fatto gli USA crearono la base aurea del loro futuro gold standard, a valere per i successivi 40 anni circa (inoltre il prezzo dell’oro passò dalla sera alla mattina da 20.67 a 35 USD/oz, ricordiamo che il debito pubblico USA di allora era relativamente basso se comparato a quello attuale):

Il blocco della convertibilitò dell’oro di Nixon giunse a valle di una progressiva caduta del valore di mercato del metallo giallo [un po’ come sta accadendo oggi], a fronte di un’economia USA di fine anni ’60 prospetticamente in crisi e spinta soprattutto dallo sforzo bellico in Vietman ma a pegno di un enorme debito da bruciare per via inflattiva [un po’ come è il caso attuale], concludendo l’osservazione ricordando che il prezzo del metallo giallo risalì prepotentemente a valle del cambio di proprietà a favore dello Stato americano*…

A pensar male… Comunque io avessi dell’oro me lo terrei: infatti se è vero che l’Italia potrebbe nazionalizzare l’oro privato comunque non farà nulla con quello pubblico, men che meno richiedere il re-impatrio dell’oro oggi depositato all’estero (l’ignavia…).

Mitt Dolcino

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* Il dollaro venne svalutato nel 1972 a seguito dell’abolizione del gold standard ad un valore di riferimento di 38 USD/oz; nel 1980, 8 anni dopo, l’oro tocco il massimo storico fino a tale data a 850 USD/oz, per poi ridiscendere a 300 USD/oz


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